Nonostante sia in genere un intervento dalla comprovata efficacia, la sostituzione valvola aortica potrebbe, in presenza di determinate situazioni, comportare alcune complicanze o essere comunque non tanto indicata. Se questo è il caso si potrà ricorrere a delle operazioni chirurgiche alternative.
La valvola aortica è quella valvola che permette al sangue arricchito di ossigeno di arrivare all’aorta passando dal ventricolo sinistro. In aorta verrà poi smistato agli organi ed ai tessuti che dovrà irrorare. La valvola consta di 3 lembi. Come abbiamo visto la sostituzione valvola aortica è una operazione chirurgica che si esegue a cuore aperto; si rende necessaria quando per i motivi già esposti la valvola non funziona più in modo corretto. La sostituzione avviene con uno di questi due tipi di protesi: artificiale (o meccanico) o biologica (fatte di tessuto di origine animale).
La valvola artificiale o meccanica è costruita con un materiale specifico e particolare: il carbonio pirolitico. Ha una resistenza notevole ed assicura durate particolarmente lunghe. Le valvole artificiali sono indicate per i malati ancora abbastanza giovani. Possono presentare qualche “controindicazione”, e cioè non è impossibile che sulle superfici della protesi si possano formare dei coaguli ematici i quali potrebbero poi far insorgere un ictus.
Le valvole biologiche, invece, sono create a partire da tessuti animali, e, nel dettaglio, da pericardio di origine bovina o equina. Il grosso vantaggio è che non si formano i famosi coaguli ematici sule loro superfici, per contro hanno una durata inferiore a quelle meccaniche e pertanto sono indicate per i pazienti meno giovani.
Quando occorre effettuare la sostituzione?
Questo intervento viene eseguito fondamentalmente per due motivi: il primo è il caso della stenosi grave della valvola aortica. In pratica la valvola si restringe a tal punto da non permettere più al sangue di fluire correttamente attraverso di se. Se il problema è moderato allora non si richiede l’intervento, almeno non immediatamente, ma il paziente va tenuto sotto stretto controllo medico.
Il secondo è il caso della insufficienza della valvola aortica grave. Con questa denominazione si intende la presenza di un difetto di natura anatomica della valvola il quale potrebbe far fare al sangue il percorso inverso, dall’aorta nuovamente verso il ventricolo sinistro. Anche in questo caso se il problema è lieve non si richiede l’intervento immediato, però il paziente deve essere tenuto sotto stretto controllo medico.
Entrambe queste patologie potrebbero essere congenite (in essere già al momento della nascita del paziente), oppure anche acquisite (assenti alla nascita, si sono sviluppate nel corso della vita del paziente).
Sintomatologia in caso di valvola aortica difettosa
La sintomatologia che insorge se la valvola aortica non funziona a dovere non è immediata, compare esclusivamente quando la malattia è in uno stato ormai avanzato. Diagnosticare precocemente una patologia della valvola aortica potrebbe quindi restituire una prognosi positiva. Quando compaiono i sintomi sono prevalentemente: dolore al torace (angina pectoris), il fiato che si accorcia, sensazione come di stordimento con vertigini ed eventuali perdite di coscienza,
Tutti i sintomi sono generati dalle ridotte attività di pompaggio del muscolo cardiaco con il sangue che non raggiunge, di conseguenza, tutte le parti del corpo.
L’intervento
Parliamo di un intervento a cuore aperto, quindi in anestesia generale. Si effettua per prima la toracotomia (si apre il torace), per poi isolare il cuore dall’apparato circolatorio, ricorrendo alla circolazione extracorporea. Il sangue del paziente invece di passare dal proprio cuore, viene fatto passare per la cosiddetta macchina cuore – polmone che si interessa non solo di pompare il sangue ma anche di ossigenarlo. A questo punto il cuore senza più la responsabilità di pompare sangue ossigenato per mantenere in vita il corpo, può essere sottoposto in prima istanza alla rimozione della valvola aortica difettosa, ed al rimpiazzo della stessa con la protesi (artificiale o biologica) che viene unita al muscolo cardiaco per il tramite di suture.
Innestata la protesi la circolazione sanguigna, per quanto attiene alle funzioni di pompaggio, viene ricollegata al cuore con la nuova valvola aortica e questo viene fatto “ripartire” con una scossa elettrica.
L’intervento può durare dalle quattro alle cinque ore. Il rischio di exitus dopo la sostituzione valvola aortica è di circa un paziente su cinquanta. Potrebbero anche insorgere complicazioni ma, sia per quanto attiene al rischio di morte che per quanto attiene alle complicazioni, sia la stenosi aortica che l’insufficienza valvolare mietono molte più vite umane.