La psoriasi guttata è una malattia della pelle che si manifesta con la comparsa di macchie rosse, e piccole lesioni che provocano prurito. Nei giorni successivi all’insorgenza della patologia, le chiazze rosse diventano sempre più ampie, di forma ovale, e la pelle si screpola. Come ben noto da parte di tutte le persone che ne sono affette, si tratta di un’infezione che crea molti problemi a livello estetico e relazionale, soprattutto perché ad essere colpite sono zone molto visibili: tronco, arti, cuoio capelluto (a volte, anche viso).
Quante persone sono affette da psoriasi guttata?
La psoriasi guttata non è la forma di psoriasi più diffusa in ambito italiano. Stando a quanto affermavano recenti statistiche rilevate dall’Università di Modena e Reggio Emilia- Dipartimento di Dermatologia, in Italia soffrono di psoriasi circa 2 milioni e mezzo di persone. Di queste, un decimo sarebbe affetto dalla forma guttata.
È contagiosa?
Al fine di porre definitivamente a cessare tutti i dubbi sulla psoriasi, ricordiamo che nemmeno la psoriasi guttata è una malattia infettiva, e dunque – a differenza delle infezioni comuni (es. quella alla gola) – non si trasmette ad altri soggetti e può essere curata o attenuata attraverso specifiche terapie. Naturalmente, il contatto immediato con un dermatologo sarà la fase fondamentale per poter determinare la natura e lo stadio della psoriasi, e cercare di ridurre il disagio legato al prurito: spesso si può soffrire di veri e propri attacchi critici, dai quali è ben difficile proteggersi, con il rischio di acuire il problema (il prurito può provocare nuove lesioni e, di qui, il rischio di contrarre infezioni della pelle).
Perché si soffre di psoriasi guttata?
Le cause della psoriasi guttata non sono conosciute. Tuttavia, la medicina moderna tende ad attribuire le determinanti della psoriasi al sistema immunitario e, in particolare, a un trauma emotivo o materiale che può determinare stress, conducendo all’esposizione maggiore di incorrere nella psoriasi. Per questo motivo, per quanto non sia sempre facile, bisognerebbe cercare di evitare le occasioni di stress, ai quali il decorso della malattia è legato.
Come riconoscere la psoriasi guttata?
Per poter riconoscere la psoriasi guttata occorre recarsi dal proprio dermatologo, il quale effettuerà un esame obiettivo, analizzando la superficie della pelle e constatando quale sia il grado raggiunto dalla malattia. Attraverso il confronto con alcuni parametri, il dermatologo riuscirà altresì a individuare l’indice di gravità per area interessata, passando poi a una biopsia dei tessuti (prelevando una parte del tessuto nelle chiazze rossastre, da analizzare al microscopio).
Solamente una volta che il dermatologo avrà ottenuto i risultati della biopsia, formulerà una diagnosi certa e procederà all’indicazioni delle migliori cure.
Come curare la psoriasi guttata
Le cure primarie della psoriasi guttata sono di natura topica. Pertanto, si tratta di applicare pomate, creme, mousse e specifici unguenti, realizzati principalmente a base di corticosteroidei. Ad ogni modo, attenzione alla corretta interpretazione del termine “cura”: non si tratta di un trattamento che mira a cancellare il problema, ma solamente ad attenuarlo, alleviando rossore, prurito, grandezza delle chiazze, zone squamose, e così via. Un altro trattamento, la fototerapia (ovvero, le applicazioni dei raggi UV mediante specifici macchinari), può invece consentire un arresto della terapia, pur non definitivo.
Possono essere di aiuto assunzioni di vitamina D, responsabile esposizione al sole (attenzione a non esagerare!), idratazione (bere almeno 2 litri di acqua al giorno), dieta a base di frutta e verdura, bagni termali e un generale comportamento improntato al relax e alla serenità.
Se avete il sospetto di essere affetti da psoriasi guttata o, più genericamente, da una forma di psoriasi, parlatene apertamente con il vostro medico, e ipotizzate con lui il giusto percorso per ritrovare il congruo benessere.