Si tratta di una sostanza utilizzata sia dalle industrie che in medicina, in particolare per la sua visibilità ai raggi x. Scopriamo tutto sul solfato di bario.
Il solfato di bario è un sale di tipo ternario la cui formula chimica è BaSO4. Alla vista si presenta come una polvere cristallina bianca sottile, senza odore e che non è idrosolubile. In natura il solfato di bario si trova sotto forma di baritina oppure spato pesante. Questa sostanza è di certo il prodotto di maggiore utilizzo per l’industria dedita alla produzione di Sali di bario. Alla fiamma il solfato di bario conferisce una colorazione verde-giallo chiaro. La sua composizione chimica consiste in un composto ionico che è costituito dal catione Ba2+ e dal ione poliatomico So42- .
Per preparare il solfato di bario in laboratorio si parte da due componenti essenziali: il solfuro in acqua e il solfato sodico. Il prodotto preparato in questo modo possiede un quantitativo minimo di polisolfuri e di tiosolfato. A questo inconveniente è possibile ovviare riscaldando la soluzione successivamente alla sua acidificazione con acido solforico.
Utilizzi: industria
Il solfato di bario viene usato dalle cartiere che producono carta fotografica per la produzione di carte baritrate, anche se ormai sempre meno diffuse. Allo stesso modo viene utilizzata come sostanza pigmentante bianca non tossica per produrre pittura murale, in particolare mescolato con solfuro di zinco e per la produzione del vetro. Esso viene impiegato come costituente per la produzione di vernici, colori e smalti di colore bianco.
Il bario è utilizzato poi per la produzione di candele per motori a scoppio, per fuochi di artificio (di colore verde) e lampade fluorescenti (infatti dopo essere stato esposto alla luce è fosforescente), come getter in tubi a vuoto (anche in abbinamento a ossidi di stronzio e di calcio). La barite è usata anche nei pozzi di petrolio al fine di appesantire i fluidi di trivellazione e per produrre gomma.
Utilizzi in campo medico
La vera importanza di questa sostanza tuttavia è in medicina, come cosiddetto Mezzo di contrasto. Il solfato di bario è perfetto data dalla sua pesantezza (ha un numero atomico piuttosto alto, Z= 56) e dalla sua idrosolubilità. Grazie a questa infatti esso non risulta essere trasparente ai raggi X, quindi in radiografia preso prima per l’esame di stomaco e in generale dell’apparato digerente si usa la versione gelatinosa contenente gelobarina e idrobarina. Questa acquosa e densa risulta neutra al tornasole. Anche se di fatto il solfato di bario è velenoso per l’uomo, ma la sua solubilità bassa lo rende tranquillamente utilizzabile per le radiografie, viene infatti espulso normalmente dal paziente, senza conseguenze.
Il solfato di bario è utile soprattutto per le ulcere o per quanto riguarda formazioni patologiche adiacenti al tubo digerente. Malformazioni alle visceri possono essere evidenziate. In caso di sospetto di occlusioni intestinali è sconsigliato l’utilizzo di questa sostanza, perché potrebbe solidificare andando a peggiorare la situazione: formando baritomi di difficile rimozione chirurgica oppure rischiando di perforare i visceri, il solfato di bario infatti è irritante per la sierosa peritoneale e potrebbe provocare gravi forme di peritonite.
Il solfato di bario è una sostanza che viene usata come mezzo di contrasto per l’indagine del tubo digerente, per la quale viene utilizzato anche con gas, in modo da poter fare uno studio a doppio contrasto. In alcuni casi si utilizzano anche mezzi di contrasto idrosolubili, quindi non a base di bario. Questo perché in caso di perforazione anche se penetrano nei peritoneo non creano complicazioni.
Solfato di bario in radiografia: i dettagli clinici
Per fare un esame radiografico del tubo digerente o delle anse intestinali, si utilizzano come abbiamo detto dei mezzi di contrasto che risultano poi visibili all’interno dell’organismo grazie ai raggi X. I visceri dell’apparato digerente infatti non riescono a dare un’immagine di agnosticamente valida nelle radiografie. Per questo si utilizzano i mezzi di contrasto, nello specifico: si utilizza il solfato di bario. Di solito, come anticipato, si introduce anche aria o altro gas (doppio contrasto) in modo da distendere bene i visceri e rendere più dettagliata la visibilità delle pareti ed i piccoli dettagli.
L’esame radiografico di cui stiamo parlando è un tipo di indagine dinamica, infatti essa studia in tempo reale il preparato al solfato di bario che progredisce nel canale alimentare, mostrando cinetica e peristalsi. Per questo motivo è un esame piuttosto complesso e l’esecuzione deve essere personalizzata in base alle problematiche e alle peculiarità del paziente. Per questo tipo di esame è richiesto l’intervento diretto del medico specialista radiologo. I disturbi per i quali si fa questo esame sono:
- Lesioni organiche di tipo tumorale o ulcerativo
- Stenosi e formazioni diverticolari
- Alterazioni morfologiche del canale alimentare e della motilità
- Peristalsi
- Evidenziazione di posizione e dei rapporti dei visceri, mostrando dislocazioni oppure compressioni date da formazioni patologiche
Questo esame non serve per mostrare disturbi digestivi che si basano sulla psicofunzionalità e per flogosi delle pareti viscerali lievi. Spesso e volentieri si associa questo esame alla gastroduodenoscopia per osservare in modo diretto la mucosa e per prelevare campioni di tessuto.
Prima dell’esame il paziente deve restare a digiuno completo per almeno 8 ore, evitando quanto possibile anche l’assunzione di liquidi. Il digiuno serve per liberare lo stomaco e il duodeno da contenuto alimentare. Questo esame non è né doloroso, né fastidioso. Il paziente viene messo in posizione sull’apparecchio radiografico e gli viene fatto bene il solfato di bario che ormai viene commercializzato mescolato ad aromi gradevoli, insieme ad una compressa o polvere effervescente che determina la liberazione di gas a livello dello stomaco.
Durante l’esame, mentre il solfato di bario scende, il paziente viene fatto girare in modo da fornire una perfetta visibilità da tutte le inclinazioni. In altri momenti può essergli chiesto di restare fermo o di stare in apnea per qualche secondo. Questo esame ha durata variabile, dipende dai casi e dalla collaborazione del paziente, nonché dal tipo di apparecchio usato. Di solito comunque si va dai 10 ai 20 minuti. In alcuni casi il paziente viene rivisitato e riesaminato con raggi x dopo alcune ore, quando il solfato di bario è nella parte bassa dell’apparato digerente. Un’ultima radiografia infatti può mostrare la sostanza nelle anse intestinali.