La flogosi cronica non è altro che un’infiammazione che si presenta in maniera permanente e si caratterizza per essere la conseguenza di uno stimolo di natura lesiva continuo, che dura per diverse settimane o anche per svariati mesi. Questa particolare infiammazione va a provocare la proliferazione di fibroblasti, così come una notevole diffusione di componenti mononucleati. La flogosi cronica dura per un tempo necessario affinché si metta in moto il sistema immunitario e, nella maggior parte dei casi, porta ad un’alterazione dei tessuti, provocando sia delle variazioni a livello degli antigeni propri che con gli antigeni estranei. Di conseguenza, la reazione del sistema immunitario e la flogosi cronica, piuttosto di frequente, si possono considerare due facce della medesima medaglia.
Flogosi cronica cause
La flogosi cronica si caratterizza per poter insorgere in due differenti modi: si può manifestare come conseguenza vera e propria di una situazione di acuzie, oppure può insorgere spontaneamente. Si passa dalla forma acuta a quella cronica nel momento in cui non si riesce ad ottenere una risoluzione della forma acuta e tale situazione può derivare da un’anomalia che ha interferito nel buon esito dei processi di guarigione, ma anche all’attività di un elemento lesivo che non si può rimuovere. La flogosi cronica può insorgere in modo spontaneo nel caso di flogosi persistenti che vengono provocate da parte di diversi microorganismi intra-cellulari, oppure per via del continuo e diretto contatto con dei materiali che non sono degradabili, ma anche per via di tutta una serie di patologie autoimmuni.
Flogosi cronica cellule
Questo tipo di flogrosi si caratterizza per una notevole concentrazione di cellule che vengono definite mononucleate: si tratta di plasmacellule, fibroblasti, linfociti e macrofagi.
Flogosi cronica e flogosi acuta
La principale differenza che intercorre in confronto al tipo di infiammazione acuta è rappresentata dal fatto che l’essudato è ricco di cellule, in cui la prevalenza è data da linfociti, fibroblasti e macrofagi. Il più elevato quantitativo di cellule, ad ogni modo, viene parificato da macrofagi che, in confronto ai granulociti, si caratterizza per proliferare nella zona che è stata colpita dall’infiammazione. Le modifiche dell’endotelio vasale provocano una facile esposizione direttamente sulla stessa superficie formata da molecole di adesione sia per i linfociti che per i monociti, causando un processo che dura a lungo nel tempo e che si chiama proprio flogosi cronica. Il connettivo diventa tessuto di granulazione e si caratterizza per via della concentrazione di monociti macrofagi, ma anche linfociti, angiogenesi di vasi del tutto nuovi e fibroblasti che sono stati attivati. I macrofagi, dal canto loro, si caratterizzano per la produzione di kemochine, andando a causare l’attivazione dei linfociti, che a loro volta si caratterizzano per la produzione di varie sostanze che portano all’eliminazione della matrice che si trova al di fuori della cellule.
Flogosi cronica tipologie
Ci sono due forme con cui di solito può insorgere un’infiammazione cronica e si tratta di quella diffusa o di quella granulomatosa. La forma diffusa si caratterizza per avere un gran numero di alterazioni dal punto di vista morfologico, ma sempre limitate ad un solo distretto del corpo. Nel tipo granulomatoso, al contrario, l’alterazione è legata sempre ad un granuloma. Dal punto di vista patogenetico, il granulano e la forma diffusa sono praticamente uguali, nonostante abbiano un aspetto morfologico diverso e le cellule rimangono comunque le medesime. Dal punto di vista immunitario, però, c’è una maggiore concentrazione di linfociti. Tra le cause che vanno a provocare il processo di natura infiammatoria troviamo praticamente le stesse della forma acuta. La principale differenza è rappresentata dal fatto, però, che tali cause non scompaiono dopo qualche tempo, ma rimangono a lungo. Il processo cronico insorge nel momento in cui le cause sono in grado di provocare l’attivazione di diverse cellule immunitarie tipo che fanno parte dei linfociti T, che si caratterizzano per la produzione di una tipologia differente di chemochine, andando a stimolare lo sviluppo dei macrofagi e l’attivazione dei linfociti, al posto che provvedere al richiamo dei leucociti. In poche parole, viene stoppata anche la produzione di tutte quelle sostanze che hanno una funzione vasodilatatoria, mentre le chemochine che vengono prodotte si caratterizzano per andare ad attivare diverse tipologie di cellule che provocano una vera e propria cronicizzazione.