La cetirizina si caratterizza per essere un farmaco antistaminico di seconda generazione. Si tratta di un antagonista dei recettori H1. Tra le sue principali caratteristiche troviamo sicuramente il fatto di rappresentare il più importante metabolita della idrossizina, dal momento che presenta, per gran parte, i medesimi effetti. Questo farmaco è stato diffuso e commercializzato in Italia con svariate denominazioni. Tra quelle più frequenti troviamo Formistin, Cerchio, Stamidix, Ceteris, Reactine e Zirtec.
Il funzionamento di questo farmaco prevede essenzialmente di andare a fermare i recettori dell’istamina H1. Il principio attivo di questo farmaco è la cetirizina dicloridrato, mentre tra i suoi componenti troviamo magnesio stearato, lattosio monoidrato, macrogol stearato, ipromellosa, silice colloidale anidra e cellulosa microcristallina.
Per cosa si può usare Cetirizina
Questo farmaco è stato autorizzato sul territorio italiano con uno scopo clinico ben preciso, ovvero per la cura della rinite allergica stagionale, così come quella cronica. Tra gli altri usi di tale farmaco troviamo sicuramente quello per contrastare la congiuntivite allergica e l’orticaria cronica idiopatica. Inoltre, viene utilizzato piuttosto di frequente anche per la cura di svariate allergie, così come per la febbre da fieno e per contrastare in maniera efficace l’angioedema. Spesso, infine, viene impiegato come vero e proprio sintomatico per la cura della dermatite atopica intrinseca. Questo farmaco presenta un’azione che risulta essere efficace anche nel caso in cui sia necessario curare i vari sintomi che insorgono per colpa della patologia di Kimura. Quest’ultima è una malattia particolarmente rara che si sviluppa in modo particolare nei ragazzi asiatici e che va a colpire e danneggiare i linfonodi e i tessuti molli sia del collo che della testa: in poche parole, provocano delle lesioni che ricordano molto i tumori.
Questo farmaco ha anche una notevole azione benefica nella cura del prurito che può insorgere in seguito a questo tipo di lesioni, visto che presenta importanti proprietà antinfiammatorie e antiprurito. Sembra che l’azione inibitoria che viene svolta sugli eosinofili sia fondamentale per la cura della patologia di Kimura, dal momento che tali cellule hanno un ruolo di primo piano nella formazione delle lesioni che vanno a colpire la pelle.
I principali effetti collaterali di Cetirizina
Nel corso della terapia a base di tale farmaco c’è la possibilità che i pazienti debbano fare i conti con alcuni effetti collaterali: stiamo facendo riferimento in modo particolare a cefalea, capogiro, una sonnolenza prolungata nel corso della giornata, agitazione, ansia, confusione mentale, ma anche depressione, allucinazioni, affaticamento. Tra gli effetti indesiderati che insorgono, invece, con minore frequenza troviamo sicuramente delle problematiche nella minzione, secchezza delle fauci, problematiche relative all’accomodazione dell’occhio e sintomi anticolinergici. Si sono verificati anche vari casi che hanno sviluppato, in seguito all’uso di tale farmaco, epatite acuta, oppure hanno subito delle modifiche delle funzionalità epatica, provocate da un incremento della AST e ALT, ma anche della bilirubina. Gran parte di tutti questi effetti collaterali si possono risolvere tranquillamente interrompendo la cura a base di tale farmaco.
Quali sono le principali controindicazioni
Questo farmaco non deve mai essere assunto da tutti quei soggetti che presentano un’importante ipersensibilità nei confronti del principio attivo. Inoltre, se ne sconsigli l’impiego anche in tutti quei casi in cui i pazienti abbiano degli importanti problemi di insufficienza renale. Nei soggetti adulti che presentano un’insufficienza renale lieve oppure moderata, si consiglia di abbassare il dosaggio a circa 5 mg al giorno.
Qual è il dosaggio che viene raccomandato
La dose che si consiglia di assumere nei soggetti adulti di cetirizina, così come nei bambini che hanno almeno 12 anni, è pari a 10 mg ogni giorno. Si consiglia sempre una somministrazione serale. Questo farmaco può essere assunto anche da tutti quei bambini che hanno un’età compresa tra 6 e 12 anni, ma il dosaggio deve essere chiaramente ridotto a 5 mg al giorno. Per i bambini che hanno più di un anno e meno di sei anni, invece, si deve utilizzare una particolare forma in gocce orali, con un dosaggio che di solito è compreso tra 2,5 e 5 mg da assumere ogni giorno. La durata di questa cura varia in base alla malattia che bisogna curare. Per quanto riguarda la terapia per contrastare la febbre da fieno si consiglia un trattamento che va dalle tre fino alle sei settimane. Per quanto riguarda la cura dell’orticaria cronica o della rinite allergica, invece, la cura può anche essere protratta più a lungo, fino al massimo ad un anno. Esattamente come tanti altri farmaci antistaminici, anche questo si può trovare in vendita insieme alla pseudoefedrina cloridrato, ovvero un decongestionante.
Come si deve utilizzare Cetirizina in gravidanza
Questo farmaco si può somministrare nel corso della gravidanza, ma solamente quando effettivamente serve, ovvero quando i benefici per la futura madre sono superiori rispetto ai rischi messi in preventivo. Il consiglio è quello di evitare di impiegare questo farmaco in tutte quelle pazienti che stanno allattando al seno, dal momento che attualmente non si hanno sufficienti informazioni per quanto riguarda la diffusione di questo principio attivo all’interno del latte materno, anche se pare che possa effettivamente finire al suo interno. In ambito letterario ci sono state delle ricerche su animali che hanno permesso di comprendere come tale farmaco non vada a provocare effetti particolarmente dannosi né sull’embrione e né sul feto, così come non vada a causare alcun problema durante la fase del parto oppure nella crescita dopo la nascita. In ogni caso si consiglia sempre di interrompere il trattamento con tale farmaco nel corso di una gravidanza.
Cosa succede in caso di sovradosaggio
Nel caso in cui il paziente assuma un quantitativo di cetirizina superiore in confronto a quello che è stato consigliato, deve contattare subito il proprio medico curante oppure andare in ospedale, avendo cura di portare con sé la confezione del farmaco. Nel caso in cui il paziente si scordi di assumere una dose di tale farmaco, allora è fondamentale evitare di raddoppiare il dosaggio nel medesimo giorno per riequilibrare la dose che non è stata presa. L’interruzione della terapia con questo farmaco deve essere sempre preceduta dal consulto del medico. Infatti, nel caso in cui il paziente decida di interrompere la cura con questo medicinale in modo brusco, allora i sintomi precedentemente trattati possono insorgere nuovamente. In ogni caso, se il paziente ha ogni tipo di dubbio deve chiedere un consiglio al proprio medico di base.
Conservazione e scadenza
È fondamentale che questo farmaco venga conservato a distanza rispetto ai bambini. Non si deve mai impiegare una volta che è stata superata la data di scadenza che si può trovare sulla scatola oppure sul blister. Non devono essere seguite delle regole particolari per quanto riguarda la conservazione, ma è fondamentale che tale medicinale non venga gettato tra i rifiuti domestici o nell’acqua di scarico.