Sembra uno scherzo ma è vero: arriva il burro fatto d’aria, e cambia tutto in cucina

Potrebbe sembrare paradossale eppure è nato il burro fatto d’aria, ma cosa cambia in cucina e sull’ambiente? Scopriamolo

Il burro è un ingrediente prezioso in cucina e lo troviamo in molte ricette, soprattutto nella pasticceria. Oggi, anche in Italia viene utilizzato il burro per la viennoserie, ovvero per i lievitati francesi, sostituendo l’olio o lo zucchero. Si tratta comunque di un alimento molto grasso. Per questa ragione va consumato in modo moderato, altrimenti può pesare sul cuore. Si tratta di un ingrediente molto amato dagli chef perché ha un sapore davvero delicato e inconfondibile.

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burro all’aria: cos’è esattamente? Come cambia l’impatto ambientale-inran.it

Non può mai mancare nelle mantecature, soprattutto nella realizzazione dei risotti. Inoltre dona molta struttura, soprattutto nei dolci, come croissant e frolla. In questo caso può essere considerato insostituibile. Ultimamente, grazie alla tecnologia che sta facendo passi da gigante, è nata una nuova versione del burro: il burro all’aria. Ma cos’è esattamente? Ma soprattutto cosa cambia in cucina e a livello di impatto ambientale?

Burro ottenuto dall’aria: ecco cosa cambia

Può apparire come uno scherzo, ma è tutto vero: esiste un burro che non arriva dalle mucche, ma dall’aria. Da qui possiamo capire che la tecnologia continua ad avanzare, e dietro questa trovata c’è Savor. Parliamo di una startup californiana che ha deciso di ripensare completamente il modo in cui produciamo i grassi alimentari. E il risultato è qualcosa che ha del sorprendente.

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Burro realizzato con l’aria: come funziona esattamente-inran.it

In pratica, il loro “burro” si ottiene combinando anidride carbonica, idrogeno e ossigeno. Sembra quasi magia, ma è chimica avanzata. Grazie a un processo termo-chimico molto sofisticato, queste molecole vengono trasformate prima in acidi grassi, poi in trigliceridi, che sono i principali costituenti del burro così come lo conosciamo. Il prodotto finale? Ha lo stesso sapore, la stessa consistenza e viene utilizzato in cucina come il burro classico.

In California, c’è già una panetteria che lo usa per fare croissant e pane. A quanto pare, i clienti non solo non notano la differenza, ma anzi… ne sono entusiasti.

Il vero punto forte? L’impatto ambientale

Quello che rende davvero interessante questa invenzione, però, non è solo la tecnologia in sé, ma le sue implicazioni ambientali. Produrre un solo chilo di burro convenzionale comporta un’emissione che può andare da 5 fino a 14 chili di CO₂. Una quantità enorme, considerando quanto burro consumiamo ogni anno nel mondo.

Il burro “dall’aria” di Savor, invece, emette meno di un grammo di CO₂ per chilo. Hai letto bene: meno di 0,8 grammi. È una differenza talmente netta da sembrare impossibile, eppure è confermata dai primi dati forniti dall’azienda. A questo si aggiunge il fatto che non serve terra, non servono animali, né enormi quantità di acqua o mangimi.

In un’epoca in cnon si parla d’altro di cambiamento climatico, un’alternativa del genere potrebbe davvero cambiare le carte in tavola.

E adesso?

Per ora, Savor sta ancora lavorando per ottenere tutte le autorizzazioni sanitarie e aumentare la produzione. Ma il mondo della cucina già hanno iniziato a testarlo: ristoranti stellati, chef famosi e pasticcerie d’élite hanno iniziato a sperimentare questo nuovo ingrediente.

Certo, il pubblico dovrà abituarsi all’idea che un alimento “naturale” possa essere prodotto in laboratorio partendo da gas atmosferici. Ma non è detto che sia un ostacolo insormontabile. Anzi, per molti potrebbe diventare un motivo in più per provarlo. Dopotutto, se può fare bene al pianeta e… sa di burro, perché no?

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