Un test sulla qualità dell’olio di oliva ha rivelato un dato impressionante, tanto che i NAS sono intervenuti presso una grande azienda.
L’olio extravergine di oliva è considerato un prodotto di alta qualità, apprezzato per le sue proprietà nutrizionali e il suo gusto inconfondibile. Per ottenere questa denominazione, un olio deve rispettare parametri chimici rigorosi e superare un esame sensoriale che ne attesti l’assenza di difetti.
![olio oliva test](https://www.inran.it/wp-content/uploads/2025/02/olio-oliva-attenzione-1.jpg)
Purtroppo però non sempre ciò che troviamo sugli scaffali corrisponde a quanto dichiarato in etichetta. Negli ultimi anni, diversi test condotti da laboratori indipendenti e autorità di controllo hanno rivelato che alcuni oli venduti come extravergine in realtà non lo erano. La presenza di difetti organolettici come rancidità o alterazioni di gusto ha portato al declassamento di numerosi lotti di olio, mettendo in luce una problematica che riguarda sia il mercato italiano che internazionale.
Non si tratta solo di un inganno per i consumatori, che acquistano un prodotto di qualità inferiore rispetto a quella dichiarata, ma anche di una violazione delle normative europee che tutelano la trasparenza e la correttezza delle informazioni alimentari. L’Unione Europea impone regole stringenti per garantire che solo gli oli realmente privi di difetti possano essere etichettati come extravergine.
Il test sull’olio che ha portato una grande azienda a pagare una multa salatissima
Uno degli episodi più recenti che ha scosso il settore ha coinvolto un marchio noto a livello internazionale: Carapelli. L’azienda è stata condannata a pagare una multa di 230mila euro dopo che le analisi condotte su un lotto di olio venduto in Francia hanno rivelato che non rispettava i criteri per essere considerato extravergine.
Nel 2017, circa 700 quintali di olio Carapelli commercializzati come extravergine sono stati sottoposti a test che ne hanno evidenziato un difetto di rancidità. Di conseguenza, l’olio è stato declassato a vergine, una categoria inferiore per qualità e caratteristiche organolettiche.
![olio oliva test carapelli](https://www.inran.it/wp-content/uploads/2025/02/comprare-olio-oliva-1.jpg)
I risultati ottenuti dai laboratori francesi sono stati successivamente confermati anche da un laboratorio del Ministero delle Politiche Agricole italiano, che ha condotto ulteriori analisi su campioni dello stesso lotto.
Nonostante l’azienda abbia contestato i risultati e la metodologia applicata, il Tribunale di Firenze ha ritenuto valide le prove raccolte e ha confermato la sanzione nei confronti della Deoleo Global, società spagnola proprietaria del marchio Carapelli. Secondo i giudici, il difetto riscontrato non era attribuibile a una cattiva conservazione, ma alle caratteristiche intrinseche del prodotto.
Qualità dell’olio extravergine di oliva: un problema diffuso che riguarda anche l’Italia
L’episodio che ha coinvolto Carapelli non è un caso isolato. Negli ultimi anni, diversi test hanno dimostrato che anche in Italia molti oli venduti come extravergine non superano i controlli di qualità.
Uno dei primi studi a far emergere questa problematica è stato condotto dalla rivista Il Salvagente, che nel 2015 ha analizzato 20 oli d’oliva commercializzati come extravergine. I risultati hanno mostrato che 9 di questi non rispettavano i requisiti e dovevano essere classificati come semplicemente vergini.
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A seguito di questa indagine, la procura di Torino ha avviato un’inchiesta per frode in commercio, coinvolgendo diversi marchi, tra cui Carapelli. Anche i NAS, il nucleo specializzato dei Carabinieri, hanno effettuato prelievi e test confermando le discrepanze tra etichetta e qualità reale del prodotto.
Nel 2016, su segnalazione di Konsumer Italia, l’Antitrust ha imposto multe per 300mila euro a diversi produttori di olio, inclusa nuovamente Carapelli, per pratiche commerciali ingannevoli.
Consumatori sempre più attenti, ma il rischio di frodi resta
Il crescente interesse verso il Made in Italy e la qualità degli oli d’oliva ha fatto aumentare la domanda di prodotti di fascia alta. Questo però ha anche portato a comportamenti scorretti da parte di alcuni produttori, che cercano di trarre profitto dalla fiducia dei consumatori.
Per evitare di cadere vittime di questi inganni, è fondamentale affidarsi a marchi certificati e testati e imparare a riconoscere un vero extravergine attraverso il sapore, l’aroma e l’etichettatura corretta. Ad esempio, Altroconsumo ha recentemente stilato la classifica degli oli extravergini di oliva migliori da acquistare al supermercato: qui il nostro articolo in merito.