Matteo Bassetti avverte sulla reale possibilità di una nuova pandemia scatenata dal virus dell’influenza aviaria H5N1: “C’è il rischio concreto che arrivi all’uomo”
Il virus dell’influenza aviaria torna a far paura, e anche in Europa. I casi che sono stati riscontrati negli ultimi tempi hanno allarmato i cittadini ed in molti hanno iniziato a non voler consumare più uova e latte.

Da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) arrivano rassicurazioni sul fatto che al momento non ci sono evidenze scientifiche che dimostrino la trasmissione del virus dall’animale all’uomo attraverso il consumo di uova se queste sono ben cotte. Nel nostro Paese arriva però l’avvertimento del professor Matteo Bassetti che sottolinea di tenere alta la guardia. Vediamo perché.
Bassetti mette in guardia sull’aviaria: possibile nuova pandemia
Negli ultimi giorni in Europa è scattato l’allarme in merito al virus dell’influenza aviaria H5N1 che è stato riscontrato in una pecora nel Regno Unito. Gli esperti hanno alzato la guardia e tra questi, ad esporsi, c’è anche il nostro Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova.
L’esperto che abbiamo imparato a conoscere nel corso della pandemia da Covid non ha usato mezzi termini e ha messo in guardia sul fatto che prima o poi l’influenza aviaria colpirà anche l’uomo.

Un avvertimento molto chiaro quello lanciato dal professore che parla di una nuova possibile pandemia come un rischio non più lontano e remoto ma come un rischio concreto.
Il rischio concreto del contagio umano
“È chiaro che quando (il virus) inizia a colpire anche i bovini di allevamento o le pecore (per non parlare dei gatti, che finora sono stati casi isolati) può diventare un enorme problema contenerlo ed evitare che si trasmetta all’uomo, data la vicinanza” ha detto chiaramente Matteo Bassetti sulla diffusione del virus dell’influenza aviaria H5N1.
È evidente, spiega l’esperto, che il rischio di contagio per l’uomo non è più una remota possibilità ma una concreta minaccia. Si tratta di un virus noto per la sua “capacità di mutare rapidamente” e questo gli permetterebbe di arrivare più facilmente all’uomo.

Una singola mutazione, infatti, precisa il professore, potrebbe cambiare lo scenario che si è osservato fino ad ora, ovvero che il contagio umano è avvenuto solo “per via indiretta, da animale a uomo”.
Poca organizzazione sul campo
Matteo Bassetti avverte sul fatto che ad oggi non c’è una reale preoccupazione sul fatto che il virus possa arrivare all’uomo. Lui si augura che questo accada il più tardi possibile ma precisa che non bisogna sottovalutare la possibilità che accada.
Il vero problema? La mancanza di farmaci adeguati. Se è vero che oggi sono disponibili alcuni antivirali, va considerata la possibilità che la loro efficacia possa essere compromessa dalla resistenza del virus e dalla sua velocità di mutazione.
Inoltre, avverte, le dosi di farmaci oggi disponibili sono limitate e la preparazione sanitaria per affrontare il problema è scarsa come anche difficile la produzione di nuovi farmaci e vaccini. “Non occorrono piani pandemici sulla carta, ma una reale organizzazione sul campo” ha concluso.