Alimentazione sostenibile: cos’è e perché è così importante

Alimentazione e sostenibilità: due aspetti fondamentali ed interconnessi che dobbiamo imparare a conoscere ed integrare insieme.

Alimentazione sostenibile
Come essere sostenibili nell’alimentazione: ecco cosa fare (Inran.it)

L’alimentazione sostenibile è un punto essenziale che non possiamo mettere in secondo piano quando parliamo di sostenibilità. Questo perché i dati ci dimostrano come le scelte alimentari che noi, ogni giorno, facciamo, hanno un impatto reale sulla situazione ambientale. Siamo responsabili e non possiamo negarci questo ruolo per attribuire la responsabilità della situazione solo ad agenti esterni. Essere responsabili significa sia sapere quanto le nostre scelte impattino, sia sapere quali sono le scelte migliori che possiamo fare.

L’importanza dell’alimentazione sostenibile: ecco di cosa si tratta

Sostenibilità alimentare
Dai dati alle azioni: ecco l’alimentazione sostenibile (Inran.it)

Siamo stati abituati all’idea che non è nostra responsabilità e che dovrebbe occuparsene sempre qualcun altro, al di fuori da noi, rispetto alla situazione ambientale. Sicuramente non possiamo negare il ruolo che hanno istituzioni e produttori, ma credere che le nostre scelte non abbiano alcun impatto è fantasia. Parliamo di responsabilità non per generare sensi di colpa ma per attribuire il giusto potere che ognuno di noi ha nelle scelte che facciamo, soprattutto nel panorama alimentare. Per comprendere al meglio questo ruolo dobbiamo partire dai dati che abbiamo di questo fenomeno ambientale.

La produzione alimentare è responsabile di circa 1/4 delle emissioni di gas serra; questo dato arriva fino nelle nostre case, quando il 16% delle nostre emissioni si identifica nelle nostre scelte alimentari. Di questo quarto scopriamo che il 30% proviene dall’allevamento e dalla pesca, il 27% dall’agricoltura, sia per l’uomo che per gli animali, il 24% dal consumo di suolo, sia per l’allevamento che per l’agricoltura e il 18% dal trasporto, dall’impacchettamento e dalla trasformazione del cibo. In queste percentuali, inoltre, non è contato il consumo dell’acqua, che si stima essere il 75% di tutta l’acqua consumata a livello mondiale.

L’impatto ambientale dell’alimentazione: ecco i dati

Quindi, quando parliamo di consumi parliamo di questo che, calandolo nella realtà quotidiana, si tratta di sovrapproduzione fuori stagione, consumo di suolo e inquinamento dato dall’allevamento. Tutto questo ha origine lontano da noi, è vero, ma si alimenta sulla base delle scelte che facciamo quando andiamo a fare la spesa. Ecco quindi dove si trova il nostro potere e le nostre responsabilità. Una scelta sostenibile significa direzionare il mercato verso una situazione che rispetti maggiormente il nostro pianeta. Questo dato, infine, viene identificato anche nell’overshoot day, il giorno nel quale l’umanità consuma completamente le risorse prodotte dal nostro pianeta in un anno. Una realtà che si costituisce nel paradosso della presenza della malnutrizione e l’impoverimento mondiale.

Ma quindi cosa significa fare scelte sostenibili? La FAO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, definisce come alimentazione sostenibile un’alimento a ridotto impatto ambientale e che soddisfi le linee guida nutrizionali, da un punto di vista economico, dell’accessibilità e dalla coerenza culturale. Quindi seguire alcune azioni fondamentali quali: stagionalità, sfuso, territorio e spesa oculata.

Dai dati all’azione: ecco cosa possiamo fare

Sostenibilità
Alimentazione e sostenibilità: due aspetti interconnessi (Inran.it)

Una spesa stagionale è una spesa sostenibile perché permette di sfruttare quello che la terra ci offre in base alla stagione. Riduce, quindi, la produzione in serra fuori stagione ed i relativi impatti ambientali legati a questa pratica. Oltre a ciò, comprare stagionale significa anche limitare il trasporto di prodotti che arrivano da altre parti del mondo per soddisfare la nostra domanda, quindi limitare il consumo di pacchi e di carburanti per spostare l’alimento. Lo spostamento viene abbattuto anche con un’altra pratica fondamentale, comprare locale.

Una spesa locale è una spesa sostenibile. Questa riduce i costi del trasporto, alimenta un’economia di prossimità e permette di ragionare in termini di qualità e non di quantità. Quantità che, pur mantenendo i livelli nutrizionali richiesti, è essenziale diminuire.
Una spesa minore è una spesa sostenibile, quindi comprare quanto serve e non rischiare un sovraconsumo alimentare. Secondo le stime, infatti, in Europa vengono sprecate circa 88 milioni di tonnellate di cibo, di cui il 53% è costituito da spreco domestico.

Una spesa giusta è una spesa sostenibile: ecco a cosa stare attenti

Infine, una spesa sfusa è una spesa sostenibile. Ridurre il consumo delle confezioni permette di calmierare il consumo di plastica e carta che, non appena utilizzata per la confezione, viene gettata in grandi quantità. Comprare sfuso significa anche scegliere le quantità dell’alimento che si vuole comprare, facendo attenzione, quindi, a quanto spiegato in precedenza.

Già solo queste sono scelte sostenibili in grado di migliorare e cambiare il consumo dai consumatori e non dai produttori. Il passo successivo, che non affronteremo completamente in questo articolo ma che si consiglia di andare a consultare, è conoscere il produttore. Quindi conoscere chi produce biologico, chi è attento all’ambiente, chi non deforesta, non sovvenziona maltrattamenti, allevamenti intensivi e sovrapproduzioni alimentari. Un meccanismo che sembra laborioso ma che, non appena avviato, sarà sempre più intuitivo. Così potrete essere parte al cambiamento come vera parte attiva.

Lorenzo Angelini

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