Panettone finito sotto test, quello che ne è venuto fuori è davvero incredibile. I consumatori sono davvero confusi.
Il panettone è da sempre il simbolo per eccellenza di questo periodo. Ogni volta che si avvicinano le feste di Natale, i supermercati vengono addobbati per la ricorrenza e vengono presentati tutti i prodotti tipici della tradizione. Il panettone ed il pandoro sono i prodotti dolciari che caratterizzano più degli altri il fine anno. E la scelta è sempre veramente ardua; in commercio sono tantissimi i marchi presenti, perfetti per soddisfare ogni gusto ed ogni tasca; chiunque può comprare infatti il suo panettone, da quelli economici a quelli artigianali con varie creme e farciture.
Negli ultimi giorni sono apparsi i primi rumors, nonché critiche sui panettoni; ad esempio non ha convinto l’alternativa Motta firmata da Bruno Barbieri. A quanto pare lo chef è accusato di permanere con la sua ricetta nella comfort zone o comunque nella tradizione. Parallelamente, anche i competitors sono già testati ed il risultato che ne è venuto fuori genera confusione, smarrimento al consumatore. Test che non offrono la risposta alla domanda su quale sia il panettone migliore. E forse è meglio anche così.
Panettone, una discrepanza senza precedenti
Nei prossimi giorni verranno pubblicati i risultati dei diversi test sui panettoni realizzati da Altroconsumo, Dissapore, Gambero Rosso ed i giudizi espressi molto probabilmente saranno come quelli di ogni anno, cioè divergenti. Non c’è una linea comune, ognuno dice la sua provocando smarrimento. Una discrepanza notevole che può derivare da una serie di fattori: primis, il campionamento. Confrontare panettoni con caratteristiche diverse porta ad un raffronto poco omogeneo e meno significativo perché non si possono mettere sullo stesso piano ad esempio varianti basse, varianti alte o glassate per fare degli esempi.
Stesso discorso vale per la data di confezionamento: mettere a confronto un panettone preparato a metà novembre con quello di settembre è fuorviante. Ovviamente non occorre essere esperti del settore per rendersi conto di come poggino su due piani differenti e non si possono confrontare, la fragranza e l’aroma si modificano nel tempo. Sono due prodotti confezionati in due momenti diversi, un divario di mesi. Un altro problema è l’assenza di un protocollo comune, ognuno fa i test propri e valuterà i parametri diversi.
Ad esempio Altroconsumo utilizza elementi di valutazione con peso ponderale ed effettuando un doppio giudizio, uno composto da professionisti ed uno dai consumatori, con esiti anche qui discordanti. D’altra parte invece Gambero Rosso e Dissapore fanno i test sui panettoni artigianali quindi adottando dei parametri di scelta autonomamente, coinvolgendo tutti esperti. Altro problema è l’aspetto sensoriale; è importante esaminare la qualità dell’uvetta, i canditi e la persistenza del sapore di burro. L’eccessiva fragranza di arancia, una consistenza troppo umida, canditi troppo piccoli cioè insomma sono dei parametri molto diversi ed assolutamente eterogenei.
La produzione aziendale
Maina realizza panettoni sia per il proprio marchio ma anche per la Coop ed Esselunga e magari riceve valutazioni differenti a seconda della ricetta adottata per i vari brand. Non poteva non essere valutato infine come parametro il prezzo: i panettoni artigianali hanno un costo che parte da 20-30 per arrivare ao 40 euro. I panettoni industriali invece sono decisamente più economici.
Insomma, da tutto questo si evince come la varietà di approcci rende il panorama di panettone ricco e complesso creando confusione. Ma nonostante questo, il panettone è il dolce simbolo della tradizione natalizia italiana e rappresenta una sua eccellenza, sia per quanto riguarda la sua versione artigianale che quella industriale.