In rari casi, l’Alzheimer può colpire anche giovani persone: la storia di Fraser, 41enne australiano, e i primi sintomi scambiati per stress.
Si stima che, in Europa, a soffrire di Alzheimer sia circa il 4,5% della popolazione ultrasessantacinquenne. L’Alzheimer rappresenta circa la metà dei casi di demenza senile e di degrado delle funzioni cognitive. Significa che è una malattia non solo difficile da affrontare ma anche molto impattante. Inoltre, nonostante i tantissimi studi, non si riesce ancora a bloccare e a risolvere in maniera definitiva.
Soltanto in Italia, i malati di Alzheimer rappresentano il 5% della popolazione, parliamo di oltre 500 mila over 65 che hanno problemi di memoria, confusione mentale, difficoltà a esprimersi e tante altre sintomatologie legate al degrado cognitivo. Talvolta, la malattia può insorgere in maniera precoce, con i primi segnali che si possono manifestare, almeno nei casi più gravi, già dopo i 50 anni. Ci sono dei casi, però, in cui l’Alzheimer si manifesta ancora prima, in giovane età.
In rarissimi casi, eccezionali, l’Alzheimer può insorgere in giovane età, come nel caso del 41enne australiano Fraser, un ricercatore che ha deciso di raccontare la sua storia, affidandola in un video caricato su YouTube. Fraser ha 41 anni, è un insegnante e ricercatore australiano, e ha deciso di raccontarsi e di raccontare agli utenti gli ultimi tre anni della sua vita.
A 38 anni Fraser aveva iniziato a notare alcuni particolari sintomi. Tuttavia, i primi campanelli di allarme erano stati sottovalutati, tanto che pensava fossero legati allo stress e al periodo di affaticamento. Una condizione temporanea, magari legata al troppo lavoro e alla vita frenetica. E invece, a seguito di alcuni controlli medici, al ricercatore era stato diagnostico l’Alzheimer in forma precoce.
Una malattia che ha cambiato la vita all’uomo. Nel video, Fraser ricorda che il primo vero sintomo che aveva sollevato in lui qualche dubbio, non era stata la perdita di memoria, piuttosto un cambiamento quasi impercettibile nelle capacità cognitive: “Non riuscivo a seguire le conversazioni, mi distraevo e mi perdevo delle frasi”. Questa condizione, inizialmente scambiata per semplice stress, si era fatta sempre più frequente, tanto da spaventarlo.
Un altro campanello di allarme che Fraser aveva notato era legato alla visione dei film. Dopo la visione di un film, infatti, il 38enne non ricordava quasi nulla della trama, ed era costretto a chiedere informazioni alla sua compagna. Dalla confusione nella trama alla dimenticanza di aver visto un certo film: “I sintomi si stavano aggravando, così ho iniziato a preoccuparmi”, riferisce Frase nella video-intervista.
Una sera, invece, Frase racconta di aver dimenticato che sua figlia era andata al cinema con le amiche, dunque, non vedendola nella sua stanza, aveva iniziato a preoccuparsi, tanto da uscire per andarla a cercare. Pensava fosse fuggita di casa: “Guidavo per le strade, la chiamavo al telefono, chiamavo i suoi amici. Ero terrorizzato. Non mi rispondeva nessuno. Poi mi ha chiamato lei, appena uscita dal cinema”.
Dopo questo episodio, Fraser aveva deciso di rivolgersi ai medici. Una volta scoperta la malattia, le abitudini quotidiane del ricercatore sono inevitabilmente cambiate. “Gestisco le mie giornate con fatica, l’Alzheimer mi toglie concentrazione, la mente si annebbia, non riesco a concentrarmi sulle cose e sono sempre confuso”. Purtroppo per Fraser, andando avanti, queste brutte sensazioni sono destinate ad aggravarsi, anche se diversi studi per rallentare la malattia stanno dando risultati positivi.