Effetti collaterali del paracetamolo e chi deve stare attento ad assumerlo

Il paracetamolo è molto comune, ma sapete quali sono gli effetti collaterali e che bisogna fare attenzione ad assumerlo? Ecco tutti i dettagli.

Il paracetamolo è molto diffuso come farmaco da banco. Non serve la prescrizione medica per acquistarlo e, quindi, ci si sente più liberi di andare in farmacia e prenderlo quando si hanno dei sintomi influenzali. Tuttavia, bisogna conoscerlo bene per assumerlo correttamente. Molti di noi non sanno quali sono gli effetti collaterali ed è proprio l’argomento di questo articolo.

Ricerca sul paracetamolo
Ricerca sul paracetamolo (Inran.it)

Ci sono diversi farmaci a base di questa sostanza. Il paracetamolo è un farmaco ad azione analgesica e antipiretica. In Italia è conosciuto come Tachipirina, ma ci sono anche altri farmaci che lo contengono. Una volta assunto dall’organismo agisce sui sintomi influenzali e poi viene smaltito attraverso il fegato. I rischi sono nulli, tanto che è uno dei pochi farmaci indicati nei bambini e in gravidanza. Ma occorre comunque fare attenzione in circostanze particolari.

Il paracetamolo: nuovi studi

Senza entrare troppo nei tecnicismi, possiamo dire che questa sostanza è stata sintetizzata per la prima volta nel 1878 da Harmon Northrop Morse. Rispetto a quello che si usava fino a quel momento, il paracetamolo non era tossico ed era molto facile da creare. Inoltre, rispetto ai FANS, non dà problemi di acidità. Quindi, dal 1949 si è diffuso velocemente come farmaco per diversi rimedi.

Si può assumere per via orale o in altri modi, con diversi formati. Agisce in circa dieci minuti dall’assunzione e ha un ciclo di vita fino a 4 ore. Ogni persona ne può assumere fino a 3 grammi al giorno, anche se la singola dose non deve superare il grammo. Tuttavia, non bisogna sottovalutare alcuni aspetti. Dall’Università di Nottingham arriva un nuovo studio che pone l’attenzione sugli effetti collaterali.

Compresse medicinali
Compresse (Inran.it)

In particolare, gli effetti dannosi ci sarebbero per le persone con più di 65 anni. Arthritis Care and Research ha pubblicato questa nuova ricerca che ha preso in esame le cartelle cliniche di oltre 180 mila persona nell’arco di 20 anni. A queste persone è stato prescritto il paracetamolo in modo continuativo e, da un confronto con persone della stessa età (sui 75 anni) che non lo assumevano, i risultati hanno mostrato diversi rischi per la salute.

Gli effetti collaterali del paracetamolo

Dalla ricerca appare chiaro che ci sono rischi per quanto riguarda ulcere peptiche, ipertensione, malattie renali croniche e insufficienza cardiaca. Quindi, la conclusione di questo studio dice che un uso prolungato, soprattutto per curare i dolori relativi all’osteoartrite negli anziani, potrebbe provocare tutto questo.

Se noi guardiamo le informazioni che ci vengono date, sappiamo che un sovradosaggio potrebbe dare problemi renali e al fegato. Un sovradosaggio, però. Infatti, sono sorte diverse polemiche nei confronti di questo studio perché si tratta di una ricerca osservazionale e non si può in alcun modo collegare il rischio di alcune patologie con il paracetamolo.

Struttura molecolare del paracetamolo
Struttura molecolare del paracetamolo (Inran.it)

Molti studiosi hanno rassicurato le persone e hanno detto che in caso di influenza, nelle dosi giuste e consigliate dai medici, il farmaco funziona e non dà nessun effetto collaterale. Naturalmente, è pur sempre un farmaco e, quindi, come tutti, deve essere usato con attenzione e non bisogna abusarne.

Se un bambino o una persona adulta ha la febbre, il paracetamolo si conferma essere la soluzione migliore per sconfiggerla. Se preso al bisogno e per pochi giorni, non c’è nessuna controindicazione nota. Se, invece, una persona ne fa un uso sbagliato, è ovvio che va incontro a dei problemi per il suo organismo.

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