La terra trema ancora a Napoli, nuova scossa ai Campi Flegrei, in precedenza terremoto sul Gargano: cosa c’entrano i due eventi? Si può combattere la sismofobia?
Poco dopo le 13, una nuova scossa di terremoto ha scosso Napoli e l’area flegrea, suscitando preoccupazione tra la popolazione. L’evento, che è stato distintamente avvertito anche in altre località circostanti, ha sollevato interrogativi sul suo legame con altri recenti fenomeni sismici registrati in altre zone italiane.
Ieri sera, un terremoto di magnitudo 4.7 è stato registrato nel Mar Adriatico, a largo della costa del Gargano. L’epicentro dell’evento sismico è stato localizzato a circa 20 km a nord delle Isole Tremiti, con una profondità di 10 km. Questo terremoto è stato avvertito con intensità in diverse località della Puglia, specialmente nelle province di Foggia e Bari.
Molti si sono chiesti se la scossa avvertita nel Gargano possa essere collegata agli eventi sismici che, più frequentemente, interessano i Campi Flegrei, zona di notevole attività vulcanica. Tuttavia, le due scosse non sono correlate. Mentre il terremoto del Gargano ha un’origine tettonica, ovvero legata ai movimenti delle placche terrestri, i terremoti che si verificano nell’area flegrea sono di origine vulcanica.
I Campi Flegrei sono un supervulcano, e i terremoti che avvengono in quest’area sono legati al fenomeno del bradisismo, che comporta movimenti lenti e oscillatori della crosta terrestre dovuti all’attività magmatica sotterranea. Infatti, il terremoto di magnitudo 4.4 che ha colpito i Campi Flegrei il 13 marzo 2025, pochi giorni prima, è stato un altro esempio di questa attività vulcanica.
Questo tipo di terremoto è spesso associato a variazioni nel volume della camera magmatica e all’innalzamento o abbassamento del suolo, fenomeni tipici dei bradisismi che caratterizzano la zona. Il bradisismo, per spiegarla molto banalmente, è un fenomeno che è connesso al vulcanismo e determina un sollevamento del suolo, con le rocce che si deformano.
Le scosse di terremoto dei Campi Flegrei sono direttamente connesse quindi proprio alla rottura di queste rocce, sotto la pressione di questi bradisismi. Quindi il terremoto nel Gargano e quello nei Campi Flegrei sono fenomeni sismici distinti che, pur avvenendo in un breve lasso di tempo, non sono legati tra loro. Questo anche perché si tratta appunto di due zone geologicamente diverse.
Allo stesso tempo, va sottolineato come la zona dell’epicentro della scossa di ieri sera a ridosso del Gargano è caratterizzata da una pericolosità sismica alta, come indicato dalla Mappa della pericolosità sismica del territorio nazionale (MPS04). Lo conferma in un articolo sul proprio sito, l’INGV, che ricorda come nel corso dei secoli, l’area ha subito eventi distruttivi.
Tra questi viene citato il terremoto del 30 luglio 1627 (Mw 6.7), che ha causato danni ingenti a Apricena, Lesina, San Paolo di Civitate, San Severo e Torremaggiore, con crolli di edifici. Una ventina di anni dopo, un’altra forte scossa colpì la zona, esattamente il 31 maggio 1646 e in anni più recenti – a fine anni Ottanta – si ricordano due episodi sismici di magnitudo superiore a quattro.
Purtroppo, la conseguenza degli eventi sismici è per molte persone un disturbo che spesso viene sottovalutato, ovvero la sismofobia. Si tratta di un disturbo d’ansia che provoca una paura intensa e persistente legata alla possibilità di un terremoto. A causarlo, possono essere possono essere esperienze passate con terremoti, esposizione ai media o la percezione di non avere controllo su eventi naturali.
I sintomi includono pensieri ossessivi, reazioni fisiche come palpitazioni e sudorazione, evitamento di luoghi potenzialmente rischiosi e pensieri irrazionali di catastrofi imminenti. Oltre che con l’educazione ai terremoti, si affronta con terapia cognitivo-comportamentale per ristrutturare i pensieri distorti, esposizione graduale alle situazioni temute e tecniche di rilassamento.