Arriva a sorpresa la svolta nella lotta a due patologie molto delicate: Parkinson ed Alzheimer. E la svolta è rappresentata da un verme.
Siamo al cospetto di due patologie ben diverse e distinte tra di loro, ma che hanno dei tratti in comune. In primo luogo si tratta di cosiddette malattie neurodegenerative dal momento che attaccano il sistema nervoso centrale e che portano alla graduale ma inesorabile morte di tutti i neuroni. Come sintomi principali per il morbo di Parkinson compaiono il tremore, la rigidità, la bradicinesia e l’instabilità posturale. A seconda ovviamente dei casi e di come si sviluppa poi il morbo.
In questo caso specifico, infatti, a subire un lento ed inesorabile degrado sono le cellule che sintetizzano la dopamina. Nel caso invece del morbo di Alzheimer, invece, si manifesta con una difficoltà crescente e graduale a ricordare eventi recenti, fino ad una scomparsa praticamente totale della memoria. Con una inevitabile difficoltà a vivere in società, causando dunque un forte isolamento ed anche un tasso maggiore di depressione. In tal senso, nella ricerca contro queste due malattie neurodegenerative, sta per arrivare una svolta a dir poco significativa.
Il Caenorhabditis elegans è un verme particolarmente caro alla scienza. Essendo trasparente, infatti, si possono vedere i processi cellulari che lo vanno a regolare praticamente in tempo reale. Lo studio in questione è stato condotto dal Proceedings of the National Academy of Sciences, un team di scienziati della Florida Atlantic University. E’ stata rilevata una correlazione tra la regolazione del rame nel corpo del verme e la salute neuronale.
Può sembrare una scoperta banale, ma in realtà ha un potenziale incredibile nella lotta contro le malattie come il morbo di Parkinson o quello di Alzheimer. Adesso, infatti, si sta cercando di applicare questa scoperta nella vita di tutti i giorni. L’obiettivo è quello di sviluppare dei farmaci più potenti e specifici che possano andare a modulare ed a regolare l’omeostasi (vale a dire la capacità di autoregolazione) del rame in modo più efficiente, offrendo nuove speranze per il trattamento di queste patologie. Ecco i primi segnali che manifesta il morbo di Parkinson.
Ovviamente adesso la ricerca dovrà fare il suo corso e trovare la giusta cura. Una migliore regolazione del rame nel corpo infatti preserva la salute neuronale. Pur essendo, infatti, il verme composto da soli 300 neuroni (a differenza del cervello umano che ne ha miliardi), i processi di base sono molto, molto simili. Ecco invece i segnali del Parkinson che potrebbero essere legati all’intestino.