Con il termine paracentesi, si vuole indicare una procedura medicata, utilizzata per drenare il liquido in eccesso presente nella cavità addominale, ovvero la cavità che si trova tra la parete addominale e la colonna vertebrale. Una delle cause più comuni di liquido addominale in eccesso è la cirrosi epatica, che può essere associata a sua volta ad altre patologie, compre anche le infezioni, oppure le lesioni intestinali, malattie cardiache, cancro o malattie renali.
La paracentesi può essere anche eseguita come procedura diagnostica, per comprendere la reale causa del liquido addominale, con la quale inoltre, può estrarre anche moltissimi litri di liquido per ridurre in questa maniera la pressione ed il dolore. In alcuni casi può essere utilizzata anche per motivi estetici.
Procedura
Prima di eseguire la paracentesi, il medico esegue sia l’anamnesi del paziente che l’esame obiettivo, e può inoltre prescrivere dei test ematici, radiografie, TAC, Risonanza Magnetica oppure ecografie, per comprendere la situazione clinica del paziente. La paracentesi può essere eseguita sia in ambulatorio, che nello studio medico, oppure in ospedale. Il paziente prima di tale pratica, dovrà evitare il consumo di cibi e bevande nelle 12 ore precedenti in maniera tale da aver la vescica vuota prima della procedura. La paracentesi richiede circa 15 minuti ed include le seguenti operazioni:
1. L’area interessata viene ripulita e rasata
2. Viene somministrato al paziente un anestetico locale
3. Alcune volte si pratica nell’addome del paziente una lesione cutanea molto piccola per l’inserimento dell’ago
4. Il liquido addominale in eccesso viene estratto mediante l’ausilio di una siringa
5. Viene inserito nell’addome un ago da paracentesi ad una profondità di circa 5 centimetri
6. Viene rimosso l’ago
7. In presenza di incisione, si procede con la sutura
8. Si medica accuratamente la ferita
Rischi
Chiaramente la procedura, pur essendo semplice, tanto da poter essere praticata in ambulatorio, comporta sempre dei piccoli rischi, seppur minimi e generalmente molto rari. Ma ci sono stati anche pochissimi casi di imperizia, e quindi è necessario rivolgersi sempre ad un ambulatorio specializzato, e di chiara formazione. I rischi che si corrono nella paracentesi sono molto rari, ma tendenzialmente quelli che si manifestano sono associati a problemi respiratori di lieve entità ed alla perdita di liquido una volta terminata la procedura. Prima di rilasciare il paziente, il medico deve assicurasi che tali disturbi si siano risolti. In caso contrario è necessario procedere con un periodo di osservazione medica, per tenere il paziente sotto stretto controllo e scongiurare qualsiasi controindicazione. Il monitoraggio continuo con apparecchiature sanitarie, in questi casi, è essenziale per comprendere il giusto decorso in un paziente che ha mostrato sintomi critici. Questi sintomi sono descritti in seguito, e possono anche non mostrasi nell’immediato, ma una volta dimessi. Vanno quindi tenuti in considerazione anche per un periodo di tempo successivo all’operazione do paracentesi. Ulteriori rischi includono:
1. Calo della pressione arteriosa
2. Puntura accidentale di un vaso sanguigno, oppure dell’intestino o della vescica
3. Insufficienza renale
4. Infezione
Una volta dimesso il paziente, questo dovrà rivolgersi tempestivamente dal proprio medico di base in presenza di questi sintomi:
1. Brividi di freddo
2. Febbre
3. Gonfiore ed arrossamento dell’area dove è stato introdotto l’ago
4. Aumento del dolore
5. Perdita di liquido o di sangue
6. Tosse persistente
7. Respiro affannoso
8. Dolore addominale e toracico
9. Svenimenti
10. Aumento del gonfiore addominale
Procedura nell’orecchio
Esiste anche un’altra forma di paracentesi, ovvero la paracentesi timpanica, che si esegue facendo una piccola incisione tramite un ago a tutto spessore a livello del quadrante postero-inferiore della membrana, in maniera tale da permettere al medico chirurgo di arrivare ad ogni eventuale essudato o trasudato o raccolta purulenta presente nella cavità dell’orecchio medio. Tale procedura è molto pericolosa e particolarmente delicata, e deve essere svolta da personale medico esperto in otorinolaringoitatria. Durante la procedura, è presente un microscopio, e se eseguita in bambini, viene loro somministrata un anestesia generale, mentre nelle persone adulte l’anestesia è locale.
La paracentesi timpanica non richiede moltissimo tempo, ed una volta terminata, il paziente può lamentare forte dolore che può essere tranquillamente controllato tramite somministrazione di farmaci antidolorifici. Prima di essere dimesso, il paziente deve aver ripristinato la pressione sanguigna che tende a scendere e non deve mostrare alcuna complicanza. Una volta tornato a casa, non deve bagnare l’orecchio nelle 24 ore successive, per evitare in questa maniera possibili infezioni all’orecchio medio.