Con il calo delle temperature e l’inizio della stagione fredda, arriva una nuova stagione influenzale: i sintomi dell’influenza australiana.
L’autunno è entrato nel vivo, portando con sé basse temperature, piogge e umidità. È iniziata anche una nuova stagione influenzale, anche se, come affermano gli esperti, il virus raggiungerà la sua massima diffusione nel mese di dicembre. Secondo i dati raccolti da RespiVirNet, al momento l’influenza australiana è sotto controllo e non desta preoccupazioni.
Nell’emisfero meridionale, la nuova influenza ha già colpito Australia, America Latina e Africa Meridionale, evidenziando un contagio velocissimo e sintomi abbastanza pesanti. Lo stesso virus è approdato nell’emisfero settentrionale, dunque anche in Europa, dove si sta rafforzando di settimana in settimana. Secondo alcuni esperti, l’influenza di questo 2024/2025 potrebbe essere la più aggressiva degli ultimi dieci anni, quindi non andrebbe sottovalutata.
L’influenza di quest’anno risulta piuttosto contagiosa e comporta un elevato numero di ospedalizzazioni. Con l’arrivo dell’influenza, alla fine di ottobre, è iniziata anche la campagna vaccinale. Nell’emisfero meridionale, le vaccinazioni hanno ridotto di un terzo le ospedalizzazioni.
Il vaccino, consigliano i medici, è raccomandato in particolare per i soggetti più fragili, come le persone immunocompromesse, gli over 65, i pazienti nelle RSA, i soggetti affetti da patologie croniche e agli operatori sanitari che sono a contatto con persone fragili. Il virus, come per ogni influenza, compromette le vie respiratorie.
I sintomi sono quelli che conosciamo tutti, i più comuni per un’influenza, e comportano febbre alta, tosse secca, mal di testa, nausea, stanchezza e brividi di freddo, dolori muscolari, ma di gola, raffreddore, perdita di appetito e insonnia. Può esordire improvvisamente, attraverso lacrimazione, raffreddore, principio di mal di gola, bruciore agli occhi, per poi degenerare nel giro di pochi giorni. Mal di gola, tosse e debolezza possono persistere per molti giorni.
Il tempo di incubazione è solitamente di quattro giorni. L’influenza di questo autunno è scatenata da diversi ceppi, l’OMS afferma che ogni adulto sano risulta contagioso già a partire dal giorno precedente alla comparsa dei sintomi, restando malato fino a una settimana. I bambini restano contagiosi anche più a lungo. Dunque, si può contagiare ancor prima di ammalarsi, manifestando i classici sintomi della malattia.
La maggior parte delle contaminazioni avviene tramite gli starnuti, la tosse, la saliva, ma si può essere contagiati anche toccando le stesse superfici toccate dal soggetto malato. Ai malati, anche se i sintomi non insorgono in maniera grave, è raccomandato di restare in casa, mentre agli altri è consigliato di lavarsi spesso le mani e di utilizzare il gel igienizzante.
Non tutti lo sanno, ma in realtà non esiste una correlazione diretta tra freddo e influenza. Siamo tutti cresciuti con questa credenza, ma il virus non è scatenato dal freddo. La maggior parte dei virus contagia in questo primo periodo di freddo perché il corpo subisce lo stravolgimento nella sua termoregolazione, le difese immunitarie tendono ad abbassarsi, e le mucose dell’apparato respiratorio subiscono cambiamenti legati al calo delle temperature.
Inoltre, con l’arrivo dei primi freddi e delle prime piogge, si assiste a una maggiore concentrazione in ambienti chiusi, dove i virus hanno più possibilità di contaminare le persone. Se il periodo di incubazione dura fino a quattro giorni, i sintomi dell’influenza hanno durata media di una settimana, dieci giorni per i bambini.