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Salute e Benessere

Cos’è la disgrafia e come affrontarla con percorsi specifici e mirati

Pubblicato da
Aurora De Santis

Cos’è la disgrafia? Come si manifesta e come si può affrontare? Scopri subito tutto quello che c’è da sapere in merito.

La scrittura è una delle abilità fondamentali che impariamo fin dall’infanzia, ma per alcuni bambini (e anche per alcuni adulti) possono esserci delle difficoltà.

Cos’è la disgrafia e come affrontarla con percorsi specifici e mirati – Inran.it

La disgrafia è un disturbo che colpisce la scrittura a livello motorio, rendendola poco leggibile, disordinata e difficoltosa da eseguire. La disgrafia, può anche manifestarsi in una scrittura apparentemente “perfetta”, ma troppo rigida e accurata. Ma cosa significa realmente e come si può intervenire?

Cos’è la disgrafia?

La disgrafia è un disturbo che riguarda la difficoltà di scrittura dal punto di vista del gesto grafico. A differenza della dislessia, che riguarda la lettura, o della disortografia, che comporta errori nella scrittura, la disgrafia è un problema motorio: il bambino o l’adulto che ne soffre ha difficoltà nel controllare il movimento della mano quando scrive.

Cos’è la disgrafia? – Inran.it

Chi è disgrafico tende a scrivere con un tratto irregolare, lettere troppo grandi o troppo piccole, parole che si sovrappongono o che non rispettano lo spazio del foglio. Spesso fa fatica a mantenere il ritmo di scrittura e si stanca facilmente. Questi problemi possono influenzare negativamente il rendimento scolastico, portare a frustrazione e abbassare l’autostima del bambino.

La disgrafia può manifestarsi anche in assenza di altri disturbi specifici dell’apprendimento, e può dipendere anche da situazioni ambientali, familiari, psicologici e anche da una mancata assimilazione dei pre-requisiti della scrittura.

Quali sono i sintomi della disgrafia?

I segnali della disgrafia possono manifestarsi già nella scuola primaria, quando il bambino inizia a scrivere in modo autonomo.

Quali sono i sintomi della disgrafia? – Inran.it

Alcuni dei sintomi più comuni includono:

  • Scrittura illeggibile, con lettere malformate o invertite, o anche scrittura leggibile ma troppo accurata, immobile e rigidissima.
  • Difficoltà a rispettare gli spazi tra le parole e le righe, o anche estrema schematizzazione degli spazi.
  • Tensione eccessiva della mano e del braccio, che porta a fatica e dolori muscolari.
  • Lentezza nella scrittura, con difficoltà a mantenere il ritmo.
  • Impugnatura scorretta della penna, spesso troppo rigida o troppo morbida.
  • Difficoltà nelle attività manuali come colorare, ritagliare o allacciare le scarpe.

È importante sottolineare che la disgrafia non è sempre legata a problemi cognitivi o di apprendimento. Un bambino disgrafico può essere brillante e creativo, ma avere difficoltà a esprimersi attraverso la scrittura.

Come intervenire in caso di disgrafia?

Se un bambino manifesta difficoltà di scrittura persistenti, è utile rivolgersi a uno specialista, come un educatore e ri-educatore del gesto grafico. Attraverso un percorso mirato, è possibile migliorare la qualità della scrittura e ridurre lo sforzo necessario per scrivere.

Questo specialista è un esperto che aiuta i bambini (ma anche gli adulti) a migliorare la loro scrittura attraverso esercizi specifici. Il percorso di ri-educazione non si concentra solo sulla scrittura in sé, ma lavora su tutti gli aspetti che la influenzano, come la postura, l’impugnatura della penna, la motricità fine e la fluidità del movimento.

I percorsi sono mirati e personalizzati, ma hanno delle fasi comuni:

  • Analisi della scrittura: lo specialista valuta la scrittura del bambino per individuare le difficoltà specifiche.
  • Esercizi di rilassamento e coordinazione: spesso i bambini disgrafici scrivono con troppa tensione. Attraverso attività ludiche e giochi grafomotori, si lavora sulla scioltezza del movimento.
  • Correzione della postura e dell’impugnatura: è fondamentale insegnare il corretto modo di tenere la penna e posizionare il foglio.
  • Attività di pre-scrittura e potenziamento grafico: si utilizzano esercizi con linee, curve, tracciati e lettere per migliorare la fluidità del gesto.
  • Scrittura funzionale e miglioramento della leggibilità: una volta rafforzate le abilità di base, si lavora sulla scrittura vera e propria, rendendola più chiara e fluida.

Perché la ri-educazione del gesto grafico è importante?

Un bambino con disgrafia può sentirsi inadeguato rispetto ai suoi compagni, avere difficoltà a prendere appunti e vivere con frustrazione il momento della scrittura. Ciò incide anche sul rendimento scolastico e sulla sua autostima. Intervenire in modo precoce e adeguato significa evitare che il problema si cronicizzi e migliorare l’esperienza scolastica e personale del bambino.

Inoltre, una scrittura più fluida permette di concentrarsi meglio sui contenuti, senza doversi sforzare eccessivamente per scrivere. Questo porta a una maggiore sicurezza in sé stessi e a un apprendimento più sereno. Molti studi concordano sull’importanza della scrittura nello sviluppo cognitivo dei bambini.

La disgrafia può rappresentare un ostacolo, ma con il giusto supporto e un percorso di educazione e ri-educazione mirato è possibile migliorare la scrittura e la qualità della vita di chi ne soffre. Se noti segnali di disgrafia in un bambino o in te stesso, non ignorarli: rivolgersi a un professionista può fare la differenza e trasformare la scrittura in un’attività meno faticosa e più gratificante.

Articolo a cura della Dott.ssa Aurora De Santis, grafologa esperta in educazione e ri-educazione del gesto grafico, in grafologia dell’età evolutiva e in grafologia forense e giudiziaria civile e penale, iscritta all’A.G.P. (Associazione Grafologi Professionisti) al n. 9/171.

Aurora De Santis

La scrittura è un mondo che ha un fascino speciale per me. Oltre a scrivere articoli, mi piace scrivere anche canzoni e poesie. Sono una persona solare e positiva, tenace e a volte testarda, metto sempre il cuore in tutto ciò che faccio. Vegetariana da 8 anni e vegana da pochi mesi, amo la natura e sentirmi in simbiosi con il mondo. Sono una persona in continuo divenire e che non si tira mai indietro di fronte a nuove sfide.