Secondo uno studio israeliano c’è corrispondenza tra l’aspetto del nostro volto e il nome di battessimo. Il nostro volto cambia a seconda delle aspettative legate al nome.
Vi è mai capitato di guardare in volto delle persone e associarle immediatamente ad un nome pur non conoscendole? Bene sappiate che è tutto normale o almeno secondo un recente studio della Hebrew University of Jerusalem che un recente studio del 2024 ha studiato proprio l’eventuale connessione esistente tra l’aspetto del volto e il nome delle persone.
I ricercatori si sono chiesti se le persone tendano ad assomigliare al nome che gli è stato dato alla nascita. Può sembrare contorto da realizzare, come può un nome definire l’aspetto fisico del volto di una persona? Eppure, a quanto pare, sarebbe proprio così; a quanto pare, l’influenza sociale e le aspettative della società rispetto a quel nome vanno a definire anche caratteri fisici del viso.
Non è la prima volta che degli accademici si concentrano sull’influenza che il nome (ma anche il cognome) può avere sulla definizione di una persona. Qualche anno fa, negli USA, si era studiata la correlazione tra il nome di battesimo e la definizione del carattere di un soggetto, in questo caso i ricercato hanno cercato di capire se e come il nome può definire anche l’aspetto fisico di una persona.
Nel caso specifico, gli autori della ricerca hanno ipotizzato che questa corrispondenza non sia innata, ma il frutto di una sorta di profezia che si autoavvera; cioè le persone, in maniera consapevole o meno, adottano alcuni tratti del viso che corrispondo agli stereotipi socio-culturali associati a quel nome. In altre parole, le aspettative socio-culturali rispetto al nome influenzano l’aspetto di una persona; se culturalmente siamo convinti che un Francesco debba essere una persona scevra da fronzoli, senza barba dall’espressione compassionevole allora tendenzialmente una persona che porta questo nome si presenterà così -evitando, per esempio, di farsi crescere la barba o mettere un piercing al naso e così via.
L’altra ipotesi di ricerca da cui sono i ricercatori è quella della corrispondenza innata. Cioè il nome di una persona sarebbe scelto in base al suo aspetto (previsto) fin dalla nascita, suggerendo che ci sia una congruenza nome-aspetto fin da quando si è bambini.
La ricerca, condotta su un campione di adulti e bambini, ha dato ragione all’ipotesi del nome come profezia che si autoavvera. Il che significa che, soprattutto in fase adulta l’aspetto facciale di una persona tende a conformarsi agli stereotipi della società legati a quel nome e coltivati inconsciamente.
Lo studio apre nuove prospettive su come la società e gli stereotipi possano influenzare il comportamento quanto l’aspetto di una persona. Le prospettive future per l’applicazione di questa ricerca sono ovviamente soprattutto di stampo sociologico.
Si potrà probabilmente arrivare a stabilire a che età una persona comincia a somigliare al proprio nome e quindi a quale età l’influenza sociale si effettivamente vedere e sentire su un individuo. C’è infine da considare che ad esempio ci sono aspetti del nostro carattere ci fanno vivere più a lungo.