Neuralink: Noland è il primo paziente ad avere nel cervello un chip che legge i pensieri

Un chip impiantato nel cervello umano per controllare device esterni con il solo pensiero. conosciamo da vicino il progetto di Telepathy della Neuralink

Un tempo era qualcosa che vedevamo solo nei film di fantascienza, oggi è realtà. Parliamo dei chip impiantati nel cervello di un essere umano. Tutto questo oggi è realtà per mano di Neuralink, la società di neurotecnologie di Elon Musk che ha brevettato un dispositivo, chiamato Telepathy che consente di controllare dei device esterni con il solo pensiero.

Noland Arbaugh
Noland Arbaugh, il paziente zero di Telepathy (Inran.it)

Il paziente zero c’è e si chiama Noland Arbaugh che ha accettato di partecipare alla sperimentazione e di farsi impiantare, pare ad ogni costo, il chip. Vediamo cosa ha raccontato e come è cambiata la sua vita.

Che cos’è e come funziona Telepathy

Noland Arbaugh è stato operato un anno fa, nel gennaio del 2024 e ora sta sperimentando la sua nuova vita, quella che oggi conduce “insieme” al chip Telepathy. All’inizio la sua identità è rimasta riservata lasciando pensare che il primo paziente ad avere nel cervello un chip fosse qualcuno costretto all’immobilità visto che la sperimentazione era stata lanciata per aiutare le persone con la SLA.

Niente di tutto questo. Telepathy, dispositivo cerebrale che si basa sulla brain-computer interface (BCI), un’interfaccia che consente al cervello di dialogare con un altro dispositivo, è stato impiantato su un uomo sano.

Elon Musk chip
Elon Musk ed il chip della sua società (Inran.it)

L’impianto è alimentato da una piccola batteria che si ricarica in modalità wireless. Il suo potenziale è quello di “controllare il tuo smartphone o computer e, attraverso questi, quasi ogni altro device con il solo pensiero” aveva spiegato Musk annunciando il suo progetto sui social. Il chip riesce a rilevare ed elaborare i segnali neurali che tramite la connessione wireless ed un’apposita applicazione vengono tradotti in azioni o intenti su un dispositivo esterno.

La testimonianza di Noland

“Quando mi sono svegliato dall’intervento onestamente non sapevo cosa aspettarmi”, ha raccontato Noland Arbaugh alla Bbc ammettendo di sentirsi in un mondo fantascientifico.

“Riuscivo a controllare un computer con i pensieri” ha ammesso soddisfatto e felice della scelta fatta precisando di aver fatto di più “nell’ultimo periodo di quanto non abbia fatto in tutti i trent’anni precedenti”.

Telepathy
L’impianto di Telepathy sul primo cervello umano (Inran.it)

Nel percorso iniziato da un anno non sono già mancati i primi problemi. Dopo qualche mese, infatti, il chip ha iniziato a funzionare male. Noland ha avuto paura che non funzionasse più ma non si è intimorito. Ha spiegato che “qualsiasi cosa succeda” il chip rappresenta un primo e importante passo per imparare di più sul cervello.

I rischi di Telepathy

I rischi ed i dubbi sul chip di Elon Mask non sono pochi. In primis sul fatto che negli anni il dispositivo possa deteriorarsi. La sperimentazione, ad oggi, prevede un termine di sei anni di studio. Cosa succederà successivamente ancora non è chiaro.

Inoltre l’uso del chip ha sollevato anche dubbi sulla privacy. I nostri pensieri non hanno così nessuna protezione in quanto il dispositivo consente di accedere completamente a quello che la persona pensa.

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