Caffè pomeridiano, una coccola o un vizio che ci fa solamente male? Cerchiamo di rispondere a questa domanda gettonatissima
Un’abitudine da preservare o un vizio da demonizzare? È questo l’interrogativo che gli amanti della bevanda più apprezzata da italiani e non, il caffè, si pongono. Oltre a una serie di altre domande che, quando si tratta di caffè, non mancano mai.
Quanto bisognerebbe berne? Qual è il limite massimo di caffè che sarebbe meglio non superare? Ma soprattutto, qual è il momento della giornata migliore per assumere caffè?
In un precedente articolo abbiamo cercato di spiegarti cosa succede al tuo corpo nel caso in cui, per un mese, decidi di bloccare l’assunzione di caffè. Quest’oggi, invece, ci dedicheremo alla funzione del caffè pomeridiano. Un semplice rito o una coccola? Scopriamolo.
Caffè: quali sono i benefici di questa bevanda
Prima di concentrarci sul “quando”, cerchiamo di far luce sul perché l’assunzione di caffè, di fatto, apporta benefici alla salute. Primo tra tutti, il fattore psicostimolante: bere caffè ci dona sin da subito la sensazione di essere svegli e reattivi, nonché più concentrati su quello che stiamo facendo.
In aggiunta, il caffè è noto anche per il suo contenuto di antiossidanti che contrastano malattie come i tumori. Infine, non sono da sottovalutare i vantaggi che il caffè apporta in termini digestivi. Ecco il motivo principale per cui, tra i momenti migliori per bere un tazza di caffè, vi è innanzitutto il post pranzo.
Di controindicazioni, in parallelo, il caffè ne possiede parecchie. Innanzitutto, l’eccessivo nervosismo procurato dalla caffeina, con effetti che possono impattare sulla persona fino a diverse ore dopo l’assunzione. Proprio quest’ultimo punto merita una riflessione approfondita, in relazione al già menzionato caffè pomeridiano.
Caffè al pomeriggio: è una buona abitudine assumerlo?
Innanzitutto, occorre una precisazione fondamentale: una tazza di caffè può avere effetti diversi a seconda della persona che la assume. C’è chi, avendo sviluppato una discreta tolleranza alla caffeina, risente meno della circolazione di caffè in corpo, e chi, al contrario, deve prestare molta attenzione alle dosi che consuma.
Gli esperti, a riguardo, spiegano che una tazza di caffè può procurare conseguenze all’organismo in un lasso di tempo che va dalle tre alle otto ore. Per intenderci: se sei “sfortunato”, potresti risentire degli effetti di un caffè consumato alle 13 fino alle 21 di sera.
Ciò premesso, va da sé che il caffè pomeridiano andrebbe consumato con parsimonia. Mai andare oltre un certo limite di orario – le 15, ad esempio, potrebbero essere un valido compromesso -, così da non rischiare di scontare ancora l’iperattività data dalla caffeina quando arriva il momento di coricarsi.
Dipendenza da caffè, come fare per resistere?
Se ritieni di essere dipendente dal caffè, una buona alternativa potrebbe essere quella di sostituirlo con un decaffeinato. Consumare quest’ultimo prodotto, anziché il caffè vero e proprio, è sicuramente una scelta che si rivelerà positiva per la tua salute.