Il grasso nel corpo dipenderebbe dal periodo in cui si nasce: gli interessanti risultati di uno studio condotto da un team di ricerca giapponese
Il grasso, lo sappiamo, è un componente naturale del nostro corpo ma diventa problematico quando le quantità aumentano, soprattutto di quello cattivo che può ostruire le vene ed i condotti del sangue e portare a malattie da non sottovalutare.

E se il grasso nel corpo fosse legato alla nascita? Un punto di vista che non era stato mai preso in considerazione fino ad oggi e analizzato. Grazie ad un recente studio è emersa una interessante associazione statistica. Vediamo tutti i dettagli e cosa c’entra la nascita con l’accumulo di grasso.
Il grasso nel corpo ed il rapporto con la nascita
Il periodo di nascita può influenzare come il grasso si accumula nel corpo. A dirlo un interessante studio condotto da un team di ricerca giapponese afferente al Centro di Ricerca per la Scienza e la Tecnologia Avanzate (RCAST) dell’Università di Tokyo che insieme ad altri istituti come il Dipartimento di Nutrizione, la Facoltà di Infermieristica e Nutrizione del Tenshi College e l’Università di Scienze Avanzate di Kyoto sono giunti ad una interessante conclusione grazie ad una osservazione che ha coinvolto centinaia di giovani.
Le persone che nascono nella stagione fredda hanno maggiori possibilità di cambiare il modo in cui il grasso si accumula nel corpo. I nati nei mesi freddi hanno un indice di massa corporeo (BMI) più basso e dunque meno possibilità che il grasso si accumuli intorno agli organi, oltre ad avere un metabolismo più efficiente.

Insomma, una serie di benefici e facilitazione sulla vita grazie ad una serie di benefici che non sono affatto da sottovalutare e che potrebbero dipendere dal periodo di nascita.
Il freddo e l’influenza sul grasso bruno
I ricercatori sostengono che durante il concepimento lo stress termico ambientale causato dal freddo vada ad influenzare l’attività degli adipociti legati al grasso bruno, mediante dei meccanismi trascrizionali ed epigenetici.
Un meccanismo che nei topi è stato ampiamente dimostrato ma che per l’uomo non ci sono ancora certezze. L’analisi condotta sui giovani partecipanti allo studio che si è focalizzato sulle condizioni meteo della nascita, ha suggerito che tale processo con buona certezza sia presente anche nell’essere umano.

“L’analisi meteorologica ha rivelato che temperature esterne più basse e maggiori fluttuazioni delle temperature giornaliere durante il periodo di fecondazione sono fattori determinanti chiave dell’attività del tessuto adiposo bruno (TAB)”, spiegano i ricercatori.
Le conclusioni
Gli esperti giapponesi concludono dunque che i risultati emersi nello studio fanno pensare che il “destino metabolico del TAB e la suscettibilità alle malattie metaboliche sono preprogrammati dall’eredità epigenetica dell’esposizione al freddo prima della fecondazione negli esseri umani”. In breve, chi nasce nella stagione fretta potrebbe avere un metabolismo più efficiente e dunque protettivo nello sviluppo del grasso corporeo.