La scintigrafia tiroidea è un esame che rientra nella famiglia della diagnostica per immagini: si tratta di un esame che consente di osservare con cura le caratteristiche della tiroide e il suo funzionamento.
Da prassi l’esame viene consigliato quando il medico curante o lo specialista riscontri problemi alla tiroide e quando in particolare ci si accorga della presenza di noduli durante l’ecografia. Rispetto all’ecografia, la scintigrafia tiroidea è in grado di distinguere la diversa origine dei noduli, che si distinguono in noduli caldi funzionanti di carattere benigno che solitamente indicano la possibile presenza di tireotossicosi e patologie quali l’adenoma di Plummer e noduli freddi che potrebbero essere di carattere maligno-tumorale. Nel caso venga riscontrata la presenza di noduli freddi, lo specialista consiglierà di effettuare una diagnosi più dettagliata tramite ago aspirato che saprà indicare l’esatta natura del nodulo freddo.
La scintigrafia può inoltre essere prescritta per
- valutare lo stato infiammatorio della tiroide
- verificare la natura del gozzo, malattia che può causare l’ingrossamento della tiroide dovuto all’aumento di numero o volume delle cellule presenti in esso
- studiare le cause dell’ipertiroidismo e ipotiroidismo
- valutare la presenza di tessuto tiroideo residuo dopo un’operazione
- Come si svolge la scintigrafia tiroidea e come prepararsi
La scintigrafia tiroidea viene eseguita iniettando liquidi traccianti radioattivi nel tessuto tiroideo: le radiazioni emesse dai liquidi, osservate attraverso specifici macchinari, creano l’immagine della tiroide che può quindi essere studiata dagli specialisti. I liquidi utilizzati per l’esame diagnostico sono:
- tecnezio
- isotopo delle iodio (iodio 123: utilizzato di rado in quanto costoso)
- isotopo delle iodio (iodio 131)
Il tecnezio e lo iodio 132 vengono somministrati per via endovenosa e occorrono almeno 20 minuti affinché sia rilevabile a livello radiologico: in particolare il tecnezio viene preferito per il costo basso e l’alta tollerabilità da parte dei pazienti, oltre al fatto che rimane in circolo per meno tempo rispetto allo iodio. Lo iodio 131 viene invece somministrato per via orale ed è visibile dalle sei alle ventiquattro ore dopo l’assunzione: viene utilizzato per la scintigrafia tiroidea per captazione, definita in questo modo perché viene valutata la capacità della tiroide di captare lo iodio. Una volta che i liquidi sono in circolo, l’esame vero e proprio può durare al massimo 20 minuti, tempo necessario alle apparecchiature per acquisire le scansioni della tiroide.
Per prepararsi al meglio all’esame, occorre seguire alcuni semplici accorgimenti che riguardano soprattutto farmaci e alimenti da non assumere. In particolare nelle due settimane che precedono l’esame, vanno evitati cibi e sostante che contengono iodio come:
- integratori alimentari
- sale iodato
- dentifrici
Occorre inoltre sospendere l’assunzione di farmaci che interferiscono con l’attività tiroidea, quali:
- farmaci antitiroidei (carbimazolo o metimazolo)
- ormoni tiroidei (almeno un mese prima dell’esame)
- conservanti alimentari
- perclorato di potassio
- steroidei
- benzodiazepine
- antistaminici
Particolare attenzione alle pazienti: per evitare che l’esame venga effettuato durante i primi mesi di gravidanza senza che la madre ne sia a conoscenza, si consiglia di effettuare l’esame nei primi giorni del ciclo mestruale.
Effetti indesiderati e precauzioni
La scintigrafia tiroidea non comporta particolari effetti collaterali indesiderati: la quantità di radiazioni è infatti molto bassa, tale da non avere controindicazioni per la salute del paziente. Si raccomanda però, una volta terminato l’esame, di bere molti liquidi in modo da eliminare i traccianti presenti nel corpo e di evitare il contatto con donne in gravidanza e bambini.
La scintigrafia tiroidea utilizza bassi dosi di traccianti radioattivi che non hanno particolari effetti negativi sulle persone, ma in alcuni casi di estrema sensibilità è consigliato evitare questo tipo di esame. In particolare i traccianti possono avere effetti indesiderati e pericolosi per
- feto
- donne in gravidanza
- donne in allattamento
Si consiglia comunque di chiedere informazioni dettagliate al proprio medico di fiducia e allo specialista endocrinologo che seguirà il paziente durante le analisi alla tiroide: prima di sospendere i farmaci è consigliato chiedere il parere dell’esperto che saprà indicare quali medicinali possano interferire con la scintigrafia tiroidea e quali invece non abbiano nessun effetto sui risultati dell’esame.