Com’è il miele millefiori che troviamo sugli scaffali dei principali supermercati italiani: cosa c’è da sapere e perché la situazione è preoccupante
Il miele è tra gli alimenti più apprezzati, soprattutto in inverno, ottimo per arricchire tè e tisane, da spalmare sul pane e come accompagno per salumi e soprattutto formaggi. La specialità millefiori è senza dubbio tra le più utilizzate, ma quanto fa bene?

La risposta è dipende. Da cosa? Dalla qualità del miele che, sé di per sé è un alimento sano e naturale, è necessario capire come viene realizzato e se davvero può essere definito in questo modo. Vediamo allora cosa succede nei principali supermercati italiani e cosa ci viene proposto.
L’analisi de Il Salvagente sul miele
Com’è il miele che troviamo nei supermercati italiani? È davvero buono, fresco e sano? A dare una risposta a queste domande ci ha pensato Il Salvagente che ha testato 14 vasetti di miele che si trovano in vendita nei principali supermercati e discount del nostro Paese,12 da agricoltura tradizionale e 2 biologici.
Freschezza e presenza di sostanze nocive per la salute, come ad esempio i pesticidi neonicotinoidi, che sono dannosi anche per le api stesse e per l’ambiente, sono stati i principali fattori che hanno guidato l’indagine.

Anche l’origine del miele è stata una discriminante importante. Si è analizzato, infatti, se il miele fosse di origine italiana o meno, con provenienze europee e non solo. Vediamo cosa è emerso.
I risultati dei test: situazione preoccupante
I dati sulla ricerca effettuata da Il Salvagente sul miele in vendita sugli scaffali dei supermercati italiani non sono per niente positivi. Solo 7 vasetti su 14 sono risultati contenete miele di origine italiano: gli altri ne erano miscelati ad altri di provenienze diverse, alcuni da paesi europei, altri extra fino a due che ne contenevano addirittura quantità di origine tropicale.
Ma non è tutto. Il dato più allarmante riguarda la presenza di sostanze nocive e nel dettaglio dell’acetamiprid, un pesticida neonicotinoide responsabile della moria delle api che è stato riscontrato in 9 vasetti su 14.

Inoltre, è stata riscontrata anche la presenza di un altro neonicotinoide, questo vietato dal 202. Si tratta del thiacloprid che è stato individuato su ben 3 vasetti di miele di quelli analizzati. Su 2 contenitori è stato individuato anche lo spirotetramat, un insetticida ritenuto molto pericoloso per l’uomo che sarà vietato a partire da ottobre 2025.
Il grave problema dei pesticidi
Dall’analisi emerge, dunque, che nonostante si parli di rispetto ambientale e di nuove tecniche di coltivazioni, il problema dei pesticidi resta. È evidente che la loro persistenza nell’ambiente è ancora forte e le api continuano a raccoglierli nonostante ne sia vietato l’uso nella coltivazione.
La cosa essenziale da precisare, infatti, è che queste sostanze rinvenute nel miele non sono lì perché usate dagli apicultori nel corso della produzione, ma perché vengono utilizzati ancora ampiamente in agricoltura, persistendo non solo sulle coltivazioni ma anche nelle acque e nei terreni e così le api ne sono le vittime.
A non passare il test i prodotti che si trovano nei supermercati più frequentati. Il punteggio più basso è stato ottenuto, infatti, dal miele proposto dall’Eurospin, quello del Carrefour, Esselunga e Lidl.