Acqua del rubinetto, è sicuro berla o no: contaminazione preoccupante in tutte le regioni

Quanto è sicuro bere l’acqua del rubinetto? Ecco da cosa è composta e le preoccupanti contaminazioni che possono esserci.

Come siete abituati a bere l’acqua? Prendete l’acqua in bottiglia oppure bevete l’acqua del rubinetto? In Italia abbiamo la fortuna di avere acqua potabile, ma è sicura o non lo è? Questa è la domanda che attanaglia tutti noi. Sono stati condotti dei test per capire se ci sono delle contaminazioni e vediamo proprio in questo articolo i risultati.

Bicchiere con acqua del rubinetto
Bicchiere con acqua del rubinetto (Inran.it)

In particolare, la ricerca si è concentrata su alcuni agenti contaminanti rispetto ad altri e da parte di un’associazione molto nota. Andiamo per gradi. Se ci affidiamo all’opinione degli esperti, i controlli degli ultimi anni hanno rivelato che quasi nel 100% dei casi l’acqua di rubinetto in Italia è sostenibile e sicura. Tuttavia, una recente ricerca ha svelato dei dati preoccupanti e li analizziamo qui di seguito.

L’acqua del rubinetto è sicura?

Greenpeace Italia ha voluto fare dei test per controllare la qualità dell’acqua in diversi comuni d’Italia. L’indagine è stata svolta tra il mese di settembre o ottobre 2024, quindi non molto tempo fa. La scoperta è stata chiara: i PFAS sono finiti nell’acqua che beviamo. Che cosa sono? PFAS sta per sostanze alchiliche perfluorurate e polifluorurate. Sono sostanze chimiche artificiali ampiamente utilizzate a livello industriale e nella produzione di beni di consumo.

Nel nostro organismo possono fare diversi danni come danneggiare il fegato, portare a malattie della tiroide, cancro, problemi di fertilità o obesità. Insomma, l’esposizione prolungata a questo tipo di sostanze è altamente pericolosa per noi. Greenpeace ha scoperto che, su 235 comuni analizzati, il 79% è risultato positivo alla presenza di queste sostanze.

Lavarsi le mani sotto il rubinetto
Lavarsi le mani (Inran.it)

L’indagine ha rivelato che i PFAS sono presenti in tutte le regioni italiane con una più alta concentrazione al Centro Nord e in Sardegna. Tra le sostanze più presenti PFOA, cancerogeno, PFOS, possibile cancerogeno, e il composto a catena ultracorta TFA. Il responsabile della campagna Inquinamento di Greenpeace Italia Giuseppe Ungherese ha dichiarato che è inaccettabile che il governo continui ad ignorare questo fatto che si rivela essere un’emergenza.

Le città più inquinate

Dai dati raccolti sembra che la contaminazione più grave sia presente in Toscana, Emilia Romagna, Veneto, Lombardia, Piemonte e Liguria, oltre all’isola della Sardegna. In alcune città i livelli di PFAS superano quelli dei limiti consentiti dalla legge e queste sono Ferrara, Vicenza, Novara, Torino, Genova. Le città con il livello più elevato in assoluto sono Arezzo, Perugia e Milano.

Greenpeace chiede con forza di intervenire su questa situazione allarmante anche perché ci sono dei limiti di legge su alcune sostanze, ma per altre no. Ad esempio, per TFA, sostanza persistente e non biodegradabile, che non può essere rimossa con i normali trattamenti previsti per l’acqua potabile, non ci sono regolamenti.

Acqua di rubinetto nel bicchiere
Acqua di rubinetto nel bicchiere (Inran.it)

L’organizzazione ambientalista sta facendo firmare una petizione per riuscire a portare questo argomento all’attenzione di Meloni e del governo in generale.

In Europa ci si muove maggiormente verso una riduzione dei PFAS e verso un loro ridimensionamento, ma l’Italia sembra rimanere molto indietro ancora. Invece, è importante affrontare questa situazione, così come quella delle microplastiche, per la salute dell’ambiente e di tutti noi.

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