Ancora un caso di indignazione nei confronti della sanità italiana: due anni di attesa per una risonanza. La rabbia di un’operaio malato.
Che la sanità italiana, considerata una delle eccellenze nel mondo, versi in condizioni difficili, è ormai sotto gli occhi di tutti. Ospedali al collasso, pochi medici disponibili, molti dei quali partiti all’estero in cerca di salari e di condizioni di vita migliori, file di attesa infinite, prenotazioni incerte e ospedali, specialmente quelli del sud, che faticano a prestare soccorso e servizi ai cittadini, per via della carenza di personale o di apparecchiature moderne.

Una situazione spesso disastrosa che ormai è diventata la nuova realtà del nostro Paese, e un motivo in più per arrabbiarsi con le istituzioni, che spesso sono assenti e sembrano non prendere in considerazione le lamentele dei propri cittadini. Uno degli ultimi scandali riguarda un operaio pugliese, arrabbiato dopo la richiesta di prenotazione per una semplice risonanza magnetica.
Attesa di due anni per una risonanza magnetica, a Taranto la rabbia di un operaio
Piero Vernile, ex operaio Ilva, la più grande industria siderurgica in Europa, protagonista di tanti scandali e principale artefice di gravi malattie in tutta la zona del tarantino, con i suoi fumi tossici, nel corso degli anni ha disseminato morte e sofferenza. A causa del lavoro nella fabbrica, Piero, padre divorziato con tre figlie, ha un’invalidità del 65%.
46 anni, Vernile rappresenta una classe operaia disperata, non ascoltata dalle istituzioni, in perenne protesta per far valere i propri diritti, semplici diritti di un lavoratore. Eppure, ancora oggi, nel 2025, quando i diritti di ogni cittadino dovrebbero essere rispettati e garantiti, così non è, visto che l’ex operaio Ilva denuncia a gran voce la Asl di Taranto dopo la prenotazione di una visita per una risonanza magnetica.

“Venga a marzo 2027”, si è espressa così, l’Asl pugliese di Palagiano, tramite un’impiegata del Cup, il Centro Unico Prenotazioni. Due anni di attesa per una risonanza, ma forse Pietro Vernile, che ha lavorato all’Ilva a partire dai 19 anni, due anni di tempo non li ha, visti i problemi di salute che si porta dietro da tempo. L’appuntamento, fissato al 27 marzo 2027 all’ospedale di Castellaneta, è lontanissimo.
Appuntamento per una risonanza magnetica tra due anni, scandalo nella sanità pubblica
Nel 2017, Piero ha scoperto la presenza di alcuni linfonodi al braccio destro e due focolai tumorali al polmone destro. Da quel momento, l’ex operaio segue periodici controlli medici e necessita di costanti osservazioni con Tac e Pet. A questi controlli, ora si è aggiunta una risonanza magnetica, prevista però soltanto tra due anni. “Tra due anni non so neanche se ci sarò ancora”, ha sentenziato l’operaio, affranto.
Già le cure sono state rallentate durante la pandemia, nel 2020, ora anche la beffa. “Sono arrabbiato, sentirmi dire che la risonanza è tra due anni mi fa provare schifo per questa Regione e per questa nazione”, ha proseguito Piero Vernile. “Noi dell’Ilva ancora oggi respiriamo sostanze cancerogene, c’è l’amianto non incapsulato”.

Insomma, la sanità pubblica italiana va a rotoli, e non si riescono a garantire sicurezza e assistenza ai cittadini. Regione e Governo dovrebbero mettersi in moto, fare qualcosa per risolvere la situazione, garantendo una sanità efficiente, accorciando le liste d’attesa, perché una lista di attesa può significare vita o morte, per tante persone.
Non a caso, chi può si rivolge al privato, pagando, ma forse salvandosi la vita. Vernile ora è diventato sindacalista, in Uilm, per dare voce al suo disappunto. La storia operaia di Taranto è costellata da morti di cancro, sia adulti che bambini, sottolineando una malasanità vergognosa. A seguito dello scandalo, magicamente la Asl di Taranto è riuscita a trovare un buco per il prossimo 9 aprile. “Questa cosa mi fa ancora più schifo” ha replicato Piero.