Bustine del tè, non sono così sicure: cose hanno trovato al loro interno

Quante bustine del tè consumiamo ogni inverno? Eppure anche quello che appare come un rituale piacevole, nasconde delle insidie che possono compromettere il benessere della persona. 

Tra le abitudini più piacevoli dell’inverno, un posto speciale è occupato dalle tazze di tè e tisane fumanti. Piacevoli sorseggi bollenti che scaldano mani e corpo, aiutando a concedersi un pausa di relax e benessere mentre fuori dalla finestra il freddo invernale ha la meglio.

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Bustine del tè, cosa c’è davvero dentro (Inran.it)

Eppure, una ricerca condotta a Barcellona ha saputo scardinare e ribaltare anche la concezione che abbiamo di questi attimi di tempo che ci regaliamo. Quello che abbiamo sempre pensato essere un momento di benessere per il corpo e la mente, scopre le sue carte e rivela il suo lato più oscuro. Delle insidie si nascondono nel mondo delle bustine del tè che ci ostiniamo ad immergere nell’acqua bollente ritenendole un toccasana.

Cosa nascondono le bustine del tè: pericolo in agguato

Le bustine di tè, simbolo di relax e benessere, possono rilasciare milioni di particelle di micro e nanoplastiche durante l’infusione. Questa scoperta, resa possibile dagli studi condotti dall’Universitat Autonoma de Barcelona, getta nuova luce su una delle bevande più amate al mondo. Le microplastiche, ormai onnipresenti nell’ambiente, si insinuano silenziosamente anche in ciò che consumiamo ogni giorno, diventando una presenza costante nei nostri corpi.

La ricerca ha analizzato le bustine di tè realizzate con materiali polimerici come nylon-6, polipropilene e cellulosa, scoprendo che rilasciano enormi quantità di particelle plastiche nell’acqua calda. Questo fenomeno è più di un semplice dettaglio: è un rischio che tocca la salute umana e il benessere globale. Durante l’infusione, materiali come il polipropilene liberano fino a 1,2 miliardi di particelle per millilitro, con dimensioni medie di 136,7 nanometri. Anche il nylon-6 e la cellulosa contribuiscono a questo rilascio, rilasciando rispettivamente 8,18 milioni e 135 milioni di particelle per millilitro.

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Microplastiche nelle bustine del tè (Inran.it)

Questi dati non sono solo numeri. Ogni particella è una presenza fisica che può interagire con il corpo umano in modi ancora in gran parte sconosciuti. Per ottenere queste informazioni, i ricercatori si sono affidati a tecnologie avanzate come la microscopia elettronica a scansione e la microscopia elettronica a trasmissione, che hanno permesso di identificare e caratterizzare con precisione queste minuscole particelle.

Bustine del tè, inquinamento invisibile per il corpo

L’aspetto più inquietante dello studio riguarda il modo in cui queste particelle interagiscono con il corpo umano. Non si fermano alla superficie: possono essere assorbite dalle cellule intestinali, arrivando persino al nucleo cellulare, dove risiede il materiale genetico. Questa scoperta mette in discussione la sicurezza di pratiche che consideriamo innocue, come quella di preparare una tazza di tè.

Il muco prodotto dalle cellule intestinali, che dovrebbe proteggere l’organismo, sembra giocare un ruolo chiave nell’assorbimento di queste particelle. Gli esperimenti condotti dai ricercatori mostrano che le microplastiche possono penetrare nelle cellule, potenzialmente interferendo con i processi biologici fondamentali. Sebbene siano necessari ulteriori studi per comprendere appieno le implicazioni, questa interazione potrebbe rappresentare una minaccia per la salute umana, soprattutto a fronte di un’esposizione prolungata.

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Cosa ingeriamo quando beviamo il tè delle bustine (Inran.it)

Questi risultati sottolineano l’urgenza di regolamentare l’uso dei materiali plastici negli imballaggi alimentari. I ricercatori insistono sulla necessità di sviluppare standard di sicurezza più rigorosi per ridurre al minimo l’esposizione alle microplastiche attraverso i cibi e le bevande.

Cos’altro nascondono le bustine del tè: non solo micropalstiche

Le microplastiche non sono l’unico problema nascosto nelle bustine di tè. Altri studi hanno evidenziato la presenza di residui di pesticidi, una minaccia aggiuntiva che si somma alla contaminazione plastica. Questo doppio rischio rende evidente quanto sia necessario prestare attenzione alla qualità di ciò che consumiamo.

Non si tratta solo di un problema individuale, ma di una questione ambientale di vasta portata. Le particelle rilasciate dalle bustine non spariscono: finiscono nei rifiuti, nei corsi d’acqua, nell’ambiente circostante, contribuendo all’inquinamento globale. Questo ciclo di contaminazione riflette quanto l’uso indiscriminato della plastica abbia conseguenze profonde e difficili da arginare. Sebbene eliminare completamente l’esposizione alle microplastiche sia impossibile, ci sono scelte che possono ridurre significativamente il rischio. Optare per tè sfuso o bustine realizzate con materiali biodegradabili è un passo importante verso una maggiore sicurezza alimentare e un minore impatto ambientale.

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