Tutti hanno sentito parlare almeno una volta dell’anemia ma, in pochi sono a conoscenza del fatto che ne esistono tantissime varianti. Alcune forme sono piuttosto semplici e addirittura si risolvono da sole, altre invece sono complicate e le terapie possono durare anche tutta la vita.
L’anemia si diagnostica grazie a un semplice esame del sangue, anche perché il risultato del processo scatenante è sempre uno: i globuli rossi sono ridotti. Il problema in realtà non è diagnosticarla, ma capire quali sono le cause scatenanti. Oggi comunque ci concentriamo in modo particolare sull’anemia perniciosa, che rientra tra le forme di non semplice risoluzione, la quale alcune volte può anche durare tutta la vita.
Cos’è l’anemia perniciosa?
L’anemia perniciosa si presenta quando nell’organismo vi è una carenza di vitamina b12. Questo nutriente è fondamentale per l’organismo, in quanto gioca un ruolo cruciale durante lo sviluppo dei globuli rossi. Quando vi è una carenza quindi, si incorre in anemia.
Purtroppo uno scarso apporto di vitamina b12 provoca anche un cattivo funzionamento del sistema nervoso, portando all’occorrenza a problemi più o meno gravi. Consideriamo che il termine anemia perniciosa viene utilizzato più per indicare il quadro clinico della carenza vitaminica in questione, piuttosto che per la scarsa presenza di globuli rossi.
Non esiste in realtà una cura, ma solo una terapia capace di tenere a bada i sintomi. Essa deve durare tutta la vita.
Le cause dell’anemia perniciosa
Abbiamo visto che la principale causa dell’anemia perniciosa è la carenza di vitamina b12. Si trova di solito all’interno degli alimenti di origine animale. Latte, uova, carne e pesce ne contengono in quantità sufficiente per soddisfare il fabbisogno dell’organismo. E’ proprio qui che viene mossa la principale critica verso chi segue l’alimentazione vegana, in quanto vanno in deficit da vitamina b12. E’ possibile in questo contesto far uso di appositi integratori di vitamina b12.
Tuttavia non è sufficiente seguire la giusta alimentazione per evitare l’anemia perniciosa, visto che questo problema specifico non sempre ha a che fare con la dieta. La causa è molto spesso genetica, ma si manifesta con il passare del tempo. L’anemia perniciosa in pratica fa si che la vitamina b12 non sia assorbita dall’organismo. Il sistema immunitario attacca questa sostanza ritenendola dannosa, ecco che non viene assorbita dall’intestino.
Questa non è l’unica causa. Può esserci infatti un problema al recettore intestinale, oppure può dipendete dall’azione di alcuni batteri e parassiti. Giusto per fare un esempio, uno dei responsabili può essere il Diphillobotrium latum, un verme molto simile alla tenia. In pratica si nutre di questa vitamina e impedisce all’organismo di assimilarla. Altra causa può essere il bypass gastrico o il sondino.
Alcune cause possono essere trattate, altre invece no. Tuttavia le conseguenze sono comunque le stesse.
Dopo quanto compare il problema?
Tenete di conto che i sintomi possono manifestarsi anche diversi mesi dopo che la patologia è insorta. Il nostro fegato contiene una grande razione di vitamina B12 e l’organismo impiega molto tempo a terminarle. Solo a questo punto iniziano a far capolino i sintomi che aumentano d’intensità un po’ alla volta.
Sintomi dell’anemia perniciosa
- Difficoltà durante la respirazione
- Stanchezza diffusa, sia a livello fisico che mentale
- Difficoltà nei movimenti più semplici
- Le mucose sono pallide, con colorazione tendente al giallo
- Formicolio agli arti a causa degli impulsi nervosi che non arrivano bene al cervello
- La lingua diventa insensibile e i sapori sono sbagliati
- Continui mal di testa
- Cambio d’umore improvviso
Per quanto riguarda le complicanze invece possono essere davvero molto gravi, fino alla morte. Questo perché ad un certo punto vengono coinvolti anche i nervi adibiti al controllo delle funzioni vitali, come ad esempio quelle della respirazione.
Diagnosi dell’anemia perniciosa
La prima diagnosi avviene sui sintomi e può farla solo il medico. Di solito riescono già ad indicare la presenza di anemia. A questo punto richiede al paziente ulteriori esami per avere comunque la conferma. A questo punto è importante capire se la vitamina B12 c’è o meno nel corpo, a questo punto basta fare alcuni esami del sangue. Dopo questa seconda conferma si cerca la causa della carenza, che può dipendere dalla poca assunzione o dal malassorbimento.
Per valutare l’assorbimento viene usato il test di Schilling. In pratica al paziente viene somministrata vitamina b12 radioattiva in basse dosi, misurando così quella che arriva nel sangue. Se non c’è e si trova tutta nelle feci, è un problema di cattivo assorbimento.
Terapie disponibili
La terapia la sceglie il medico davanti al quadro clinico completo. Ne esistono due disponibili. Una viene effettuata per ingestione e una per iniezione. La prima è inutile quando l’assorbimento non c’è, perché l’organismo la considererebbe al pari di un bicchier d’acqua. Questa è la strada giusta se la causa è una scarsa assunzione a causa di una dieta scorretta oppure se c’è un malassorbimento come nel caso di gastrite cronica. In questo caso basta somministrarne più del necessario, così da soddisfare i bisogni del corpo.
Va iniettata invece, quando non c’è proprio l’assorbimento. Va immessa per via diretta nel sangue. Le iniezioni sono del tipo intramuscolari e vengono fatte una volta al mese. Il medico ne somministra moltissima. E’ una terapia da eseguire per tutta la vita.