Mielofibrosi, evidenziati sostanziali miglioramenti nei sintomi: ecco i risultati di una nuova ricerca condotta grazie al coordinamento di 11 centri
La mielofibrosi è una malattia che interessa il midollo osseo: nello specifico il tessuto spugnoso che si trova nelle ossa e in cui si verifica la produzione di cellule nel sangue. Causa, inoltre, la formazione di globuli rossi in maniera del tutto anomala.
Come sia stava menzionando in precedenza, con mielofibrosi intendiamo un tumore del midollo osseo. Cosa accade? L’insorgere della malattia vede la presenza di mutazioni dal punto di vista genetico o ancora, si registrano disturbi nel sangue. Il primo caso colpisce in una fascia di età che va dai 50 ai 70 anni (emerso in prevalenza gli uomini). Subito dopo aver effettuato delle analisi del sangue ed una biopsia midollare è possibile avere una diagnosi del caso. È stato, inoltre, evidenziato che inizialmente i sintomi possono essere inesistenti, ma inasprirsi con gli anni. Mi riferisco a febbre, ingrossamento della milza e del fegato. E ancora, pallore e sudorazione notturna.
Mielofibrosi, ricerca condotta dalla prof.ssa Anna Rita Migliaccio: evidenziati miglioramenti nei sintomi
Gli studi sulla mielofibrosi sono sempre in auge e si concentrano, in particolar modo, sulle cause, le terapie farmaceutiche disponibili. Così come tutti i possibili trattamenti da eseguire sul paziente per poterne migliorare la qualità della vita. Analizziamo più da vicino i recenti sviluppi in tal senso.
Si menzionava che gli studi sulla mielofibrosi sono costantemente portati avanti: proprio di recente sono state condotte nuove ricerche coordinate dalla professoressa Anna Rita Migliaccio insieme ad altri 11 centri di ricerca in tutto il mondo. Portati avanti dei test su 21 pazienti che, nel momento in cui sono stati sottoposti al trattamento, hanno potuto sospendere per un periodo di tempo le trasfusioni di sangue. Questo aspetto ha portato ad un sostanziale miglioramento della qualità della vita. Cosa si è verificato nello specifico? Registrato un aumento della conta piastrinica. Significa che sono stati raggiunti dei livelli ottimali; e ancora, alcun tipo di tossicità.
Di fondamentale importanza il lavoro che è stato svolto dal Campus Bio-Medico di Roma il quale ha attenzionato in particolar modo la conta piastrinica dei pazienti sottoposti al test. I ricercatori hanno potuto constatare una notevole azione dei megariociti (produttori di piastrine). Intervenuta a tal proposito la coordinatrice dei lavori, la dottoressa Anna Rita Migliaccio, la quale ha sottolineato l’eccezionalità di questo incredibile risultato. Il motivo? Attualmente nessuno dei trattamenti aveva dato valori così alti dal punto di vista delle piastrine.
Il tutto è stato reso possibile grazie al coordinamento di più centri di ricerca con il Campus Bio-Medico di Roma. Una collaborazione proficua e duratura con il solo scopo di migliorare quanto più possibile la qualità della vita del paziente.