Scopri tutto sulla calla selvatica, una pianta elegante e spontanea dei boschi italiani. Caratteristiche, habitat, coltivazione, curiosità e consigli per piantarla nel tuo giardino.
La calla selvatica appartiene alla famiglia delle Araceae ed è una pianta rizomatosa, caratterizzata dalla presenza di un fusto sotterraneo chiamato rizoma, da cui si sviluppano radici e fusti. Questa pianta comprende una grande varietà di specie, di cui 4-5 crescono spontaneamente anche in Italia.
Nota anche con il nome scientifico Arum italicum, richiama l’ampia diffusione che ha nella penisola italiana. Tra i suoi nomi comuni troviamo Pan di serpe, Giaro, Gigaro chiaro ed Erba biscia. Il termine Arum deriva dal greco “aron”, che significa calore, un riferimento alla capacità della pianta di emettere calore durante la fioritura.
Il suo ambiente naturale sono i boschi e le aree umide vicine ai fiumi. Questa pianta perenne cresce spontaneamente in luoghi dove la luce è scarsa o in semi-ombra. I suoi fiori, bianchi tendenti al giallognolo, ricordano quelli della calla domestica. Sbocciano in primavera, donando eleganza al paesaggio, e in circa un mese lasciano il posto ai frutti, bacche che maturano passando dal bianco-avorio al giallo, arancione e infine al rosso vivo.
Le foglie della calla selvatica sono rigide e slanciate, ma non superano i 40 cm di altezza. Il fiore è posizionato sulla sommità di una colonna centrale chiamata spadice, circondata da foglie verde intenso con venature bianche e lucenti. I frutti, raggruppati in grappoli, catturano l’attenzione grazie ai loro colori vivaci.
Pur essendo una pianta selvatica, la calla selvatica ha precise preferenze per il suo habitat. Cresce meglio in zone ombreggiate, con terreno fresco, ricco di humus e ben drenato. In giardino, scegliete un luogo simile al suo ambiente naturale, preferibilmente vicino a una fonte d’acqua. Scavate una buca di circa 10 cm di profondità, sistemate il tubero e copritelo con terra compatta, quindi annaffiate.
La calla selvatica è resistente al freddo e non necessita di protezioni invernali. In primavera ed estate è importante mantenere il terreno umido con annaffiature moderate. Non è necessario irrigare in inverno, poiché la pianta si autoregola. La concimazione, tuttavia, è raccomandata per favorire una crescita sana. Come la calla domestica, potrebbe avere bisogno di cure.
Coltivare la calla selvatica è semplice e adatto anche ai meno esperti. Questa pianta tollera bene le basse temperature e non richiede cure intensive. Si può riprodurre attraverso i semi, contenuti nelle bacche in autunno, o per divisione dei tuberi durante l’estate. Grazie alle sue foglie sempreverdi, è perfetta per mantenere il giardino verde tutto l’anno.
La calla selvatica, usata fin dall’antichità in medicina, è nota per la sua capacità di eliminare i parassiti intestinali. Ancora oggi è impiegata in erboristeria e omeopatia per scopi simili. Tuttavia, deve essere maneggiata con attenzione: è velenosa. L’ingestione delle bacche può causare intossicazioni, mentre il contatto con foglie e fiori può provocare irritazioni e dermatiti in soggetti sensibili.
I fiori della calla selvatica sono piccoli, sessili e disposti a stretto contatto sullo spadice, un’infiorescenza centrale lunga e gialla avvolta in una spata verde pallido, arrossata ai bordi. La spata è lunga il doppio dell’infiorescenza e protegge i fiori.
Lo spadice presenta una parte superiore a forma di clava gialla, con fiori femminili alla base e maschili nella parte superiore, separati da fiori sterili. Estroflessioni setoliformi aiutano a trattenere gli insetti per favorire l’impollinazione. Essendo una pianta unisessuale, i fiori maschili e femminili sono presenti sulla stessa pianta ma separati.