Il termine generico fischio alle orecchie, indica la presenza di acufeni, che si possono manifestare sotto forma di ronzio, fruscio o pulsazione. Tali rumori sono percepiti da chi ne soffre, in maniera costante e persistente.
Sono dei suoni fantasma, in grado di rendere particolarmente difficile la vita di una persona. Essi sono diffusi, ma nonostante questo, ancora oggi molto difficili da trattare.
Attualmente sembra essere stato fatto un passo avanti verso l’identificazione di una nuova terapia. Le informazioni sono pubblicate sulla rivista Trends and Cognitive Sciences.
Tali ricerca, sembra aver identificato l’origine neurologica del fischio alle orecchie, che sembra essere la stessa per il dolore cronico. Nello specifico, è una alterazione dei meccanismo cerebrali che controllano gli stimoli dolorosi e quelli dei rumori.
L’identificazione di questo mal funzionamento comprese le aree interessate, è avvenuta grazie al lavoro di alcuni scienziati della Georgetotown University Medical Center di Washington, in collaborazione con Technische Universitat Munchen della Germania.
Da cosa è determinato
In presenza di fischio alle orecchie, la percezione del rumore persiste anche quando in realtà lo stimolo è cessato. La stessa cosa avviene per il dolore, che continua a farsi sentire anche a distanza di tempo da un infortunio ad esempio. Diverse aree della corteccia prefrontale e di quella cigolata anteriore, non sono più in grado di bloccare gli stimoli che percepiscono.
Tali zone, sono coinvolte nella valutazione e modulazione delle esperienze emotive, spiega il dottore Josef Rauschecker. Esse agiscono come fossero un cancello, ovvero un sistema di controllo per le sensazioni percettive. Inoltre, valutano il significato di ogni singolo stimolo sensoriale, sia interno che esterno, modulando in questa maniera il flusso di informazioni nel nostro cervello.
Il fischio alle orecchie, ovvero l’acufene, ed il dolore cronico, si manifestano quando tutto questo sistema è compromesso. Secondo l’Associazione Americana Acufeni, ovvero l’ATA, attualmente sono 45 milioni gli americani che soffrono di fischio alle orecchie. Ad esserne colpiti sono in particolare gli over 60, ed i lavoratori esposti in ambienti particolarmente rumorosi, oppure musicisti.
Gli autori evidenziano inoltre, che vi sono ancora una serie di questioni non chiarite, come la relazione di tale disturbo, con interventi clinici. Nonostante questo, sembrano essere ottimisti verso la risoluzione del problema. Comprendere come le aree del cervello modulano gli stimoli delle percezioni, potrebbe essere un passo avanti. Questo potrebbe determinare una valutazione standardizzata del rischio da parte degli individui, di sviluppare il fischio alle orecchie. Una volta comprese le vere cause, è possibile agire con un intervento mirato e precoce.
Come ridurre i sintomi
Il trattamento adeguato in presenza di fischio alle orecchie, dipende principalmente dalla causa scatenante. Molto speso questa, può essere una combinazione di più fattori uniti insieme.
L’individuazione dei fattori, permetterebbe di compiere dei passi avanti per quel che riguarda il trattamento del fischio alle orecchie. Questo disturbo, a lungo andare, può divenire invalidante, e condizionare la vita di chi ne soffre.
Quando gli acufeni sono dovuti ad una condizione particolare di salute, il medico potrebbe adottare delle misure in grado di far scomparire il fischio alle orecchie. In altri casi invece, si tenta di introdurre nel soggetto affetto, delle abitudini a non sentire più i rumori e fastidi. Molto utili sono i trattamenti di mascheramento, dove vengono adottati altri suoni ambientali che emettono frequenze costanti. È possibile infine, che il medico prescriva al paziente dei farmaci inibitori del rumore, oppure degli ansiolitici per alleviare la sintomatologia.
Approfondimenti e credit
- Acufene: tutte le cause, sintomi e rimedi per il fischio all’orecchio
- Dossier/I – Vertigini e acufeni? È colpa dell’asimmetria, su LaStampa.it