Sono considerati una prelibatezza appartenente alla tradizione culinaria del Sud Italia: scopriamo come usare in cucina i lampascioni.
Si chiamano lampascioni e sono una vera prelibatezza appartenente alla nostra tradizione culinaria, specialmente nel Sud Italia. Si tratta di una pianta conosciuta da pochi e poco sfruttata, eppure buonissima e in grado di arricchire tantissime pietanze. Assomiglia a una cipolla, essendo un bulbo selvatico, dal sapore leggermente amaro e che cresce in terreni calcarei.
In Puglia il bulbo del lampascione, nome scientifico Muscari Comosum, arricchisce numerose pietanze grazie a un gusto molto particolare e decisamente apprezzato. Sfruttati in cucina sin dai tempi antichi, nell’antica Roma, i lampascioni venivano preparati durante i pranzi nuziali, come augurio di fecondità e di prosperità. Greci e romani apprezzavano le proprietà depurative della pianta, la quale sottolineava un certo legame indissolubile con la terra.
I lampascioni crescono spontaneamente in terreni calcarei nel bacino Mediterraneo, dove il terreno è leggermente sabbioso, per raggiungere la maturazioni necessitano addirittura di quattro anni, mentre la raccolta avviene manualmente durante l’autunno e l’inverno. La pazienza nella coltivazione del lampascione viene ricompensata a tavola.
I lampascioni si presentano con bellissimi fiori di colore viola, disposti su un fusto eretto verde acceso. Particolarmente interessanti sono le loro proprietà, essendo ricchi di fibre, le quali favoriscono la digestione e migliorano la salute dell’intestino. Ricchi di flavonoidi, sono potenti antiossidanti, perciò sono perfetti per rallentare l’invecchiamento cellulare.
I lampascioni sono un alimento antinfiammatorio e proteggono la salute cardiovascolare, inoltre possiedono proprietà depurative, quindi ci aiutano a eliminare le tossine dal corpo. Essendo radici, contendono pochissime calorie (circa 40 calorie per 100 grammi), quindi si possono gustare anche se si è a dieta. Infine, apportano vitamine e minerali, come calcio e ferro.
Questi vegetali si coltivano facilmente anche in casa, basta piantare i bulbi in profondità nel terreno. Con le dovute accortezze, questi poi daranno vita alla piantina, dotata di foglie sottili e di fiori viola simili a piccole spighe. Il terreno deve essere sabbioso e calcareo, i bulbi si interrano a circa 15 cm dalla superficie. Non necessitano di troppe irrigazioni.
Come accennato, i lampascioni sono ampiamente sfruttati nella cucina pugliese, perciò esistono tante ricette che ne prevedono l’uso. Ad esempio, ci sono i lampascioni fritti, dove i bulbi vengono bolliti e poi fritti in pastella, oppure i lampascioni sott’olio, conservati in olio extravergine con l’aggiunta di aglio e di spezie.
Le frittelle di lampascioni, invece, prevedono la tritatura dei bulbi e l’amalgama con farina, uova e aromi, per poi essere fritti. Le polpette si fanno con il pane, il formaggio e alcune spezie, mentre la frittata di lampascioni prevede la cottura in padella dei bulbi saltati insieme alle uova.