Correlazione fra grasso e Alzheimer? Uno studio ci riporta un’informazione utile per la prevenzione e nuova attorno a questa correlazione.
Conosciamo bene, oramai, quali sono le complicazione che insorgono nel corpo umano a causa dell’accumulo di grasso. L’obesità sta costituendo uno dei problemi più gravi di questo secolo e le sue complicazioni sono diventate fra le situazioni di crisi più importanti nel mondo occidentale. Un tema che si porta dietro tantissimi problemi e, con questo studio, si aggiungono anche problemi legati all’Alzheimer.
L’Alzheimer è una malattia di cui oggi ancora non esiste una cura definitiva e molte persone ne soffrono. Si contano circa un milione di persone, solo in Italia e, secondo i dati, sono destinate a crescere. La ricerca che studia questo male negli ultimi tempi ha permesso di conoscere meglio i meccanismi all’origine della neurodegenerazione. L’obesità sappiamo essere uno dei fattori dell’insorgenza di questo disturbo, in quanto potrebbe accelerare l’atrofia celebrale, ma lo studio si è spinto oltre.
La ricerca di cui oggi parliamo vuole soffermarsi sul grasso e l’accumulo, ma non solo quello che conosciamo. Nello specifico si parla della presenza del grasso viscerale. Questo non si palesa sul corpo in maniera visibile, ma sotto la pelle e i muscoli, avvolgendo gli organi come il cuore, l’intestino e il fegato. La presenza di questo, secondo lo studio, sembra sia associato ad un maggiore rischio nell’insorgenza della malattia fino a 15 anni prima che si manifestino i sintomi cognitivi.
Lo studio, elaborato dall’University of Washington School of Medecine, rileva la correlazione tra la malattia e questa condizione. Il grasso viscerale non è visibile, inoltre non è detto che si sviluppi solo in persone obese ed è una condizione che ha dimostrato anticipare i sintomi della malattia. Per lo studio, infatti, sono stati presi in esame 32 adulti di età compresa fra i 40 e i 60 anni con un indice di massa corporea medio pari a 32, potendo constatare la correlazione fra grasso corporeo, viscerale e la malattia.
Hanno potuto riscontrare una più elevata concentrazione di beta-amiloide e proteina tau nel cervello. Queste proteine sono note per determinare i danni che causano al perdita di funzioni cognitive. Di queste sono state constate maggiori concentrazioni in soggetti che presentavano alti livelli di grasso viscerale, costituendo un aumento dell’infiammazione celebrale. Tutto questo è stato constatato anche se non sono stati presentati sintomi cognitivi di nessun tipo, ma solo nella presenza di queste proteine. “Un meccanismo chiave con cui il grasso nascosto (viscerale) può aumentare il rischio di malattia di Alzheimer” spiegano i ricercatori. Con questi dati, infatti, sarà possibile anticipare il rischio e, soprattutto, avviare procedure di prevenzioni migliori e diversificate.
Lorenzo Angelini