Caffè e infarto, quali sono i possibili rischi? Gli esperti mettono in guardia sui pericoli associati a questa bevanda
Chi, appena suona la sveglia del mattino, riuscirebbe rinunciare a un’abbondante tazza di caffè fumante per iniziare al meglio la giornata? Spoiler: nessun italiano che si “rispetti”. Si sa, d’altro canto, che il caffè è parte integrante della nostra tradizione enogastronomica.
![caffè](https://www.inran.it/wp-content/uploads/2025/02/Caffe-20250210-–-inran.it_.jpg)
Solitamente, la colazione che i più tendono a consumare al mattino deve sempre includere un sorso di caffè, che sia bevuto a parte, o magari unito al latte per formare uno squisito cappuccino. C’è anche chi, consumando caffè, spera peraltro di conseguire tutt’altri risultati, che hanno a che fare con la digestione.
Ma quali sono, se ci sono, i rischi associati al consumo di caffè? E qual è, soprattutto, la dose massima che dovremmo assumere di questa bevanda? Scopriamolo insieme.
Caffè, qual è la dose massima consigliata? Ti sveliamo la risposta
Ci si è interrogati a lungo circa i benefici del consumo giornaliero di caffè. Un recente studio, a tal riguardo, ha messo in luce proprio i vantaggi del bere caffè al mattino per ridurre il rischio d’infarto. Bevitori mattinieri di caffè: continuate pure su questa strada.
D’altro canto, quando si parla di caffè, il primo ambito per il quale temiamo ripercussioni è proprio il nostro sistema cardiovascolare. Quante tazze di caffè possiamo bere per non correre rischi? A dirlo sono i risultati di uno studio condotto in Giappone e basato sui dati di oltre 18 mila uomini e donne, pubblicati all’interno del Journal of the American Heart Association.
![donna che beve caffè](https://www.inran.it/wp-content/uploads/2025/02/Consumo-di-caffe-20250210-–-inran.it-1.jpg)
Quanto emerso ha reso necessario un distinguo tra persone che soffrono di ipertensione grave e persone che, invece, non presentavano alcun tipo di problematica in tal senso. Cosa si è scoperto? Che, nelle persone con ipertensione grave, il consumo di due o più tazzine di caffè al giorno aumentava il rischio di morte per malattie cardiovascolari.
Ipertensione: di cosa si tratta, e perché è da tenere sotto controllo
Viene comunemente chiamata ipertensione, anche se la definizione completa sarebbe “ipertensione arteriosa”. È quella condizione clinica in base alla quale pressione del sangue nelle arterie della circolazione sistemica risulta elevata.
Una condizione, pertanto, da tenere sotto controllo quando si tratta di caffè. Mentre il consumo di una sola tazza di caffè al giorno, secondo quanto rivelato dallo studio giapponese, non aggravava minimamente il rischio di morte per malattie cardiovascolari, tale rischio aumentava nel momento in cui la dose di caffè giornaliera superava la tazzina.
![bere caffè](https://www.inran.it/wp-content/uploads/2025/02/Consumo-di-caffe-20250210-–-inran.it_.jpg)
La ricerca, pertanto, ha contribuito a mettere in evidenza il collegamento che c’è tra consumo di caffè e malattie cardiovascolari. Se si soffre di ipertensione, rammentano gli studiosi, l’ideale sarebbe di non superare la tazzina al giorno.
Tè verde: come influenza il sistema cardiocircolatorio
Lo studio, oltre a prendere in esame il caffè, ha anche analizzato i rischi associati al consumo di tè verde, valutandoli come nulli. Bere questa bevanda anche oltre la dose di una singola tazzina, hanno svelato i ricercatori, non avrebbe controindicazioni in termini di sistema cardiovascolare.