Il calo pressorio, per poter parlare di ipotensione, deve essere importante. Precisamente superiore ai 20 mmHg per la pressione di sistole o a 10 mmHg per la diastolica.
L’incidenza di questo fenomeno non è bassa, sembra che almeno una volta nella vita, tutti abbiano provato questa sgradevole esperienza, specialmente gli anziani. Di solito si tratta di episodi lievi che in pochi secondi o minuti si risolvono. In caso il fenomeno si verifichi spesso va fatto subito un controllo medico.
Sintomi
L’ipotensione ortostatica spesso è accompagnata da sintomi evidenti determinati dalla riduzione del flusso di sangue agli organi del corpo, specialmente al cervello. Proprio per questo motivo le manifestazioni del problema sono:
- capogiri e stato confusionale,
- difficoltà nella visione: vista offuscata o temporanea cecità;
- sensazioni di mancamento, di debolezza e affaticamento;
- ipersudorazione;
- mal di testa;
- sincope, svenimento.
Nel caso degli anziani questi fenomeni si accompagnano purtroppo in molti casi a fratture osteoporotiche a seguito di traumi dovuti alla perdita dell’equilibrio. In questi soggetti inoltre il pericolo è il ritorno ematico improvviso al cuore, che aumenta il rischio di infarto cardiaco. Episodi ripetuti di ipotensione ortostatica sembrano dar luogo nel tempo a danni alla salute del cervello. Se i sintomi severi che si accompagnano all’ ipotensione ortostatica si ripetono di frequente o durano a lungo, è bene eseguire un controllo medico. Allo stesso modo se si verifica un vero e proprio svenimento.
Come si manifesta
Quando il soggetto si alza in piedi trovandosi precedentemente in posizione orizzontale, è soggetto alla forza di gravità. Questa tende a richiamare il sangue nelle gambe. In alcuni casi il sistema venoso degli arti inferiori, non riesce a restituire il sangue che gli è arrivato in maniera immediata e fatica nell’opporsi in modo efficace al ristagno di sangue.
La conseguenza di questo è la riduzione inevitabile del ritorno sanguigno al cuore.
La riduzione dell’afflusso ematico e il calo di pressione derivante, viene immediatamente captato dalle strutture cellulari, i barocettori. Questi sono ubicati nei pressi di cuore e collo. Gli organelli innescano la risposta sistemica dell’organismo che riporta la pressione nella norma.
Questa risposta del corpo è basata quindi sull’aumento della costrizione dei vasi del sangue, ma anche dalla frequenza e dei battiti del cuore.
Quando qualche punto di questo meccanismo non dà i risultati che dovrebbe, si incorre nel calo pressorio e nell’ipotensione ortostatica.
Cause
- Disidratazione: in seguito a sudorazione profusa, esercizio fisico strenuo, febbre, vomito, diarrea, se non si reintegrano le perdite idriche, può accadere che si verifichi un impoverimento tale da coinvolgere anche la frazione liquida del sangue. Ne consegue una diminuzione del volume del plasma e il calo di pressione.
- Diabete: quando non si tratta con i giusti farmaci, il diabete può determinare un’eccessiva perdita di zuccheri. Per motivi osmotici questa si associa all’escrezione di grandi quantità di acqua. La minzione frequente e cospicua tipica della malattia, può essere anche questa causa di disidratazione.
- Problemi cardiaci: che compromettono la capacità del cuore di pompare il sangue in modo adeguato a compensare il ritorno ematico.
- Malattie neurologiche degenerative che compromettono la capacità di regolazione pressoria ematica.
- Farmaci
- Alzarsi e mantenere una posizione eretta statica può favorire l’ipotensione ortostatica. Mentre i movimenti favoriscono il ritorno ematico del cuore.
Trattamento
In linea di massima per la risoluzione del problema è sufficiente mettersi a sedere, attendendo qualche minuto. Il tempo necessario per il ripristino dei normali valori della pressione e per la risoluzione quindi dei sintomi. Se gli episodi sono ripetuti, vi sono comunque specifici medicinali per trattare questo problema.
Approfondimenti e credit
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- Lyall A. J. Higginson, MD, Professor of Medicine, University of Ottawa; Clinical Cardiologist, Division of Cardiology, University of Ottawa Heart Institute
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