La Costocondritie è un’infiammazione delle giunzioni, tale per cui le costole superiori si uniscono con la cartilagine che le tiene fino allo sterno. Questa condizione causa dolori toracici localizzati che si possono riprodurre spingendo la cartilagine nella parte anteriore della gabbia toracica.
Generalmente, la Costocondrite è intesa come condizione relativamente innocua, e di solito sparisce senza la necessità di alcun trattamento. La causa è di solito sconosciuta, ma può essere determinata da una maggiore attività che coinvolge le braccia.
Le cause della Costocondrite
La Costocondrite è un processo infiammatorio di solito non accompagnato da una causa certa. Traumi minori ripetuti alla parete toracica, uso eccessivo delle braccia o infezioni respiratorie virali possono comunemente causare dolore toracico e, dunque, favorire tale scenario.
Occasionalmente, la Costocondrite può anche essere il frutto di infezioni batteriche, che possono a loro vola verificarsi in persone che fanno uso di farmaci per via endovenosa o che hanno subito un intervento chirurgico alla parte superiore del torace. Dopo l’intervento chirurgico, la cartilagine può infatti diventare più incline all’infezione, a causa del ridotto flusso sanguigno nella regione che è stato operata.
Diversi tipi di malattie infettive possono inoltre causare la Costocondrite:
- virale: la Costocondrite si verifica comunemente con le infezioni respiratorie virali a causa dell’infiammazione della zona a causa dell’infezione virale stessa, o da sforzo da tosse;
- batteriale: la costocondrite può manifestarsi dopo l’intervento chirurgico ed essere causata da infezioni batteriche;
- funghi: le infezioni fungine sono cause rare di Costocondrite.
Sintomi di Costocondrite
Il dolore al torace associato alla Costocondrite è solitamente preceduto da esercizio fisico, traumi minori o da un’infezione delle vie respiratorie superiori.
Il dolore, che può essere fastidioso e persistente, di solito è acuto e si trova sulla parete frontale del torace. Può irradiarsi alla schiena o all’addome ed è più comune sul lato sinistro.
Il dolore può inoltre essere avvertito in seguito a un respiro profondo o tosse. I siti più comuni di dolore sono la quarta, quinta e sesta costola. Questo dolore aumenta quando si sposta il tronco o respira profondamente. Al contrario, diminuisce quando il movimento si ferma o con la respirazione tranquilla.
Inoltre, una sensazione di “morbidezza” riproducibile quando si preme sulle articolazioni delle costole (giunzioni costocondrali) è una caratteristica costante della Costocondrite.
Di contro, la sindrome di Tietze mostra gonfiori alla giunzione costola-cartilagine, mentre la Costocondrite non ha gonfiore evidente. Nessuna delle due condizioni comporta la formazione di pus o ascesso. La sindrome di Tietze interessa solitamente le giunzioni alla seconda e terza costola. Il gonfiore può durare diversi mesi. La sindrome può svilupparsi come una complicazione dell’intervento chirurgico sullo sterno da mesi ad anni dopo l’operazione.
Quando la Costocondrite si verifica come risultato di infezione dopo l’intervento chirurgico, si avvertirà anche arrossamento, gonfiore, o pus nel sito dell’intervento chirurgico.
Trattamento della Costocondrite
Se il problema non è avvertito in maniera grave, è possibile ricorrere a rimedi domiciliari per la Costocondrite, come l’assunzione di antidolorifici come farmaci antinfiammatori non steroidei come ibuprofene o naprossene secondo necessità.
Si può inoltre usare il calore locale o il ghiaccio per alleviare il dolore, ed evitare esercizi inutili o attività che peggiorano i sintomi; evitare dunque gli sport di contatto fino al miglioramento dei sintomi, per poi tornare alle attività normali solo dopo parere medico. Possono essere utili anche esercizi di stretching.
Se i rimedi di cui sopra non sono sufficienti, è bene rammentare che generalmente la Costocondrite risponde a farmaci antinfiammatori non steroidei come ibuprofene e naprossene. La Costocondrite infettiva (batterica o fungina) deve essere trattata inizialmente con antibiotici per via endovenosa. Successivamente, gli antibiotici per via orale o per via endovenosa devono essere proseguiti per altre due o tre settimane per completare la terapia.