A volte è infatti una condizione che seppur diagnosticata e sintomatica, non ha bisogno nemmeno di uno specifico intervento chirurgico.
Insomma, già da questa breve introduzione dovreste poter trarre un minimo di rassicurazione. Peraltro, proprio a parziale serenità di coloro che guardano con preoccupazione a tale evento, possiamo ricordare un’altra cosa. Ovvero, che in prevalenza può trattarsi di una massa che generalmente passa “inosservata”, e non è produttiva di alcun disagio.
Altrettanto intuibilmente, quanto sopra non sta certamente a significare che dobbiate ignorare la sua presenza, o trascurarla, soprattutto quando inizia a manifestarsi con qualche segnale. Detto ciò, cerchiamo di compiere un focus su questa condizione, scoprendo che cosa sia, quali siano le sue caratteristiche e come poterla fronteggiare.
Cos’è l’angioma al fegato
Introdotto quanto precede, ricordiamo ora che l’angioma al fegato, conosciuto anche con il nome di angioma epatico, o di emangioma, è un groviglio di vasi sanguigni che può formarsi all’interno di questo organo.
Non si tratta – come a volte si è portati superficialmente a pensare – di un tumore maligno. Bensì, come vedremo, “solo” di una massa benigna che nella maggior parte dei casi non causa disturbi al paziente. Proprio per questo motivo a volte questa massa viene generalmente individuata in concomitanza con altri controlli. Si tratta di esami prescritti per indagare altri problemi che non siano certamente diretti a ispezionare la sua esistenza.
Si tenga anche conto che secondo le ricerche più recenti condotte in materia, la probabilità di avere a che fare con questo disturbo riguarderebbe in prevalenza le donne. E che, tra esse, le più interessate sono quelle tra i 30 e i 50 anni. Si tenga altresì conto che sempre secondo le stesse ricerche vi è una maggiore incidenza tra quelle donne che hanno affrontato una gravidanza. E, ulteriormente, tra coloro che hanno alleviato i sintomi della menopausa, affidandosi a una terapia ormonale sostitutiva.
Proprio questa evidenza conduce a pensare che a giocare un ruolo fondamentale nella formazione dell’angioma al fegato sarebbero gli ormoni. E proprio per questo motivo le donne che sono affette da una simile condizione potrebbero andare incontro a qualche complicazione nel caso in cui dovessero rimanere incinta. O, ancora, nel caso in cui dovessero assumere dei farmaci che possono influenzare i livelli di ormoni, come la pillola anticoncezionale.
Cause dell’angioma al fegato
Le cause che stimolano la formazione dell’angioma al fegato non sono completamente chiare. Tuttavia, secondo diversi studi, e secondo alcune recenti analisi, si tratterebbe di un problema congenito. È inoltre stato sostanzialmente accertato che – come già accennato nelle righe che precedono – a favorire la crescita sarebbero gli estrogeni. Dunque, potenziali responsabili potrebbero essere gli ormoni femminili, i cui livelli aumentano di norma durante la gravidanza.
Come riconoscere l’angioma al fegato
Come abbiamo già ricordato in sede di apertura di questo nostro breve approfondimento sull’angioma al fegato, nella maggior parte dei casi la presenza di un angioma epatico è priva di qualsiasi sintomo. Ne deriva che il paziente è portato a non avvertire la sua presenza. E, potenzialmente, a scoprire dunque l’esistenza dell’angioma solo quando deve sottoporsi a degli esami per altri problemi.
È anche vero però che in altre ipotesi, invece, l’angioma al fegato può manifestarsi attraverso dolori alla parte alta e destra dell’addome. Un sintomo che a volte è piuttosto persistente, e che può altresì essere accompagnato da altri sintomi concomitanti. Tra i principali ricordiamo, ad esempio, un senso di pienezza dopo aver mangiato delle piccole quantità di cibo, mancanza di appetito, nausea, vomito.
Come ben intuibile, nell’ipotesi in cui il paziente dovesse andare incontro a simili disagi, sarà opportuno parlarne tempestivamente con il proprio medico di fiducia. Dopo un colloquio iniziale, il medico potrebbe consigliare al paziente di sottoporsi ad esami come ecografia, TC, RN, SPECT, finalizzati a diagnosticare o meno l’angioma, o le altre cause dei disturbi avvertiti.
Come curare l’angioma al fegato
Valutato che cosa sia l’angioma al fegato e quali siano le cause che possono condurre alla formazione di questo problema, possiamo procedere un po’ oltre e cercare di capire come fronteggiare tale condizione.
Se quanto sopra abbiamo avuto modo di riassumere risulta essere sufficientemente chiaro, dovrebbe esserlo anche il fatto che nella maggior parte dei casi trattare l’angioma al fegato non richiede alcuna cura specifica.
Il principale problema è, in questo caso, psicologico. Come purtroppo accade di frequente, molte persone che sono affette da tale condizione non riescono a sopportare positivamente l’idea di convivere il resto della propria vita con una massa benigna nel proprio fegato.
Proprio in questo caso gioca un ruolo fondamentale il proprio medico di riferimento. Al dottore e allo specialista toccherà infatti il compito di tranquillizzare i pazienti, ricordando loro che non vi sono prove scientifiche che determinano che un emangioma possa portare allo sviluppo di un cancro.
In ogni caso, è anche opportuno che – a fronte di masse benigne di piccole dimensioni – ci si sottoponga a un periodico controllo regolare, finalizzato a monitorarne eventuali evoluzioni.
Solo in alcuni casi rari, infine, l’angioma al fegato può crescere e determinare complicazioni. In queste particolari fattispecie potrebbe dunque essere richiesto un intervento chirurgico necessario a rimuovere la massa, o asportare una parte del fegato.
In altre ipotesi da ponderare con il proprio medico potrebbe invece rendersi necessario sottoporsi ad alcune procedure per poter bloccare il flusso di sangue all’emangioma, promuovendone il blocco o la riduzione.
Solamente in casi estremamente gravi si opta per un trapianto di fegato.