Si tratta altresì di una malattia contagiosa, che può essere trasmessa con le goccioline contenenti batteri: inalando queste goccioline infette, per via aerea, è infatti possibile contrarre la TBC.
I sintomi della tubercolosi polmonare sono di norma rappresentati da una brutta tosse che dura da almeno 20 giorni, accompagnata da un dolore al petto e dall’espettorato sanguinolento o catarro. Vi sono inoltre altri sintomi che accompagnano la malattia tubercolare, come la sensazione di debolezza o di stanchezza, la perdita di peso, la perdita di appetito, i brividi, la febbre e la sudorazione notturna.
Si tenga però conto che in realtà i batteri della tubercolosi non sono immediatamente “nocivi”. I batteri possono infatti vivere nell’organismo per molto tempo senza causare malattia (“infezione tubercolare latente”): la maggior parte dei soggetti che inalano i batteri della tubercolosi sono fortunatamente in grado di contrastare i batteri e arrestarne la crescita, senza ammalarsi e subire alcun sintomo, e senza produrre contagio. Se invece i batteri della tubercolosi rimangono attivi nell’organismo e si moltiplicano, il soggetto passerà gradualmente dallo stadio di infezione tubercolare latente a quello, più pericoloso, di malattia tubercolare. Ma quando si attivano i batteri della TBC? I batteri in questione di solito si attivano se il sistema immunitario non riesce a fermarne la crescita: si tratta principalmente dei soggetti che hanno un sistema immunitario debole, come quelli che sono affetti da altre malattie come l’HIV. Più generalmente, sono considerati soggetti ad alto rischio le persone che vivono in stretto contatto con portatori di malattia tubercolare attiva, i soggetti che sono immigrati da aree del mondo con alta incidenza di tubercolosi, i bambini che hanno meno di 5 anni con test per la TBC positivo, gli individui che vivono o lavorano con soggetti ad alto rischio di TBC, i soggetti con condizioni di salute deteriorate che indeboliscono il sistema immunitario, i neonati, i bambini piccoli.
Diffusione
La diffusione della tubercolosi avviene da persona a persona attraverso i batteri immessi nell’aria quando un soggetto con tubercolosi tossisce, starnutisce, parla. Gli individui nelle vicinanze possono purtroppo respirarli e, dunque, venire infettati. Di contro, per smentire alcuni facili timori, si ricorda che la tubercolosi polmonare non si diffonde con le strette di mano, con la condivisione di cibo o bevande, con il contatto con lenzuola o tavolette del gabinetto, con la condivisione di spazzolini da denti, con i baci.
Durata
La tubercolosi è purtroppo una malattia cronica, e può persistere nell’organismo del soggetto contagiato per diversi anni se non viene curata adeguatamente.
Cura
Il medico generalmente consiglia un ricovero in ospedale per poter procedere congruamente a una valutazione iniziale dello stato di salute del paziente e alla successiva cura della tubercolosi. Il ricovero non è generalmente previsto per i bambini che non presentano condizioni gravi, e che pertanto possono essere curati a casa attraverso farmaci, o combinazioni di farmaci, da assumere per via orale.
Prevenzione
La tubercolosi è prevenibile evitando contatti con chi ha la malattia attiva, usando farmaci come misura di prevenzione in casi di alto rischio, e mantenendo un buon tenore di vita. In alcuni Paesi in cui la malattia è ancora molto diffusa viene di solito utilizzato il vaccino BCG (Bacille Calmette-Guérin): si tratta comunque di un vaccino efficace nei soli bambini, ma scarsamente negli adulti e anche negli adolescenti. Sono inoltre al momento allo studio nuovi vaccini, che possano conferire una maggiore immunità.
Considerata la portata e la potenziale pericolosità della malattia, è bene sempre parlarne con il proprio medico non appena si manifestano sintomi che potrebbero essere ricondotti alla TBC. Per quanto concerne i bambini, meglio contattare subito il dottore se il piccolo è stato in contatto con una persona che ha (o è sospettato di avere) la tubercolosi, manifesta una condizione di febbre persistente, o ancora manifesta una tosse persistente che non risponde ai farmaci standard per la tosse, o infine nei casi di dubbio e di perplessità sulla degenerazione del suo stato di salute.