Tonno in scatola o tonno fresco: si può dire se tra i due c’è un migliore per l’apporto nutritivo per la salute? Risponde uno studio
Il pesce è uno degli alimenti che in una dieta sana ed equilibrata non dovrebbe mai mancare. Le porzioni ottimali da consumare secondo l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (Efsa) sono da 1 a 4 ogni settimana per un totale di 250 mg di acidi grassi omega-3 assunti.
Ma per raggiungere queste quantità, il pesce va consumato fresco o in scatola? Qual è il migliore dei due se prendiamo in considerazione il tonno, quello più consumato in assoluto e conservato in latta? Uno studio, in parte anche italiano, ha dato una risposta non scontata.
Quando si parla di pesce c’è da fare tante differenze. Sicuramente quello in scatola viene consumato con maggiore frequenza e facilità per via dell’accessibilità, da parte di tutti, in quanto si trova in tutti i principali supermercati.
E forse anche per questo negli ultimi anni il consumo di pesce in scatola è aumentato nel nostro Paese. Si è passati da 16,8 g al giorno per gli adulti nel 2005 a 24,2 g al dì nel 2018 (scopri se le donne in gravidanza possono mangiarlo).
Sul fronte dei nutrienti per la nostra salute cosa cambia? Il tonno fresco è migliore di quello in scatola? Si tratta di un dato che è bene sapere e che è stato chiarito da uno studio molto interessante.
Per comprendere se la scelta di consumare pesce e tonno, in particolare, in scatola sia buona per la salute o meno è stato condotto uno studio intitolato “Effetti del pesce fresco versus quello in scatola”.
A condurlo Bolton Food, tra i principali player mondiali del tonno in scatola, in collaborazione con il Dipartimento di Scienze per gli Alimenti, la Nutrizione e l’Ambiente (DeFENS) dell’Università degli Studi di Milano.
Per capire qual è l’impatto del pesce fresco ed in scatola sulla salute umana, l’analisi ha coinvolto 148 adulti sani che non preferiscono il pesce conferendo loro due diversi piani alimentari da seguire per 4 mesi.
Uno prevedeva l’assunzione di 3 porzioni di pesce a settimana consumando solo quello fresco o congelato, l’altro, invece, anche l’inserimento di quello in scatola, con due porzioni a settimana intervallate da una di fresco.
Lo studio ha mostrato a chiare lettere che non sono emerse chiare evidenze di differenze sostanziali, dal punto di vista della salute, tra le due diete. Entrambe hanno confermato l’apporto importante che questo alimento dà in una dieta, con un netto miglioramento dell’indice omega-3.
Si può dire, dunque, che tra tonno in scatola e fresco non c’è un migliore. Entrambi forniscono un buon apporto nutritivo all’organismo e che quello in scatola è un valido sostituto di quello fresco per assumere le giuste porzioni di pesce raccomandate dagli studiosi in una dieta sana, varia ed equilibrata.