L’Intelligenza Artificiale si sta facendo largo in molti aspetti della nostra vita e anche in ambito sanitario trova largo impiego.
Nonostante la sua recente introduzione nella vita di tutti i giorni, ormai è difficile non aver sentito parlare di Intelligenza Artificiale. Con questa dicitura si fa infatti riferimento alla capacità di un sistema artificiale di simulare l’intelligenza umana. In altri termini un’Intelligenza Artificiale, sfruttando i metodi del machine learning e del deep learning, può imparare a effettuare ragionamenti che si basino sull’analisi e la rielaborazione di input visivi, sonori, testuali o di altro tipo.
Ma in quali ambiti trova impiego l’IA? Varie tipologie di IA ormai vengono usate in ogni ambito della nostra vita. Pensiamo ad esempio ad alcune funzioni degli smartphone, agli assistenti digitali, oppure a siti opensource di IA quali ChatGPT di OpenAI. Molti colossi dell’elettronica o del settore automobilistico, inoltre, stanno lavorando per introdurre l’Intelligenza Artificiale sui propri dispositivi.
Oltre all’uso che se ne fa in ambito quotidiano, poi, l’IA trova largo impiego anche nei macrosettori socio-economici, ad esempio quello sanitario. In questo ambito viene sfruttata per migliorare le diagnosi e le terapie per i pazienti, nonché le loro condizioni di vita. Un recente studio effettuato dalla Rome Business School ha dunque voluto indagare l’impatto economico che l’IA può avere in questo settore.
L’analisi si intitola infatti “L’impatto dell’Intelligenza Artificiale in Italia dalla finanza alla sanità” e mira a stimare i benefici dell’Intelligenza Artificiale sia in termini economici che pratici. Il suo impiego farebbe infatti risparmiare tempo ai medici, potrebbe aiutare a migliorare i processi diagnostici per i pazienti, nonché i tempi di attesa e l’assistenza in termini di terapia e pronto intervento. Ciò renderebbe il sistema sanitario generalmente più efficiente.
Il risparmio in termini economici, secondo le stime della business school romana, sarebbero enormi. Si parla infatti di un valore di 3,19 miliardi di euro entro il 2030 e questo solo in Italia. Poiché il valore a livello globale potrebbe arrivare addirittura a 1.848 miliardi di dollari. E se consideriamo che nel 2023 il valore globale era di 208 miliardi di dollari, questo dato risulta ancora più strabiliante.
Ma perché proprio il 2030? A tal proposito è bene prendere in considerazione un fattore, cioè la tendenza all’invecchiamento della popolazione e l’allungamento della vita media. Entro il 2023 l’Istat stima che più di 3 italiani su 10 avranno oltre 65 anni. E in termini statistici ciò significa un potenziale ricorso maggiore ai servizi sanitari.
L’automatizzazione di fino al 36% dei processi diagnostici potrebbe comportare un enorme risparmio in termini di tempo per i medici. Migliorarne dunque le condizioni di lavoro, evitando ad esempio i casi di burn-out, e permettendogli di impiegare più tempo nel rapporto interpersonale col paziente. Le prospettive poste da questo scenario sono sicuramente interessanti e ora non ci resta che aspettare che si realizzi, grazie a investimenti e ricerca nel settore.