La glicemia è un fattore molto importante per il nostro metabolismo, e come abbiamo visto, rappresenta la quantità di zuccheri nel sangue. Come per tutti gli elementi, questa quantità di zuccheri deve essere equilibrata nel corpo umano, e qualsiasi squilibrio, sia al rialzo che al ribasso, è indice di varie indicazioni. Ma restando sul ruolo della glicemia nel corpo umano, questa misura appunto il glucosio, ovvero gli zuccheri, che sono un po’ come un carburante, per il nostro metabolismo.
Il glucosio fornisce infatti l’energia necessaria per far funzionare il corpo, ed è regolata, nella sua quantità, da quelli che sono chiamati meccanismi compensatori, come l’insulina e il glucagone, due ormoni che aiutano a mantenere costante la quantità di zuccheri nel sangue. Il corpo umano riesce generalmente a mantenere il tasso di glicemia equilibrato, in periodi di buona salute, e le variazioni maggiori si hanno in conseguenza dei nostri comportamenti alimentari. In particolare si hanno forti aumenti, con iperglicemia, dopo pasti troppo sostanziosi. E forti diminuzioni, ipoglicemia, in caso di digiuni prolungati.
Generalmente, nel caso di ipoglicemia, il corpo reagisce per compensare la mancanza di zucchero, utilizzando le sue riserve, a partire da quelle epatiche, con il glicogeno, che viene liberato dal fegato in caso di necessità, ed è immediatamente utilizzabile, essendo composto da catene di glucosio. Il 10 per cento del peso del fegato è fatto di questi polimeri ramificati di glucosio.
In caso di necessità, il corpo può anche trasformare in glucosio alcuni aminoacidi, detti aminoacidi glucogenici. Infine, la terza opzione a disposizione del corpo umano è lo sfruttamento dei lipidi, per sopperire alla mancanza di zucchero, bruciando così questi grassi.
Queste opzioni, insieme al glucagone come regolatore, mantengono il giusto equilibrio degli zuccheri nel sangue in caso di bisogno. Generalmente, tra i pasti, soprattutto tra la cena e la colazione, e quindi nelle ore notturne, il livello dei zuccheri tende a scendere, per essere reintegrato con l’alimentazione.
Cause
Il meccanismo automatico presente all’interno del nostro organismo punta a compensare eventuali livelli bassi di glucosio nel sangue attraverso una serie di “sintomi” che sono – come vediamo – abbastanza percettibili. Il nostro organismo in realtà ha una soglia di tollerabilità abbastanza evidente, iniziando a funzionare “male” solamente quando il livello supera in ribasso i 50 mg/dl, e mostrando invece una buona tenuta per oscillazioni poco notevoli.
Per quanto concerne le cause, giova sicuramente ricordare che alla base della glicemia bassa possono esservi numerosi fattori, sia di carattere fisiologico che di carattere patologico. Per quanto concerne i primi, che evidentemente non dipenderanno da specifici disturbi o da malattie, possiamo ricordare come la glicemia bassa sia tipica di alcune gravidanze, poiché nella dolce attesa la gestante ha frequente bisogno di maggiori quantità di zuccheri. A volte, la glicemia bassa è indotta anche da un elevato sforzo (si pensi a chi effettua troppa attività sportiva), oppure dal digiuno, o ancora dall’abuso di alcol o se si viene sottoposti a degli interventi chirurgici in area gastrointestinale, tali da modificare gli ordinari tempi di assorbimento del glucosio.
Naturalmente, le cause della glicemia bassa possono essere ascritte anche ad eventi di natura patologica, come le malattie croniche, le malattie dell’apparato endocrino, e ancora le malattie metaboliche e i tumori. Per tale motivo – avremo modo di tornare sopra tale aspetto nel corso dei prossimi paragrafi, la diagnosi non potrà essere effettuata con la sola analisi del sangue, ma dovrà essere accompagnata da un quadro più ampio dello stato clinico del paziente.
Tra le cause più frequenti dell’ipoglicemia ci sono alcune patologie serie, come la Sepsi, l’Epetopatite, l’insufficienza surrenalica, i tumori a carico del pancreas che alterano la produzione di insulina, i tumori non beta-cellulari e gli squilibri ormonali, ma anche una terapia farmacologica non correttamente dosata nei malati di diabete mellito.
Come visto, anche l’alimentazione influisce sui livelli degli zuccheri nel sangue, e quindi digiuni e diete rigide fanno diminuire il glucosio, quando sono povere di carboidrati. L’attività fisica brucia gli zuccheri, quindi, in caso di attività troppo intense, si potrebbero verificare episodi di ipoglicemia.
Un’altra causa alla base dell’ipoglicemia è l’intolleranza al fruttosio, che chiaramente non consente al corpo di assorbire questo tipo di zuccheri.
Ipoglicemia reattiva
Tra i vari casi di ipoglicemia dovuta ad un’alimentazione sbagliata, possiamo citare l’ipoglicemia reattiva, forse dovuta ad una somministrazione di zuccheri troppo veloce in conseguenza ad un digiuno prolungato. Questa pratica scatenerebbe una ipersecrezione di insulina, che ottiene un risultato perfettamente opposto a quello desiderato.
