L’adenopatia è un affezione di origine infiammatoria, tumorale o infettiva che colpisce i linfonodi e che è di solito accompagnata da adenomegalia, ovvero dal rigonfiamento dei linfonodi. Questo termine significa infatti “infiammazione di ghiandola”: di fatto potrebbe indicare indistintamente l’infiammazione a carico di una ghiandola qualunque, come di un linfonodo, ma è utilizzato di solito in riferimento a quest’ultimo.
I linfonodi, o ghiandole linfatiche, sono posti in tutto il corpo lungo le vie linfatiche che drenano batteri, virus, materiali di rifiuto dai tessuti o estranee.
Tutte le sostanze che sono nocive arrivano ai linfonodi, scatenano qui una reazione infiammatoria che ha proprio lo scopo di difendere l’organismo. Qui i processi infiammatori assumono caratteristiche particolari, ovvero sono infiammazioni ma non vengono riconosciute come tali come quelle causate da una malattia, poiché sono una reazione caratteristica della funzionalità di queste ghiandole.
Proprio per questo motivo di solito si parla della malattia si dice più spesso linfoadenopatia. Con tale termine si identificano tutti i processi che portano all’ingrandimento dei linfonodi, con o senza segni clinici che indichino flogosi, cioè arrossamento, dolore, calore etc.
Da questo gruppo sono esclusi i rigonfiamenti di linfonodi dovuti a un processo di tipo neoplastico primitivo, come il linfoma, o secondario, cioè dato da un tumore. I linfonodi sono composti perlopiù da cellule linfocitarie di tipo B e di tipo T (rispettivamente nei follicoli e nelle zone paracorticali).
In essi vi sono inoltre cellule monicitiche e macrofagiche che si sviluppano e proliferano e che vanno ad ingrandire il linfonodo, dando luogo a linfadenopatia. In alcune malattie la linfadenite può essere un sintomo importante e indica la presenza di agenti patogeni. Il termine adenite è raro che si usi da solo.
L’adenopatia può essere di diversi tipi
Adenopatia superficiale: colpisce di solito ascelle, inguine, nuca, collo ed è sufficiente un esame clinico per verificarle. Esse sono di natura infiammatoria oppure infettiva di solito. Al tatto i linfonodi risultano relativamente sensibili e molli, mentre la pelle sovrastante risulta arrossata e calda. Se l’origine tuttavia è tumorale queste adenopatie appaiono dure e non sono calde. Al tatto sono mobili sottopelle.
Adenopatia profonda: L’adenopatia profonda interessa torace e addome e viene alla luce di solito grazie ad esami radiologici, quindi ecografia, radiografia del torace, TAC, risonanza, linfografia. In questo caso questo tipo di adenopatia si manifesta con segni di compressione a carico degli organi vicini.
Cause
L’adenopatia ha di solito origine infettiva: quindi può essere virale, come la mononucleosi infettiva, parassitaria, come la toxoplasmosi, batterica, causata da germi piogeni o non piogeni.
La localizzazione tipica dell’ adenopatia è il collo, l’inguine, l’ascella, ma in alcuni casi possono anche essere più in profondità e quindi essere addominali o mediastiniche, e possono interessare organi circostanti.
Di solito è asintomatica, anche se in certi casi il linfonodo gonfio può essere visibile in superficie e far male al tatto. In casi più gravi l’adenopatia può provocare dolori nella zona addominale e dare febbre. In questo caso è facile si tratti di adenopatia mesenterica acuta virale.
Malattie che possono manifestarsi con l’ingrossamento dei linfonodi sono quindi più o meno gravi, per esempio:
- mal di gola, infezioni virali o batteriche, tubercolosi, mononucleosi, infezioni all’orecchio, malattie trasmesse sessualmente, batteri stafilococchi, virus HIV, ipersensibilità ai farmaci, tumori, malattie autoimmuni (amiloidosi, sarcoidosi, lupus, artrite reumatoide), infiammazioni date dalla presenza di un corpo estraneo.
I sintomi dell adenopatia possono essere diversi, i più comuni comunque sono:
- linfonodi ingrossati
- debolezza e affaticamento
- senso di pesantezza e malessere
- mal di gola
- naso che cola
- dolori
- febbre
- sudorazione notturna
In taluni casi il disturbo può portare a complicazioni che devono essere segnalate al medico. Tra queste:
- Difficoltà respiratoria
- Perdita di sensibilità nella zona intorno al linfonodo o a un arto
- Perdita di peso
Diagnosi
La comparsa di sintomi e segni anomali è meglio segnalarla al medico, che dopo una visita, analisi ed esami può stabilire la diagnosi e la giusta terapia.
Il medico prenderà in considerazione i sintomi e verificherà l’ingrossamento dei linfonodi con la palpazione. Può essere che richieda delle analisi del sangue. Se è necessario può anche prescrivere test come per esempio una biopsia, in modo da capire con certezza che cosa ha causato l’adenopatia.
Per il riconoscimento di un’adenopatia di natura tumorale è necessario ricorrere alla biopsia oppure ad una biopsia exeresi del linfonodo.
L’esame dell’addome viene fatto con una TAC, che permette un’analisi approfondita. L’analisi del contenuto all’interno del linfonodo è comunque indispensabile al fine di elaborare una diagnosi precisa e il trattamento da seguire.
La cura
I rimedi per l’adenopatia possono essere diversi e dipendono dal fattore scatenante della patologia. La cura quindi è conseguente a questa informazione. Essa comunque può includere assunzione di farmaci per via orale o topica. Nei casi gravi può anche rendersi necessario un intervento chirurgico. Allo stesso modo la prognosi dipende da molteplici fattori: dalla tempistica con la quale è stata diagnosticata l’adenopatia, dalla gravità del caso, dallo status di salute e dall’età del soggetto affetto.
Per alleviare il dolore di solito si prendono degli analgesici, per ridurre la febbre degli antipiretici e se si tratta di un’infezione batterica si prendono degli antibiotici.
La cosa da ricordare è che l’ingrossamento di un linfonodo è di solito sintomo di un’altra malattia, poiché come detto fanno da filtro e si infiammano apposta, come loro reazione. È probabile quindi che nelle vicinanze vi sia un’infezione. Se l’adenopatia ha un’evoluzione cronica, il linfonodo non è particolarmente infiammato o dolente, ma è tumefatto.
La malattia che l’ha provocato sarà allo stesso modo cronica, come per esempio un granuloma apicale o una neoplasia.
I linfomi sono tumori propri dei linfonodi che possono essere confusi con un’adenite cronica. In questo caso però i linfonodi fanno male e sono fusi con quelli vicini. Per questo è sempre bene non sottovalutare mai l’ adenopatia: un linfonodo infiammatosi costituisce sempre un allarme che richiede visita medica. Non è possibile curare da soli un’ adenite.
Fonti e bibliografie
- Linfoadenopatie neoplastiche; inquadramento.
- http://biblioteca.asmn.re.it/
- Le linfoadenopatie dal medico di famiglia all’ematologo.
- http://www.progetto-leonardo.it/
- https://ordinemedicinovara.com/