Avete mai sentito parlare della cartilagine di squalo? Si tratta di un particolare integratore alimentare di origine animale, che viene ricavato – come intuibile dallo stesso nome – dallo scheletro essiccato e polverizzato degli squali o, meglio, di esemplari appartenenti all’ordine Selachimorpha. Assunto per via orale, e generalmente supportato da presunti benefici nei confronti dei dolori artritici e della psoriasi, e ancora per poter migliorare il ritmo di guarigione delle ferite o per poter ridurre le complicazioni oculari e contro le enteriti, la cartilagine di squalo è accompagnata da una lunga serie di evidenze, smentite, polemiche, falsi miti e ripercussioni legali.
Studi scientifici
Diversi sono stati i recenti studi scientifici sulla concreta efficacia della cartilagine di squalo nel trattamento della degenerazione maculare (con conseguente perdita della vista). Effettivamente, dalle analisi compiute, sembrerebbe che l’estratto specifico Neovastat – AE-941, contenuto nella cartilagine, se assunto per 4 settimane, potrebbe migliorare o stabilizzare la capacità visiva (il condizionale è comunque d’obbligo, mancando ulteriori prove scientifiche). Altri studi hanno inoltre ipotizzato che la cartilagine di squalo, se applicata sulla pelle come un unguento, possa ridurre i sintomi legati all’artrite reumatoide (ma l’unguento in esame conteneva anche canfora, che potrebbe essere pertanto il principale o unico responsabile del miglioramento). Un’altra ricerca suggerisce inoltre che l’estratto specifico Neovastat – AE-941, già accennato, assunto per via orale o topica, potrebbe migliorare l’aspetto e diminuire il prurito della psoriasi a placche (anche in questo caso, si utilizza il condizionale, essendo insufficienti gli studi disponibili).
Di contro, numerosi studi hanno smentito l’efficacia della cartilagine di squalo nella cura del cancro. Le analisi compiute negli anni 90 hanno infatti smentito il mito inizialmente diffuso, dimostrando che l’assunzione per via orale della cartilagine non determina alcun beneficio nelle persone affette da neoplasie. Mancano però alcuni studi più specifici sull’efficacia di tale prodotto nel trattamento di persone con forme cancerose meno avanzate. Si stanno comunque conducendo nuove analisi per poterne sapere di più: a dimostrazione di ciò, l’estratto gode da tempo dello status di “Orphan Drug Status” da parte dell’americana FDA, con conseguente disponibilità di incentivi speciali per lo studio dei farmaci per la cura delle malattie rare.
Critiche alla cartilagine di squalo
L’utilizzo della cartilagine di squalo è stata accompagnata da numerose critiche, e non solo legate alla presunta inefficacia nella cura di alcune malattie. Ad esempio, il prelievo degli squali per ottenere la cartilagine potrebbe condurre a una condizione di grave rischio demografico di molte delle loro popolazioni, trattandosi di una pesca non certo eco-sostenibile.
Tossicità della cartilagine di squalo
In aggiunta a quanto sopra, si ricorda come la cartilagine di squalo sia un prodotto potenzialmente tossico, poiché contiene tracce di elementi di contaminazione ambientale tipica dei pesci di grosse dimensioni (come il mercurio).
Dosaggio
La dose opportuna e appropriata di cartilagine di squalo dipende da alcuni fattori da considerare in maniera specifica, sulle condizioni del singolo paziente: si pensi alla sua età, allo stato di salute, alla presenza o meno di eventuali malattie o ancora ad altre condizioni che potrebbero far propendere verso dosi più o meno maggiori. Per questo motivo vi consigliamo di consultare con particolare attenzione il vostro medico di fiducia al fine di individuare il migliore dosaggio: tenete in merito conto che non sono ad oggi disponibili delle informazioni sufficientemente accurate per poter determinare con precisione una dose consigliata e che il fatto che si tratti di un prodotto naturale non equivale ad affermare che lo stesso sia sicuro, soprattutto a dosaggi molto elevati.
Sicurezza della cartilagine di squalo
Alcuni studi suggeriscono che il limite temporale dell’assunzione della cartilagine di squalo per via orale sia pari a 40 mesi, che diventano solamente 2 per le applicazioni sulla pelle. Entro certi limiti, ed entro i dosaggi consigliati dai medici, il suo utilizzo è dunque discretamente sicuro.
Non bisogna comunque dimenticare che – al di là del sapore pessimo – è possibile che tra gli effetti collaterali dell’uso della cartilagine vi siano alcune condizioni come la nausea, il vomito, il mal di stomaco, la costipazione, l’ipotensione arteriosa, le vertigini, l’iperglicemia, o ancora degli elevati livelli di calcio nel sangue e una sensazione stanchezza.