Dolori al petto e febbre alta, problemi derivati da un cibo in particolare; ecco che cosa è successo nei dettagli.
Il cibo è un piacere per il palato e per il nostro umore, oltre che la nostra fonte di sostentamento. Tuttavia, l’attenzione non è mai troppa. Ci sono alcuni alimenti che non possono essere consumati senza le dovute accortezze, alimenti che possono dare dei sintomi fastidiosi in persone con problemi oppure alimenti che nascondono delle insidie. Pensate che una persona si è recata in ospedale con dolore al petto e febbre alta e si è scoperta la causa in un cibo in particolare.

Quando si dice la classica frase “siamo quello che mangiamo” non è così distante dalla realtà dei fatti. Gli alimenti che facciamo entrare nel nostro organismo portano dei nutrienti e delle sostanze ben precise. Tutto questo entra in circolo, alcune cose verranno espulse, mentre altre rimarranno, anche per anni. Questo che vi raccontiamo è il caso, ad esempio, di un virus che è rimasto nel corpo per anni prima di svegliarsi e dare problemi.
Dolore al petto e febbre alta: tutto per colpa di un cibo in particolare
I ricercatori dell’Università della Florida e del malcolm Randall Veterans Affairs medical Center hanno pubblicato uno strano caso clinico. Hanno collaborato con i colleghi del dipartimento della salute e il CDC di Atlanta per parlare di un uomo che si è presentato in ospedale nel 2019 con dolori al petto, febbre alta e uno strano ispessimento della pelle sul torace.
Dopo la scoperta di un edema da parte dei medici dell’ospedale, il paziente si è sottoposto a tutte le analisi del caso anche se i ricoveri sono stati più di uno nel corso del tempo. Ad un certo punto è arrivata la diagnosi: batterio Brucella suis che provoca l’infezione chiamata brucellosi. La causa? L’uomo aveva mangiato della carne cruda di cinghiale, ma lo aveva fatto ben due anni prima.

L’uomo aveva un defibrillatore impiantato nel suo corpo e anche questo dispositivo è stato coinvolto dall’infezione del batterio. Quindi, il virus si è diffuso al cuore, alla vena succlavia e a parte del torace. Quello che ha sorpreso tutti è come abbia fatto l’uomo a non accorgersi di nulla, ma alla fine si è scoperto che questo virus può rimanere quiescente per anni e diffondersi nell’organismo prima di dare segnali.
Che cos’è la brucellosi
La brucellosi, l’infezione che ha colpito l’uomo del caso clinico appena descritto, è una malattia infettiva che deriva dai batteri del genere Brucella. Può essere trasmessa all’uomo dagli animali, in particolare bovini, ovini e suini. Il contagio avviene per contatto diretto con la cute o il sangue. L’uomo aveva mangiato carne cruda piena di sangue di cinghiale. Il calore uccide questo tipo di virus.
Questa infezione può manifestarsi molto tempo dopo all’improvviso con dei sintomi precisi: febbre alta, brividi, sudorazione, dolori articolari e muscolari, mal di testa, debolezza. Possono essere coinvolti anche il fegato e la milza. Ci sono delle complicanze, anche in rari casi, molto serie come meningoencefalite, orchite, colecistite, ascessi epatici o renali e osteomielite.

A volte non si rileva dalle analisi, fino a quando non compaiono i primi sintomi. La cura consiste nella somministrazione di antibiotici. In genere, la terapia ottimale richiede la somministrazione combinata di 2 antibiotici (es. doxiciclina o trimetoprim-sulfametossazolo più streptomicina o rifampicina).
Naturalmente, si può fare qualcosa per prevenire questo inconveniente. Cuocere la carne prima di tutto, ma il giusto iter deve avvenire negli allevamenti di bestiame. Quindi, bisogna sterilizzare gli strumenti, vaccinare il bestiame, pastorizzare o sterilizzare il latte e fare dei controlli periodici.