Tumore al polmone, sono cambiate le fonti di ricerca; adesso sono sempre più le persone che si affidano al web per trovare le risposte sul proprio stato di salute.
Il modo di acquisire informazioni è assolutamente cambiato da quando vi è stato l’avvento di Internet. I motori di ricerca infatti hanno fatto la differenza; adesso chiunque con un qualsiasi dispositivo può accedere a delle informazioni e trovare le risposte a tutte le domande. Se poi queste siano attendibili o meno è un altro discorso. Bisogna prestare a tal proposito la massima attenzione perché si può erroneamente elevare a verità assoluta un’informazione priva di fondamenta scientifiche e di veridicità.
Insomma, bisogna prendere con le pinze quello che gira su internet, soprattutto quando si tratta di questioni importanti sulla salute come ad esempio il caso dei pazienti affetti al tumore al polmone. Spesso zelanti nel reperire informazioni sui sintomi sul web ma ottenendo un effetto deleterio perché spesso si consultano dei documenti che non hanno alcuna validità scientifica. Per questo motivo è necessario che si proceda correttamente per evitare che peggiori ulteriormente la situazione.
Il web non è solo l’epicentro delle informazioni, è anche un modo per confrontarsi con altre persone che si ritrovano nella stessa situazione e donarsi un supporto reciproco. Questi sono tutti dati che emergono in un’indagine condotta di recente dal titolo “Il tumore al polmone tra bisogno di conoscenza e fake news”,dove appunto si è affrontata la tematica molto delicata del tumore al polmone. Una patologia molto diffusa, la terza forma tumorale più diagnosticata, si parla di 44.000 nuovi casi ogni anno, preceduto solo dal tumore alla mammella e quella al colon retto.
Secondo lo studio, tra ottobre 2022 ed ottobre 2024 in italiano sono stati pubblicati 67.400 post sul carcinoma polmonare generando un milione di interazioni tra like, commenti e condivisioni. Quindi questo cosa significa? Che i pazienti cercano effettivamente delle risposte online; il 63% delle conversazioni attengono ai trattamenti, le opzioni terapeutiche e le prospettive di vita. Invece il 31% si focalizza sul supporto emotivo mentre il 13% sulla nuova routine e quindi come trovare il modo per conciliare il lavoro. Il 10% di ricerche si focalizza sul rapporto con i medici ed il 3% sulle esperienze nelle strutture sanitarie dove sono stati.
Questo dimostra come le esigenze del paziente non sono univoche ma ad ampio raggio e coinvolgono ogni aspetto della malattia. La componente psicologica è molto importante e rilevante, sono tanti i forum e le community online: essi sono degli spazi sicuri dove si possono condividere esperienze senza maschera e ricevere sostegno. Consci del successo di questi, numerose sono le associazioni o le fondazioni, insomma enti che hanno come obiettivo primario quello di aiutare i pazienti che si trovano in questa situazione alquanto delicata.