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Salute e Benessere

Demenza, questo alimento è pericoloso: aumenta le possibilità di sviluppare la malattia

Pubblicato da
Francesca Bloise

Demenza e alimentazione: qual è la correlazione e a quale cibo fare attenzione. Il maxi studio di Harvard che mette in allerta

Una malattia silenziosa e neurodegenerativa che colpisce un numero sempre maggiore di persone nel mondo, oltre 55 milioni di cui 1,2 milioni solo in Italia e che spesso rende difficile l’assistenza dei familiari. Parliamo della demenza che include nel 60-70% dei casi l’Alzheimer.

Demenza: c’è una correlazine con il cibo (Inran.it)

Una tendenza che secondo i ricercatori è destinata a salire fino a triplicarsi entro il 2060. A raccontarlo una ricerca che è stata pubblicata su Nature Medicine che spiega che il vertiginoso aumento dei casi di demenza è legato al progressivo invecchiamento della popolazione ma anche ad abitudini di vita poco sane.

Lo studio sulla demenza e l’incidenza dell’alimentazione

Diabete ed ipertensione, poco esercizio fisico, obesità, non curanza della salute mentale e un’alimentazione non sana. Sono questi i fattori che maggiormente incidono sullo sviluppo della demenza secondo lo studio di recente pubblicazione.

A farne eco anche un maxi studio che arriva dall’Università di Harvard che ha mostrato la stretta correlazione che c’è tra la malattia e l’alimentazione. In particolare, è stato dimostrato che un particolare tipo di alimento incide con maggiore intensità sullo sviluppo della demenza.

La correlazione tras demenza e carne rossa in uno studio (Inran.it)

È la carne rossa, soprattutto quella lavorata, che aumenta il rischio di sviluppare un declino cognitivo con la progressiva perdita di memoria e difficoltà nei meccanismi del pensiero. Non è il primo studio che addita la carne rossa, ritenuta responsabile, se mangiata in grandi quantità, anche dello sviluppo di alcuni tipi di cancro oltre che per le malattie cardiache e del diabete.

La correlazione tra demenza e carne rossa

Lo studio realizzato dall’Università di Harvard è stato lungo ed attento. Per ben 43 anni sono state seguite circa 133.771 persone con un’età media di 49 anni. Nessuno di loro all’inizio della ricerca aveva la demenza.

Ogni quattro anni sono stati ripetuti dei test di memoria e ragionamento insieme alla compilazione di un diario alimentare per capire queste persone cosa mangiassero e con quale frequenza.

La carne rossa lavorata mangiata con frequenza aumenta il rischio di sviluppare la demenza (Inran.it)

Nel corso del follow-up sono state 11.173 le persone che hanno sviluppato la demenza e grazie ai diari alimentari gli studiosi hanno capito che coloro che mangiavano più carne rossa lavorata in una settimana (con due o più porzioni) avevano un rischio maggiore di sviluppare demenza o un qualche segno di declino cognitivo.

Come sostituire la carne rossa

Gli studi dei ricercatori non si sono fermati. Essi, infatti, hanno approfondito la questione comprendendo che il consumo di carne rossa lavorata invecchia il cervello più rapidamente, per la precisione di 1,61 anni in più rispetto a chi ne mangia di meno.

Come reagire allora? Cercando dei sostituti della carne rossa. Basta portare in tavola altre fonti proteiche, soprattutto di carattere vegetale come noci e legumi o anche con pesce e carni bianche. Una strada questa, dicono gli studiosi, che potrebbe “essere inclusa nelle linee guida dietetiche per promuovere la salute cognitiva”. C’è però ancora del lavoro da fare per avere dei risultati con maggiori riscontri e da gruppi diversificati di persone.

Francesca Bloise