Morte di Papa Francesco: cos’è la “tanatoprassi” e perché si utilizza

Tra pochi giorni ci saranno i funerali di Papa Francesco, in queste ore in molti si chiedono cosa sia la “tanatoprassi” e a cosa serva.

Dopo la morte di Papa Francesco, avvenuta il 21 aprile alle 7:35 a causa di un ictus cerebrale seguito da coma e arresto cardiaco irreversibile, il suo corpo è stato preparato per l’omaggio dei fedeli.

mani di papa francesco con rosario nero e anello papale
Morte di Papa Francesco: cos’è la “tanatoprassi” e perché si utilizza (fonte foto profilo instagram del Vaticano) – Inran.it

Ma a differenza di quanto accadeva in passato, oggi esistono metodi moderni per mantenere intatto l’aspetto della salma per diversi giorni. Uno di questi si chiama tanatoprassi.

Tanatoprassi e imbalsamazione: non sono la stessa cosa

La tanatoprassi è un trattamento post-mortem temporaneo che permette di rallentare i naturali processi di decomposizione.

Non è un’imbalsamazione vera e propria, cioè non rende il corpo “eterno” come accade nei riti egizi o in alcune procedure particolari.

papa francesco nella cappella durante la cerimonia
Tanatoprassi e imbalsamazione: non sono la stessa cosa (fonte foto profilo instagram del Vaticano) – Inran.it

Si tratta invece di un intervento che serve per mantenere l’integrità del corpo per un periodo limitato, di solito da 10 a 15 giorni. Per questa ragione è possibile tenere la salma del defunto Papa in una bara aperta per diversi giorni, così da permettere ai fedeli di salutarlo per sempre.

Consente quindi una lunga esposizione della salma al pubblico in modo dignitoso, senza che il corpo presenti segni evidenti di decomposizione.

Questa tecnica è stata utilizzata anche per il Papa emerito Benedetto XVI e, fuori dall’ambito religioso, per personalità come il calciatore Pelé.

Papa Francesco: in cosa consiste la tanatoprassi

La tanatoprassi prevede una serie di passaggi precisi. Prima di tutto, viene iniettato nel sistema arterioso un liquido conservante: si tratta di una sostanza simile alla formalina che aiuta a mantenere i tessuti stabili e a rallentare la decomposizione.

Questo fluido agisce anche sugli odori e impedisce la fuoriuscita di liquidi corporei, due fenomeni naturali che si verificano nelle ore e nei giorni successivi al decesso.

chiesa con esponenti religiosi e papa francesco
Papa Francesco: in cosa consiste la tanatoprassi (fonte foto profilo instagram del Vaticano) – Inran.it

Dopo questa fase, il corpo viene trattato anche esternamente: si eseguono interventi estetici leggeri per restituire al volto e al corpo un aspetto sereno, rispettoso e il più possibile naturale. L’obiettivo non è solo estetico, ma anche igienico: la tanatoprassi è infatti anche una forma di sanificazione.

Tanatoprassi in Italia: cosa sapere

Mentre in Paesi come gli Stati Uniti o la Francia questa procedura è piuttosto comune, in Italia la tanatoprassi non è ancora regolamentata da una normativa nazionale precisa. Alcune regioni la praticano su richiesta delle famiglie o in ambito ospedaliero, ma in generale mancano delle norme che regolamentino il trattamento.

Nonostante ciò, in contesti particolari come quello vaticano, la pratica è ormai consolidata: permette di esporre la salma in ambienti con diverse condizioni climatiche, alla presenza di migliaia di fedeli e per più giorni consecutivi. In questo caso, si tratta non solo di preservare il decoro del defunto, ma anche la possibilità per milioni di persone di rendergli l’ultimo saluto.

Nel caso di Papa Francesco, la tanatoprassi ha reso possibile la lunga esposizione della sua salma in Vaticano, permettendo a fedeli provenienti da tutto il mondo di vederlo un’ultima volta.

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