La pubblicità dell’acqua minerale potrebbe essere ingannevole? Cosa succede e perché desta dei sospetti da parte degli specialisti
Che uno spot possa suscitare chiacchiericci e polemiche non è cosa nuova. Nel corso dei decenni, si sono alternate sempre delle proposte commerciali che hanno fatto indignare qualcuno o che hanno alzato polveroni che sono scomparsi dopo poco, così come erano nati.
Questa volta però la situazione potrebbe essere diversa. Lo spot sotto accusa, infatti, è quello che vede come testimonial il noto chef Alessandro Borghese (scopri la ricetta della sua puttanesca) che ha scelto di prestare il proprio volto per la sponsorizzazione dell’acqua minerale. Ma perché potrebbe nascere una polemica su questo?
Pubblicità San Benedetto: il messaggio non è chiaro
A sollevare la questione sulla pubblicità dell’acqua minerale è il fattoalimentare.it, lo specialista delle tematiche alimentari legate a sicurezza, analisi, etichette e nutrizione. La testata prende in esame lo spot firmato da San Benedetto che viene trasmesso sulle reti de La 7.
Ad essere incriminato è il messaggio che viene fatto passare attraverso la pubblicità, un’idea ingannevole e per nulla fondata sulla veridicità. Tutto parte col presentare Borghese come “l’unico chef italiano che distingue e sa riconoscere le acque minerali” dicono sul quotidiano.
Proprio lui spiega di riconoscere la qualità di un ristorante dall’acqua che sceglie. Quello in cui il noto conduttore di Quattro ristoranti, dice alla donna che siete accanto a lei “dalla presenza a tavola di Acqua di Nepi con la sua effervescenza naturale e dalla purezza millenaria di San Benedetto Millenium Water. A fare la differenza sono queste due acque minerali dalle proprietà organolettiche uniche”.
Acqua e qualità organolettiche: cosa non funziona
Le parole dello chef non piacciono per nulla agli specialisti del fattoalimentare.it che definiscono senza giri di parole lo spot “poco credibile”. Il motivo? Il fatto che si sostenga che le acque in questione abbiano delle proprietà organolettiche uniche, discriminante, dunque, che dovrebbe indurre i clienti a scegliere i ristoranti che la propongono.
C’è un corto circuito nel messaggio che viene fatto passare, dicono dalla testata. Se, infatti, non si esclude il concetto di unicità dell’acqua che “è corretto”, sottolineano, non si può dire lo stesso delle qualità organolettiche.
Queste, infatti, spiegano gli esperti, non presentano differenza evidenti a chi le beve. Anche se dovessero esserci tra acque che appartengono alla stessa categoria, non sono percepibili dalle persone.
Un messaggio del tutto errato
“Le caratteristiche organolettiche non sono rilevabili al palato né dalle persone sedute al ristorante né da professionisti” precisano dal fattoalimentare.it appellandosi al messaggio sbagliato che passa con lo spot di Borghese.
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Da quello che si evince, infatti, la scelta di un buon ristorante sarebbe legata “al sapore unico dell’acqua minerale servita a tavola”, asserzione che non è per nulla corretta. Gli esperti di nutrizione sottolineano, dunque, che il messaggio che viene lanciato è del tutto errato.
E la prova si può fare assaggiando alla cieca l’acqua minerale Guizza e quella San Benedetto. Non si riesce a distinguere una marca dall’altra spiegano dalla testata portando come testimonianza l’esperimento già condotto in passato.