Occhio all’acquisto di questo alimento nei supermercati, arrivano brutte notizie: potrebbe essere rischioso per la salute.
I risultati di un test effettuato in un laboratorio svizzero e relativi a uno dei prodotti alimentari più acquistati nei supermercati europei, non sarebbero incoraggianti, anzi. Le indagini in laboratorio hanno evidenziato diversi problemi di qualità riguardanti un cibo gustoso e oggi consumato tantissimo. Di quindici marchi esaminati, soltanto due rispetterebbero tutte le norme vigenti.
Il Natale si avvicina e uno dei prodotti maggiormente acquistati è sicuramente il salmone affumicato, ormai entrato nelle nostre case e nelle nostre diete. Purtroppo, la forte richiesta degli ultimi anni ha prodotto anche una maggiore pressione sugli allevamenti, e questo pesce sta affrontando molteplici sfide, per via degli allevamenti intesivi e per la distruzione del suo habitat naturale. In tutto, ora arriva l’ennesimo avvertimento sulla sua sicurezza.
Il salmone viene inserito nella dieta per via delle sue grandi qualità salutari, essendo un pesce ricco di omega 3, fresco e leggero. Tuttavia, gli allevamenti intensivi, come al solito, stanno compromettendo le qualità naturali, scatenando diversi pericoli per la sopravvivenza della specie e anche per la nostra salute. Per questo motivo, una spesa consapevole è sempre una buona forma di prevenzione.
Quando ci rechiamo al supermercato, la prima cosa da fare è quella di leggere attentamente le etichette dei prodotti che mettiamo nel carrello. Dobbiamo sapere la provenienza, il tipo di produzione, se sono state inserite sostanze ulteriori per modificare sapore e conservazione, e molti altri elementi. Ciò vale per ogni tipo di alimento, salmone compreso.
L’indagine svolta dalle testate svizzere Saldo e Bon a Savoir, ha messo in luce una condizione a dir poco allarmante del salmone affumicato che raggiunge i nostri scaffali. Su quindi marchi, tra i più famosi presenti in tutto il Continente europeo, soltanto due hanno rispettato tutte le normative relative alla sicurezza. Alcuni di questi marchi, però, non sono presenti nei supermercati italiani.
Prima di tutto, la maggior parte del salmone che consumiamo proviene dagli stessi allevamenti intensivi presenti in Scozia e Norvegia. Questo pesce è fortemente compromesso, e non a caso, le analisi in laboratorio rivelano che c‘è uno squilibrio degli acidi grassi omega 3 e omega 6, qualità nutrizionali per cui il salmone è popolare.
Inoltre, un altro tipo di problema emerso è la quantità stessa di salmone messa in vaschetta, che spesso non combacia con quanto dichiarato sull’etichetta. Infine, igiene e freschezza sono spesso carenti, visti i batteri rinvenuti, i quali rivelano che, nonostante la data di scadenza, il pesce è già andato a male e ha iniziato il suo processo di degrado.
Dunque, alla luce di questi risultati, la quasi totalità dei salmoni esaminati non soddisfa gli standard di freschezza e di qualità nutrizionale imposti dall’Europa. Solo due confezioni sono risultate idonee, relative ai marchi Denner e Globus. In questo caso, il salmone è selvatico e proviene dall’Alaska.
Dunque, è sempre meglio acquistare salmone selvatico e non da allevamento. Il salmone proveniente dall’Alaska è di qualità decisamente superiore, sia per il contenuto nutrizionale che per la freschezza. I marchi Aldi, Coop e Migros, contenenti salmone da allevamento, sono risultate decisamente inferiori per qualità e per valori nutrizionali.
Ciò è dovuto agli allevamenti, che influenzano negativamente la vita dei pesci. Invece, a livelli igienico, i Marchi Almare Seafood e Aldi hanno mostrato livelli allarmanti di batteri, che comportano un elevato rischio di intossicazione alimentare.