Ma per l’ipoglicemia reattiva, detta anche postprandiale, non si hanno certezze sulla causa reale. Un altro caso tipico infatti di questa particolare ipoglicemia, è la manifestazione a distanza di un paio d’ore, a volte 3, dai pasti. Molte le teorie sul tavolo, a partire da una eccessiva sensibilità individuale all’adrenalina, che sarebbe prodotta in eccesso, favorita dalla mancanza di zuccheri, provocando gli stessi sintomi dell’ipoglicemia.
Alla base dell’ipoglicemia reattiva potrebbe esserci anche una carenza di glucagone, in quanto compare anche in caso di iperinsulinemia, in quanto il ruolo di questo ormone è opposto a quello dell’insulina.
Il glucacone interviene in caso di carenza di zuccheri, mentre l’insulina in caso di eccesso. A confermare questa tesi sarebbe anche la comparsa di ipoglicemia tardiva, che si manifesta dopo 4 ore dal pasto.
L’ipoglicemia reattiva è inoltre considerata una forte indicazione di diabete mellito di tipo II, in quanto l’alterazione della secrezione di insulina, fa si che questo ormone sia prodotto in ritardo subito mangiato, e in eccesso quando il pasto è stato già digerito, comportando la conseguente ipoglicemia.
Ipoglicemia in pazienti sani e diabetici
Quando ad essere colpiti da ipoglicemia sono i pazienti diabetici, le cause possono essere dovute ad un eccessivo dosaggio di insulina o di farmaci insulinici, stimolatori della secrezione. Oppure le cause possono essere quelle già considerate, di scorretta alimentazione o attività fisica troppo intensa. Per i pazienti sani, l’eccesso di alcool è una delle cause più comuni per l’ipoglicemia, come le operazioni chirurgiche all’apparato gastrointestinale e alcune patologie.
Sintomi
Come abbiamo ricordato, non sempre la glicemia bassa comporta dei sintomi tangibili. I segnali che il nostro organismo “lancia” a gran voce, si avvertono solo se il livello di glucosio nel sangue scende in maniera drastica, producendo effetti iniziali soprattutto a carico del sistema nervoso: il cervello è il primo organo del nostro corpo che può risentire di livelli bassi di glucosio nel sangue. Per questo motivo, non è raro che bassi livelli di glicemia nel sangue possano comportare astenia, mal di testa, debolezza, sensazione di diffusa stanchezza anche senza compiere grandi sforzi, disorientamento, convulsioni nei casi più gravi e confusione o amnesia. Sono inoltre considerabili tipici sintomi di glicemia bassa (ma, evidentemente, non solo di glicemia bassa!) anche l’ansia, la tachicardia, il tremore, la sudorazione fredda e il nervosismo, la sensazione di fame, la nausea, il vomito e il dolore allo stomaco.
La glicemia bassa può portare anche a convulsioni, scialorrea, pallore, formicolii e alterazioni dell’umore, fino al grave caso della perdita di coscienza e del coma ipoglicemico, quando la concentrazione di zuccheri nel sangue si riduce sotto i 20 mg/dl.
Conseguenze
La glicemia bassa, soprattutto se sottovalutata e non tempestivamente affrontata, può portare a conseguenze anche abbastanza serie. Per quanto concerne i bambini, ad esempio, sia sufficiente notare come se il loro livello di glucosio scende troppo, prende il via un processo di chetosi che li condurrà ad acetone (il tipico alito cattivo ne è facile dimostrazione) e vomito.
Le conseguenze non sono limitate solamente ai bambini. Per quanto attiene i più anziani, bassi livelli di glucosio nel sangue possono favorire una crisi ipoglicemica, che nei soggetti più deboli può a sua volta tramutarsi in coma diabetico se la situazione non è tenuta adeguatamente sotto monitoraggio.
Nell’ipotesi in cui la condizione di glicemia bassa dipenda da cause fisiologiche e non da motivazioni di natura patologica, sarà sufficiente mangiare un alimento con zuccheri (frutta), o bere un bicchiere di acqua con uno o due cucchiai di zucchero: in breve tempo i livelli di glucosio nel sangue torneranno alla normalità senza particolari strascichi.
Per quanto intuibile, nell’ipotesi in cui la glicemia bassa dipenda da cause patologiche, sarebbe opportuno cercare di rivolgersi prontamente al proprio medico di fiducia e ad uno specialista in endocrinologia, che riuscirà a comprendere quale sia la determinante di tale condizione, e somministrare la giusta terapia per poter ripristinare uno stato di corretto benessere del nostro organismo.
Fonti e bibliografia
- Biochimica Clinica e Medicina di Laboratorio. M. Ciaccio, G. Lippi; Ed. Edises; 2018
- Editorial commentary: Importance of triglycerides. Alan F.JonesDPhil, FRCPath, FRCP; Ed. Elsevier; 2017
- Manuale di endocrinologia. F. Lombardo, A. Lenzi; Ed. Edises; 2017