Conosciamo e scopriamo il gioco di ruolo che ha fatto scuola, Dungeons & Dragons: il ruolo psicologico e di apprendimento di questo capolavoro.
Oggi parliamo di un gioco molto conosciuto e che ha fatto scuola nel mondo dei giochi di ruolo: Dungeons & Dragons. Il titolo nato negli anni ’70 ha creato un modo di giocare e di riunirsi attorno ad un tavolo. La cosa che ci interessa oggi, oltre conoscere l’origine e il funzionamento di questo magnifico gioco, è comprendere il valore e le funzioni benefiche. Benefici psicologici alla base dell’apprendimento e, soprattutto, della comprensione empatica.
Dungeons & Dragons (D&D) vede la luce nel 1974 dall’idea di Gary Gygax e Dave Arneson. Ambientazione immersa nel fantasy, sposta questo mondo dai libri ai manuali di gioco, accompagnando i giocatori attraverso la scoperta di un universo già conosciuto all’interno de Il Signore degli Anelli, uscito venti anni prima. Dungeons & Dragons è un gioco di ruolo e lavora con con l’immaginazione dei giocatori che si ritrovano all’interno di un contesto e delle regole che canalizzano l’esperienza. Ma cos’è un gioco di ruolo? Qui possiamo iniziare ad addentrarci all’interno del nostro tema.
Quando parliamo di giochi di ruolo, intendiamo quel mondo ludico dove, attraverso manuali che istituiscono regole e ambientazioni, il giocatore decide di interpretare un personaggio. Quindi i giocatori si trovano in un ambiente immaginario condiviso in cui possono interpretare (ruolare) il loro personaggio con l’ausilio di un narratore che conduce la storia, il Dungeon Master (DM). Proprio questo aspetto rende questo mondo molto interessante da un punto di vista puramente psicologico e di apprendimento.
L’interpretazione immaginifica ci permette di entrare in relazione con personaggi e sfide molto distanti da noi. Quindi è possibile sperimentare e scoprire senza avere le conseguenze dell’errore, andando a conoscere qualcosa che altrimenti non avremmo avuto modo di scoprire. Ecco quindi che inizia tutto un lavoro di comprensione delle azioni del proprio e degli altri personaggi. Un insieme di ricerche e di interpretazioni che accendono i neuroni a specchio ed elaborano un’abilità fondamentale: l’empatia. Uno studio, infatti, (Rivers 2016) ci ha mostrato come l’esperienza del gioco di ruolo assorba il giocatore a pieno e presenti un’alta immedesimazione, anche se il personaggio è lontano, caratterialmente, dal giocatore.
La possibilità , quindi, di divertirsi e sperimentarsi senza le conseguenze dell’errore è un ottimo banco di prova per vivere un’apprendimento caldo. Un apprendimento così definibile perché inserito in un contesto positivo la cui nozione viene assorbita in un momento di serenità e gioco. Un modo per riuscire a comprendere e apprendere l’empatia per poterla riapplicare nella vita quotidiana. Ecco quindi che le capacità assorbite durate le partire di Dungeons & Dragons diventano generalizzabili, quindi possono essere estese al di fuori dell’esperienza di gioco, e discriminate, quindi riconosciute fra le varie opzioni e applicate nella vita quotidiana.
Lorenzo Angelini