L’onfalite è una patologia che colpisce il nostro ombelico e provoca all’interno di esso un’infiammazione di origine cronica che a sua volta determina la formazione e la fuoriuscita di materiale maleodorante e purulento. Tale infezione prende anche il nome di granuloma o fungo dell’ombelico e molto spesso colpisce i neonati ed i bambini, anche se occasionalmente può colpire le persone adulte.
L’onfalite è una condizione fisica molto rara nei Paesi industrializzati, mentre resta ancora oggi una delle principali cause di mortalità nelle aree meno sviluppate, dove l’accesso ai farmaci non è garantito.
Tramite alcune analisi statistiche svolte in America, è stato possibile visualizzare come l’onfalite colpisca 5 pazienti ogni 1.000 persone sane. Agli esordi della malattia i sintomi sono molto simili a quelli che si manifestano nella cellulite infettiva ovvero forte dolore circoscritto e tumefazione, per questo molto spesso le tue patologie vengono confuse con molta facilità.
La principale causa che determina tale infezione molto spesso deriva dai batteri, per questo il trattamento d’elezione e prevalentemente la somministrazione di farmaci antibiotici.
Onfalite: cause
Circa il 75% delle onfalite sembrano essere causati da infezioni polimicrobiche, ed i patogeni che sono coinvolti maggiormente nell’eziopatogenesi sono:
1. Staphylococcus Aureus (Gram +)
2. Streptococco Beta Emolitico di gruppo A (Streptococcus Pyogenes Gam +)
3. Escherichia Coli (Gram +)
4. Klebsiella Pneumoniae (Gram +)
5. Proteus Mirabilis (Gram +)
A scaturire tale patologia molto spesso è un mix di infezioni che sono sostenute da batteri Gram Positivi oppure da Gram Negativi, infatti è molto raro che questa malattia sia causata da un solo ed unico patogeno. I pazienti più esposti a contrarre l’onfalite sono i neonati specialmente quelli nati prematuramente, oppure i pazienti ricoverati in ospedali e sottoposti ad esami molto invasivi e coloro che sono immunocompromessi, ma non dobbiamo dimenticare che anche chi soffre di polmonite oppure di sepsi, può contrarre con estrema facilità tale patologia. Con la caduta del moncone ombelicale nei neonati, che determina a sua volta una ferita di piccole dimensioni, è possibile che tale lesione possa essere la porta di ingresso per diversi batteri che a loro volta possono determinare l’onfalite.
Onfalite: sintomi
Tendenzialmente l’onfalite è una banale infezione dell’ombelico che si risolve nell’arco di pochi giorni tramite l’applicazione topica oppure con somministrazione parenterale di farmaci antibiotici specifici. Ora elencheremo i sintomi più ricorrenti di tale patologia:
1. Secrezione costante di materiale purulento e maleodorante dall’ombelico
2. Eritema periombelicale
3. Edema
4. Dolore forte al contatto
5. Dolore circoscritto
6. Bruciore
Nei neonati specialmente nei prematuri, oltre ai sintomi sopra elencati, si possono manifestare febbri alte, ipotensione, tachicardia, ittero e mancanza di appetito.
Onfalite: complicanze rare e diagnosi
Spesso se l’onfalite non viene curata nella maniera adeguata e tempestivamente, i sintomi possono complicarsi e si possono manifestare nel paziente ecchimosi, lesioni cutanee a buccia di arancia e con la presenza di bolle e petecchie nell’area dell’ombelico. Tali sintomi si manifestano in presenza di complicanze cliniche e suggeriscono il coinvolgimento nella malattia di più patogeni. In casi rari o sporadici, il quadro clinico del paziente può peggiorare fino a coinvolgere non solo la zona dell’ombelico, ma l’intera parete addominale.
In circostanze simili si può pensare all’evoluzione dell’onfalite in fascite necrotizzanti, e questa è la complicanza più temibile. Tra le varie complicazioni causate da una cura non adeguata ricordiamo: mionecrosi, sepsi, embolizzazione settica e la morte. Il paziente affetto da onfalite degenerata, si possono osservare in concomitanza più sintomi:
1. Aumento della temperatura corporea ovvero febbre molto alta o ipotermia
2. Disturbi della respirazione ovvero apnea, tachipnea ed ipossiemia
3. Disturbi gastrointestinali ovvero gonfiore addominale
4. Alterazione neurologica ovvero ipo/ipertonia ed irritabilità
5. Sonnolenza
6. Disturbi cardiovascolari ovvero ipotensione e tachicardia
La diagnosi corretta di onfalite clinica, consiste nell’osservazione da parte del medico del moncone ombelicale quando si tratta di neonati. Per quanto riguarda invece l’accertamento diagnostico, il medico richiederà al paziente di effettuare le analisi del sangue e la biopsia di un campione di tessuto. In presenza di onfalite sospetta, il medico dovrà eseguire una diagnosi differenziale mediante le fistole congenite ombelicali, associate anch’esse in presenza di secrezione purulenta dall’ombelico. Il trattamento farmacologico per l’onfalite non degenerata si base sulla somministrazione al paziente di medicinali antibiotici specifici.